Washington contro il voyeurismo digitale

Washington contro il voyeurismo digitale

Il Congresso sembra pronto a recepire preoccupazioni che si ritengono diffuse, come l'uso di microcamere o fotofonini per riprendere o fotografare abusivamente intimità che dovrebbero essere protette
Il Congresso sembra pronto a recepire preoccupazioni che si ritengono diffuse, come l'uso di microcamere o fotofonini per riprendere o fotografare abusivamente intimità che dovrebbero essere protette


Washington (USA) – Sono invisi ai gestori di un numero sempre più elevato di palestre, sporting center e via dicendo: sono i fotofonini , dispositivi come le microcam digitali che invadono il mercato e consentono in un attimo di catturare immagini senza essere visti, talvolta violando la privacy del soggetto ripreso. E se in Italia contro gli abusi esiste una severa legge sulla privacy , negli Stati Uniti il Congresso ha deciso di iniziare a pensarci.

Una proposta di legge sostenuta da un drappello di parlamentari americani di entrambi gli schieramenti, infatti, prende di mira per la prima volta l’uso, anzi l’abuso dei cellulari dotati di fotocamera, telefonini che si stanno diffondendo rapidamente in tutto il pianeta. Con la loro diffusione aumenta la paura di intollerabili abusi , per esempio commessi da chi, in uno spogliatoio, può scattare di nascosto una foto e inviare intimità rubate ad amici o ad un sito internet nel giro di pochi secondi o minuti.

Per evitare tutto questo vi sono alcuni paesi, come la Corea del Sud, dove si sta addirittura pensando di rendere obbligatorio un avvertimento acustico da 65 decibel ogni qual volta si effettua uno scatto. C’è anche chi pensa a sistemi di disattivazione delle fotocamere in certe aree protette. Ma la preoccupazione per gli abusi si sta diffondendo anche in Australia , in Scozia e via dicendo. A preoccupare, naturalmente, anche la diffusione di cam digitali più o meno evolute, o persino poco evolute, come quella di uno studio professionale romano che qualche tempo fa alzò un polverone per le immagini rubate che coglieva.

A suscitare nuova urgenza negli Stati Uniti per il fenomeno, il fatto che a fronte di certi abusi la legislazione federale attuale non risulti sufficientemente punitiva o specifica per garantire protezione, come ben sanno i lawmakers del Wisconsin che già nel 2001 vararono una legge statale per vietare la diffusione su internet di immagini di nudo rubate o comunque prodotte senza consenso della persona ritratta. A tutt’oggi molte denunce di abuso presentate alla polizia finiscono nel nulla a causa di una singolare vacatio legis .

Secondo i proponenti della normativa statunitense, scattare certe foto o usare illegalmente tecnologie di ripresa con queste finalità potrà portare in carcere per un anno . Ed è sufficiente peraltro una ricerca su internet per verificare che vi è chi non solo cattura certe immagini ma ritiene anche di doverle diffondere in rete, talvolta persino facendone commercio.

Comportamenti evidentemente assai discutibili che ora il Congresso sembra intenzionato a prendere di mira con severità. La legge infatti vieterà qualsiasi ripresa o foto di qualcuno nudo laddove “una persona ragionevole può ritenere di potersi spogliare in privacy”. Vietato anche scattare foto delle “parti intime” di un individuo se queste non siano visibili anche quando la persona si trovasse in un luogo pubblico.

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Pubblicato il
13 mag 2004
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