Webmasterpoint.org/ Una politica senza Rete

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di M. Tansini. Il grande successo è che tutti i partiti hanno un sito. La grande delusione che sono pochissimi quelli che propongono qualcosa per Internet, ancora meno quelli che lo fanno con chiarezza. Una navigata nella webpolitica
di M. Tansini. Il grande successo è che tutti i partiti hanno un sito. La grande delusione che sono pochissimi quelli che propongono qualcosa per Internet, ancora meno quelli che lo fanno con chiarezza. Una navigata nella webpolitica


Web – Mancano pochi giorni alle elezioni del 13 maggio, e i partiti politici delle due principali coalizioni stanno utlizzando ogni mezzo di comunicazione per poter convincere i cittadini italiani della bontà delle loro idee.

Internet, con (pare) circa 8 milioni di utenti effettivi, molti dei quali nella fascia dei 25-35 anni, con reddito e cultura elevata, rappresenta la nuova frontiera da conquistare anche per i partiti politici di ogni schieramento.

Rispetto alle precedenti elezioni governative, vi è stato una notevole spinta delle varie forze politiche per riuscire a creare una presenza in Rete, con nuovi siti, tutti dotati di forum per confrontare le proprie idee, chat per scambiare opinioni con i principali candidati che finalmente si sono messi davanti al Pc per parlare con i propri elettori – in primis Prodi, Rutelli e Emma Bonino – e soprattutto pagine e pagine Html per poter presentare analiticamente i propri programmi, molte volte dimenticati nella “baruffe” televisive e sui quotidiani.

Quello che è strano, addirittura paradossale, che più ci ha colpito durante la nostra navigazione tra i vari siti politici, è la grandissima difficoltà di reperire informazioni utili su quello che le coalizioni vorranno fare per Internet e su Internet nei prossimi cinque anni di governo.

Per convincere potenziali votanti, navigatori e appassionati di Internet, dovrebbe accadere esattamente il contrario, e questo fa sorgere il dubbio che Internet non sia ancora vista dai partiti politici nell’ottica più avanzata, quella di una rivoluzionaria realtà economica e sociale. Anzi, la Rete sembra venire perlopiù vissuta come semplice strumento di propaganda.

Per verificarlo basta “partire” per una serata online alla ricerca dei programmi dei vari schieramenti politici per lo sviluppo di internet nel nostro Paese, programmi che servirebbero “per avere un criterio in più per esprimere meglio il nostro voto”…

Partendo dal sito www.forza-italia.it , solo tramite l’utilizzo del motore di ricerca interno e andando a spulciare tra le “cinque grandi missioni per cambiare l’ Italia”, si trovano le tre proposte fondamentali del centro-destra in materia di Internet: creazione di un ministero denominato “Italia On line” per il coordinamento della progressiva informatizzazione degli enti pubblici, con l’obiettivo di fornire oltre cento servizi online; sviluppo di tre portali rispettivamente per il Nord, Centro e Sud d’Italia per la promozione e l’offerta di servizi locali; infine la detassazione dell’e-commerce e dei consorzi informatici per quanto rigurda Irpef e Irpeg.

Non è che si brilli per l’originalità delle proposte.. Forse i consulenti informatici del centro-destra non sono ancora stati informati dell’iperinflazione di portali nel web italiano e di come quelli esistenti, in particolar modo quelli generalisti, si trovano a remare in cattive acque…

Continuando a navigare, per par-condicio, arriviamo al sito dell’Ulivo, www.ulivo.it , per poi ripartire verso quello dei democratici di sinistra , primo partito della coalizione di centro-sinistra.

Anche qui, le informazioni riguardanti le proposte per Internet e lo sviluppo si trovano solo usando il motore di ricerca interno, anche se si nota, per amor di verità, tante dichiarazioni e interviste riguardanti il mondo di Internet rilasciate dai principali candidati, anche se sappiamo che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, soprattutto nella politica italiana.

Il programma dell’Ulivo, parte con la stessa idea della Casa delle Libertà di creare un ministero ad hoc per lo sviluppo dell’informatica in Italia, e presenta l’ambizioso progetto di educare i cittadini italiani fin dalle scuole primarie all’uso dei computer e della Rete.

Ma, anche da questo lato del futuro parlamento italiano, non si fanno proposte chiare e concrete rigurdanti il mondo di Internet e lo sconforto aumenta… E aumenta sempre di più, ricercando tra i siti dei singoli partiti, sia di destra che di sinistra, grandi e piccoli…

Decidiamo di uscire dalle due più importanti coalizioni e rivolgiamo il nostro mouse verso il sito dei radicali, www.radicali.it e poi verso rifondazione comunista, www.rifondazionecomunista.it .

Nel sito della lista Bonino troviamo per la prima volta espliciti richiami ad Internet: petizioni contro la legge dell’Editoria e richiesta di una legge per la regolamentazione dei nomi di dominio, nonché la proposta di votazioni online, strada già seguita dai radicali (anche se, dati alla mano sui numeri degli italiani in Rete, l’idea sembra essere un po ‘ prematura). Poche idee sul futuro di Internet, più concretezza operativa… Ma poco di quello che stiamo realmente cercando.

Rivolgiamoci, quindi, a Rifondazione Comunista che sembra aver le idee ben chiare, ma direi anche poco condivisibili (scusate se esprimo questo mio personalissimo parare, violando la par condicio… ): basta alla libera concorrenza nel settore informatico che ha portato al monopolio di poche aziende, molte delle queli straniere e avvio di un processo di reindustrializzazione del settore con un intervento attivo da parte dello Stato.

La voglia di spegnere il modem e sconnettersi si fa ancora più forte e prende il sopravvento su tutto quando scopriamo che sui siti dell’Italia dei Valori, della Fiamma Tricolore e di Democrazia Europea, Internet non compare neanche per sbaglio all’interno dei rispettivi programmi.

E ‘ meglio andare a dormire…

Cosa concludere, dopo questa serata di navigazione tra i mari della politica italiana?

Le forze politiche italiane hanno, finalmente, tutte un sito e stanno lentamente avvicinandosi alla promozione delle loro idee attraverso Internet, ma i progetti per il futuro della Rete sono ben pochi e, quel che è peggio, sono solo vaghe idee…

Ma siamo ottimisti: cinque anni fa, facevano fatica ad esistere i siti dei politici, oggi si sono moltiplicati, magari tra cinque anni, alle prossime elezioni, si incomincerà a parlare di internet…

Marcello Tansini
Webmasterpoint.org

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Pubblicato il 7 mag 2001
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