Warez, doplgnger ammette e confessa

Warez, doplgnger ammette e confessa

Rischia fino a cinque anni di carcere e 250mila dollari di multa il 25enne che ha dichiarato di aver diffuso online illegalmente migliaia di titoli, tra software e videogiochi. L'inchiesta va avanti
Rischia fino a cinque anni di carcere e 250mila dollari di multa il 25enne che ha dichiarato di aver diffuso online illegalmente migliaia di titoli, tra software e videogiochi. L'inchiesta va avanti


Washington (USA) – Si respira aria di trionfo al Dipartimento della Giustizia dopo che uno dei grossi nomi della scena warez , I-Che Lai, ha ammesso di aver diffuso via Internet tra il 2002 e il 2004 un’enorme quantità di software attraverso molti e diversificati canali.

Lai, meglio noto come doplgnger , ha dichiarato in particolare di aver gestito alcuni siti warez, tra i quali i noti Firewire, DOH, Optical Illusion e Kalisto-drop, attraverso i quali ha diffuso videogiochi craccati, film, musica e software pirata. La diffusione avveniva attraverso un piccolo gruppo di accoliti che scaricavano i file messi in linea da Lai per distribuirli poi in molti diversi modi.

Non solo: il nome di doplgnger sarebbe anche dietro l’iniziativa che dal dicembre del 2003 ha visto la diffusione di videogiochi craccati ancora non usciti nei negozi . L’uomo ha infatti dichiarato che riusciva ad acquistare in anteprima quei titoli per poi dedicarsi alla loro distribuzione. In totale Lai sarebbe responsabile della diffusione di circa 1400 titoli software e videoludici.

Lai ha ammesso le sue colpe per tentare di mitigare la pena, che per il reato di associazione per violazione del diritto d’autore potrebbe portarlo in carcere per cinque anni e procurargli una sanzione fino a 250mila dollari.

L’intervento con cui doplgnger è stato individuato ed arrestato rientra in quella Operazione Fastlink che è stata condotta dalla polizia americana in collaborazione con forze dell’ordine di molti altri paesi, un’indagine senza precedenti condotta contro il warez e che ha già portato a numerose denunce. Un’indagine, tengono a sottolineare gli uomini del Dipartimento di Giustizia, che non è ancora conclusa.

La sentenza per Lai dovrebbe essere emessa il prossimo marzo.

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Pubblicato il 13 gen 2006
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