Roma – Wind è l’unica azienda, oltre a Telecom Italia, che può realizzare vere infrastrutture a banda larga in Italia; tra gli operatori di telefonia mobile in Italia ne rimarranno solo tre; è in vista la costituzione di una Banca per Wind; l’Autorità TLC è colpevole dei ritardi nel settore; il WAP è un flop… Questi i concetti base espressi da Tommaso Pompei, amministratore delegato del colosso delle TLC Wind, di cui ha ieri svelato le intenzioni.
Wind, che va rapidamente integrandosi con Infostrada, l’altro gigante controllato dall’ente pubblico dell’energia (ENEL), secondo Pompei sarà un perno strategico nello sviluppo dei servizi broadband in questo paese. “La banda larga – ha affermato Pompei – può essere realizzata solo da due operatori di telecomunicazione: noi e Telecom, perché occorrono capacità strategiche, larghe spalle dal punto di vista finanziario”.
L’arrivo delle tecnologie a banda larga nei piccoli comuni, ossia in quella parte di territorio finora trascurato dalle offerte ADSL, secondo Pompei finisce per essere in ritardo a causa di “problemi burocratici” che nascono “per l’incrociarsi di progetti di diverse società”.
Ma il boss di Wind ha anche avvertito gli altri operatori di telefonia mobile oggi sul mercato. “Nessun paese europeo – ha detto – può sopportare più di tre operatori nella telefonia mobile”. E ha aggiunto che, in certi casi “c’è spazio per un quarto gestore di nicchia”. Sull’UMTS, ha continuato Pompei, “non c’è posto in Europa per tutti i 69 operatori che hanno ottenuto la licenza”.
Sull’UMTS Pompei vede rosa ma teme che si verifichino i flop che l’amministratore delegato considera essere non solo il WAP ma anche il GPRS. “Sono stati – ha spiegato – due flop tecnologici, innescati più dai costruttori di apparecchi che dai gestori. Il WAP si sapeva che era un flop e al GPRS non eravamo preparati. Occorrerà per l’UMTS specificare inizialmente i limiti perché invece nel lungo periodo sarà un grande successo. Nel 2002 diremo tutti che saremo partiti con l’UMTS”. Aggiungendo uno stupefacente: “Lo faremo anche noi ma non sarà vero”. Per Pompei fino al 2004 non si può pensare di parlare di “vero UMTS”.
Quando l’UMTS partirà, allora torneranno agli operatori anche i costi delle licenze ma “non prima del 2006/2007”. Costi che comunque secondo Pompei sono frutto di una “analisi grossolana” da parte dei governi. Costi ai quali vanno aggiunti “anche i 10mila miliardi che occorrono per realizzare la rete e i circa 7-8mila miliardi per gli altri investimenti”.
Sulle tariffe telefoniche Pompei se l’è presa con l’Autorità TLC che “si è mossa in ritardo” perché “solo recentemente ha detto che le tariffe devono essere comprensive di Iva”. “La trasparenza delle tariffe telefoniche – ha spiegato – è il primo meccanismo a difesa del consumatore”. E ha auspicato una “battaglia di civiltà” per consentire agli utenti di non doversi districare nel coacervo che oggi è costituito da 289 diverse tariffe.
Prima di concludere la sua arringa alla Scuola di Polizia Tributaria dov’era intervenuto, Pompei ha confermato che, insieme a Banca Sella, Wind sta realizzando una banca per la quale manca solo l’autorizzazione di Bankitalia. Ma già a Natale sarà attiva Mobilmat, società di pagamento mobile realizzata con Banca Sella. L’obiettivo, ha concluso Pompei, è dare al telefonino anche le funzionalità di un bancomat o di una carta di credito…