WebTheatre/ Un gatto come tutti

WebTheatre/ Un gatto come tutti

di G. Niola - Animazione per rappresentare le (dis)avventure amorose di un felino immerso in un mondo di umani senza volto. L'uso sofisticato dell'animazione in Rete
di G. Niola - Animazione per rappresentare le (dis)avventure amorose di un felino immerso in un mondo di umani senza volto. L'uso sofisticato dell'animazione in Rete

Se in televisione e al cinema l’animazione rimane un prodotto sostanzialmente pensato e indirizzato primariamente all’infanzia (sebbene negli ultimi anni siano cresciuti i film con più livelli di lettura, il target primario rimane sempre lo stesso), in rete questa si sta sviluppando in un’altra direzione.
Pensata non per conquistare e far sognare ma per valicare i confini e le limitazioni espressive del live action, l’animazione in rete somiglia molto più ai fumetti che ai cartoni animati. Dalla forma più statica mutua l’umorismo corrosivo, l’ottica obliqua sulla realtà e la capacità di sintesi.
Influenzata dalla doppia necessità di brevità (brevità dei contenuti in rete e brevità dell’animazione in sé, dispendiosa da realizzare) l’animazione online è almeno nella metà dei casi un prodotto per adulti maturo e sensibile, audace e corrosivo.

franklin the cat

Non fa eccezione Franklin the Ladies’Cat , variazione nemmeno troppo lontana nel nome da Felix the Cat (di cui mutua anche i colori primari), esperimento del video artista Bard Edlund , nato come cortometraggio inviato a diversi festival e poi diventato (con molta calma) una webserie da un episodio al mese, al momento arrivata al secondo.
Si tratta di un misto di live action e animazione (come già erano My anime girlfriend o Drawn by pain ) condotto sullo schema della videoconfessione in stile documentario o intervista televisiva. Franklin il gatto parla con i suoi intervistatori, racconta la sua vita, le sue notti e le sue abitudini, soffermandosi molto sul rapporto con le donne. Ma mentre nelle parole magnifica le proprie conquiste, il proprio status e stile di vita, descrivendosi come un donnaiolo esigente, le immagini ne mostrano la miseria e la tristezza.

Assecondando una modalità di interazione tipica dei fumetti, per la quale un animale parlante si percepisce più di quanto non sia mentre gli altri esseri umani intorno a lui (che in Franklin the Ladies’Cat non sono mai mostrati in volto) lo trattano come tutte le altre bestie, la serie racconta con piglio divertito una miseria esistenziale senza pari.
In maniera molto diretta e senza giri di parole Franklin the Ladies’Cat rappresenta l’uomo medio di questi anni, con le sue aspirazioni deluse e l’anonimia da abitante di metropoli. L’amarezza dei racconti di Franklin parla di un vivere molto riconoscibile, lascia trasparire frustrazioni per nulla inedite, che dietro la metafora dell’animale assumono valenze universali.
Franklin è dotato di tutte le peggiori caratteristiche del maschio moderno, fanfarone, vanesio, spaventato dai sentimenti e fiero di sbandierare uno stile di vita fuggevole e arrogante. Tutto questo in un significativo e aperto contrasto con le sue fattezze e il modo timido e dimesso di parlare.

Nonostante un primo episodio da 6.000 visualizzazioni, il secondo è fermo sotto le mille, segno che le avventure di Franklin sono un prodotto decisamente più sofisticato del proprio pubblico di riferimento. Tuttavia anche produttivamente Bard Edlund ha fatto le cose per bene, sfruttando il nome che si era fatto, la forza dell’idea e il crowdfunding. La prima stagione di Franklin the Ladies’Cat (che deriva dal cortometraggio) è stata infatti co-finanziata via kickstarter con una campagna non molto esosa che però ha riscosso più di quanto richiesto. Prendere i soldi prima invece che anticiparli, come si fa solitamente per le webserie, è un mutamento che, se dovesse essere portato avanti potrebbe dare un senso (economico) maggiore a questa forma produttiva.

FRANKLIN THE LADIES’ CAT 1 – SUCCESSFUL CAT

FRANKLIN THE LADIES’ CAT 2 – COLD CAT

Gabriele Niola
Il blog di G.N.

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Pubblicato il 14 feb 2013
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