Wikileaks, soffiate per il Nobel

Wikileaks, soffiate per il Nobel

Il sito è stato promosso da un parlamentare norvegese per la candidatura al Premio Nobel per la Pace. Mentre online appare una foto del presunto corpo del reato di Assange e un libro definito diffamatorio dallo stesso fondatore di Wikileaks
Il sito è stato promosso da un parlamentare norvegese per la candidatura al Premio Nobel per la Pace. Mentre online appare una foto del presunto corpo del reato di Assange e un libro definito diffamatorio dallo stesso fondatore di Wikileaks

Avrebbe contribuito in maniera cruciale alla lotta per la tutela dei diritti umani, per difendere i principi democratici in tutto il Pianeta, in nome della vera libertà d’espressione. Il sito delle soffiate Wikileaks è stato così candidato al prossimo Premio Nobel per la Pace, per aver fatto luce su corruzione, crimini di guerra e torture in molti paesi del mondo .

La candidatura di Wikileaks è stata promossa da Snorre Valen, parlamentare norvegese socialista. In un post apparso sul suo blog ufficiale, Valen ha ricordato il recente ruolo interpretato dal sito di Julian Assange nella caduta definitiva del regime instaurato più di vent’anni fa dal presidente tunisino Zine al-Abidine Ben Ali .

Assange potrebbe dunque ritrovarsi a Stoccolma per ritirare un premio ambito, sulla scia di quanto già fatto da Barack Obama e – anche se non fisicamente – dall’attivista cinese Liu Xiaobo. Il founder di Wikileaks ha proprio recentemente ottenuto una medaglia d’oro per la pace e la giustizia, assegnatagli dalla Sydney Peace Foundation .

La fondazione australiana ha così deciso di offrire ad Assange un premio già guadagnato da Nelson Mandela, per “il suo eccezionale coraggio e la sua iniziativa in difesa dei diritti umani”. E ce ne vorrà di coraggio per affrontare le ultime polemiche che hanno circondato la sua figura.

Un dossier realizzato dalla polizia svedese è stato infatti trafugato per la conseguente pubblicazione online, a mostrare alcune foto del famoso condom strappato – secondo l’accusa in modo volontario – dal founder di Wikileaks. Il preservativo era stato conservato dalla presunta vittima Anna Ardin, poi consegnato agli agenti nell’ambito dell’ormai nota inchiesta contro Assange.

Lo stesso founder ha recentemente tirato in ballo un libro dal titolo Wikileaks: dentro la guerra alla segretezza di Julian Assange . Un volume scritto da alcuni ex-alleati di Assange, ora pubblicato dal quotidiano britannico The Guardian e bollato dallo stesso Assange come diffamatorio. Il suo avvocato ha minacciato azioni legali contro il quotidiano d’Albione.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
3 feb 2011
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