WebAssembly, nuovo codice binario per il Web

WebAssembly, nuovo codice binario per il Web

Una coalizione di colossi IT lavora a un nuovo standard di codice binario per il Web, una tecnologia che dovrebbe garantire interoperabilità e contemporaneamente performance simili a quelle del software nativo
Una coalizione di colossi IT lavora a un nuovo standard di codice binario per il Web, una tecnologia che dovrebbe garantire interoperabilità e contemporaneamente performance simili a quelle del software nativo

Aziende e organizzazioni di primo piano come Microsoft, Mozilla , Google e Apple hanno dato il via al WebAssembly Community Group , un gruppo di lavoro che nell’ambito del World Wide Web Consortium (W3C) intende promuovere la realizzazione di un nuovo formato utilizzabile per compilare ed eseguire il codice sorgente sulle pagine Web.

Si tratta, in sostanza, di un’evoluzione col turbo di asm.js , tecnologia fin qui usata per convertire codice scritto in linguaggi nativi come il C in listati JavaScript interpretabili dall’engine JS del browser Web; di più, WebAssembly (wasm) ci mette la capacità di decodificare il codice binario molto più velocemente rispetto a un parser JS e una maggiore facilità nell’aggiunta di funzionalità richieste per raggiungere prestazioni simili ai programmi compilati e browser-indipendenti.

Stando a quanto sostengono gli ingegneri di Microsoft, gli obiettivi di wasm includono il mantenimento dell’interoperabilità con JavaScript, il supporto esteso di un gran numero di linguaggi di programmazione (a cominciare da C e C++) e il focus assoluto sulle prestazioni.

WebAssembly sarà un formato di tipo binario ma sarà pienamente leggibile, sotto forma di testo, assieme al resto del codice sorgente di una pagina Web. I listati JS non sono destinati a estinguersi, suggerisce il CEO di Mozilla Brendan Eich, ma wasm permetterà al browser di estendere sensibilmente gli scenari di utilizzo del codice Web.

Parlando di possibili casi di utilizzo , gli sviluppatori di wasm indicano infatti applicazioni come l’editing video o fotografico, i videogiochi casual e non, le applicazioni P2P, i software CAD, le simulazioni scientifiche, gli emulatori e le virtual machine (DOSBox, QEMU, MAME ecc.), le VPN, la crittografia, l’accesso al desktop remoto e molto altro ancora.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
18 giu 2015
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