Mannheim – Ancora guai per Ernst Zundel, lo studioso che nega il coinvolgimento del partito nazional-socialista nello sterminio sistematico degli ebrei durante la Seconda Guerra mondiale. Zundel, che pubblica ogni sua idea attraverso un celebre sito , è un paria che è già stato espulso da diversi paesi. “Ho diritto ad esprimermi”, si difende continuamente lo storico, aperto sostenitore dell’antisemitismo militante e di tesi quali la superiorità razziale dei bianchi.
Le autorità tedesche sono riuscite a individuare e far arrestare Zundel, ottenendone l’estradizione dal Canada: l’autore del libro “La bugia di Auschwitz”, 66enne, è ora sotto processo per il contenuto di numerosi documenti pubblicati online dal carattere spiccatamente razzista e nazista. “Ha fabbricato teorie pseudoscientifiche per dimostrare l’innocenza dei nazionalsocialisti durante la persecuzione degli ebrei”, si legge in una nota rilasciata dal tribunale di Mannheim.
I giudici sostengono che Zundel “ha violato le norme sulla libertà d’espressione”, utilizzando il proprio sito web per fomentare l’ odio contro gli ebrei , fabbricando notizie false ed istigando a delinquere numerosi sostenitori e nostalgici del regime hitleriano. Tra le tesi sostenute dal revisionista, nemico giurato della Anti Defamation League , vi è l’ipotesi di una “lobby ebraica bugiarda” che controlla la produzione di film e altre iniziative per mantenere viva la memoria della Shoah.
Nel mirino di Zundel sono finiti non solo gli stessi campi di concentramento ormai simbolo delle sofferenze ebraiche, come Auschwitz e Birkenau, ma persino progetti come Yad Vashem , il “museo digitale” consacrato allo sterminio delle persone d’origine semita. Durante la prima udienza si sono presentati gruppi di sostenitori di estrazione neonazista nonchè attivisti per il diritto alla libertà d’opinione : i giudici sono stati costretti a rinviare la seduta per via di alcuni scontri avvenuti in aula.
I difensori di Zundel ne sono convinti: l’avv.Rieger sostiene addirittura che il suo cliente è nell’occhio del ciclone “solo perchè ha pestato i piedi alla comunità ebraica”.
“La pubblica accusa vorrebbe che anche la difesa adottasse le sue stesse vedute”, ha dichiarato Juergen Rieger, denunciando la faziosità dei pubblici ministeri apostrofandone i metodi, “insoliti persino per un gulag dell’Unione Sovietica”. La tensione attorno a Zundel è clamorosamente alta e lo scrittore rischia un massimo di cinque anni per un crimine, de facto , ascrivibile al triste mondo dei reati d’opinione .
Internet, è cosa nota, è da sempre un contenitore di idee le più diverse, informazioni talvolta fuorvianti e falsi più che palesi. Persino diffamazioni: i cosiddetti siti dell’odio , garantiscono molti osservatori internazionali, sono in costante aumento . Ma – si chiedono molti attivisti – la strada migliore è davvero quella di imbavagliarne gli autori?
Tommaso Lombardi