Windows Phone, niente porno

Windows Phone, niente porno

Microsoft ha fornito tutti i dettagli relativi al futuro marketplace per Windows Phone 7. Presto sarà disponibile l'hardware, ma nel frattempo i creatori di app spinte sono avvisati: di qui non si passa
Microsoft ha fornito tutti i dettagli relativi al futuro marketplace per Windows Phone 7. Presto sarà disponibile l'hardware, ma nel frattempo i creatori di app spinte sono avvisati: di qui non si passa

Dopo aver rivelato i punti cardine del futuro Windows Phone Marketplace – abbonamento annuale, un solo canale di distribuzione, approvazione preventiva di ogni applicazione, supporto alle versioni di prova e al modello di business adware – Microsoft ha sfruttato la conferenza TechEd per fornire agli sviluppatori maggiori dettagli sulle policy che regolamenteranno l’approvazione, la certificazione e la distribuzione delle applicazioni.

Come già noto, gli sviluppatori che vorranno pubblicare i propri lavori sull’app store di Windows Phone 7 dovranno sottoscrivere un abbonamento annuale dal costo di 99 dollari . Ora BigM ha specificato che questo abbonamento non pone alcun limite sul numero delle applicazioni a pagamento pubblicate, mentre fissa a cinque il numero massimo di programmi gratuiti e privi di pubblicità (freeware) che sarà possibile distribuire attraverso il market: per ogni successiva applicazione freeware gli sviluppatori dovranno sborsare 20 dollari. Questa politica è chiaramente tesa a scoraggiare il proliferare incontrollato di software gratuito , dalla cui distribuzione Microsoft non ricava alcun guadagno diretto.

Limitando le applicazioni gratis BigM vuole evitare, da un lato, un sovraccarico del processo di approvazione e certificazione delle applicazioni, e dall’altro lato il verificarsi degli effetti collaterali che oggi affliggono l’Android Market: elevato numero di applicazioni ridondanti, difficoltà da parte degli utenti nel cercare e filtrare i programmi, ridotta visibilità delle applicazioni a pagamento.

Va inoltre osservato che buona parte delle applicazioni gratuite presenti sull’App Store e sull’Android market sono versioni ridotte di prodotti a pagamento: questa pratica su Windows Phone Marketplace non avrà ragione d’esistere. Grazie alla Trial API , gli sviluppatori di applicazioni per Windows Phone potranno combinare nello stesso programma versione dimostrativa (trial), versione ridotta (freemium) e versione completa (full), stabilendo per altro la durata della trial a proprio piacimento . L’aspetto più interessante di questo approccio è dato dai freemium , ovvero da quelle applicazioni o giochi gratuiti di cui gli utenti potranno sbloccare funzionalità o livelli extra dietro a una certa somma di denaro.

Come spiegato lo scorso marzo, gli utenti che decideranno di acquistare la versione completa di un software per Windows Phone 7 non dovranno necessariamente riscaricarlo: dopo l’acquisto, tutte le funzionalità del programma (sia esso trial, adware o freemium) verranno infatti istantaneamente sbloccate.

Diverso l’approccio dell’Android Market , dove gli utenti possono provare qualunque applicazione a pagamento per un massimo di 24 ore: dopo tale periodo di tempo, il prezzo dell’applicazione non viene più rimborsato (è possibile chiedere il rimborso una sola volta per applicazione). Seppure piuttosto efficace, questo sistema risulta meno flessibile rispetto a quello di Microsoft: per gestire i freemium, infatti, gli sviluppatori sono obbligati a rilasciare e gestire due differenti versioni della stessa applicazione.

Come accade con l’attuale Marketplace per Windows 6.5 e con l’App Store di Apple, Microsoft tratterrà agli sviluppatori il 30 per cento degli introiti provenienti dalle applicazioni vendute attraverso il Windows Phone Marketplace. Il futuro negozio online di Microsoft ha molti altri punti in comune con quello di Apple, quali la piena libertà degli sviluppatori di fissare il prezzo delle proprie applicazioni e il completo bando del porno . A questo proposito il colosso di Redmond è stata chiara: sul Windows Phone Marketplace non saranno ammessi contenuti pornografici o di sesso esplicito, siano essi sottoforma di testo, immagini o banner pubblicitari.

Gli utenti potranno acquistare giochi, applicazioni e altri contenuti registrandosi con un Live ID e associandovi una carta di credito. Di tutte le applicazioni acquistate verrà tenuta traccia online, in questo modo l’utente potrà disinstallarle e riscaricarle in qualsiasi momento, anche in seguito al cambio di dispositivo. Sarà inoltre possibile accedere al Marketplace anche attraverso Dorado , il software che già accompagna Zune e che in Windows Phone 7 rimpiazzerà i precedenti ActiveSync e Centro gestione dispositivi Windows Mobile .

Microsoft ha ribadito che in Windows Phone 7 non ci saranno canali di distribuzione alternativi a Marketplace : come nel caso dell’App Store di Apple, questa scelta ha principalmente lo scopo di limitare l’esposizione dell’utente a potenziali fonti di malware o di programmi mal scritti e di massimizzare gli introiti provenienti dalla vendita delle applicazioni.

Questa regola varrà anche per gli utenti business : le aziende che vorranno distribuire le proprie applicazioni ai loro dipendenti o, più in generale, ad una ristretta cerchia di persone, potranno farlo in forma privata ma solo all’interno dello store di Microsoft. Simili canali privati saranno riservati anche agli sviluppatori , che potranno ad esempio utilizzarli per distribuire le beta dei loro software ai vari tester. Gli sviluppatori potranno avvantaggiarsi anche di altri servizi, quali ad esempio un sistema di notifiche push con cui gli utenti potranno inviare all’autore di un programma commenti o segnalazioni di bug.

Le policy integrali che regolamenteranno il Windows Phone Marketplace possono essere scaricate dal sito developer.windowsphone.com .

Stando a quanto riportato da Engadget , l’arrivo dei primi toolkit di sviluppo hardware per Windows Phone 7 è ormai vicinissimo. Microsoft non ha tempo da perdere se vuole evitare che la sua piattaforma mobile rimanga schiacciata tra Android e iPhone.

Alessandro Del Rosso

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Pubblicato il
8 giu 2010
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