World of Ends

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di Doc Searls e David Weinberger - Cos'è Internet e come smettere di confonderlo con qualcos'altro (Testo tradotto da P. Valdemarin)
di Doc Searls e David Weinberger - Cos'è Internet e come smettere di confonderlo con qualcos'altro (Testo tradotto da P. Valdemarin)


Ripubblichiamo un importante articolo sulla natura della rete il cui sito originale è qui e che è stato tradotto in italiano tra gli altri da Paolo Valdemarin, che lo ha integralmente pubblicato qui e che ringraziamo per aver concesso a Stand By la ripubblicazione della traduzione (le note richiamate nel testo sono in calce all’ultima pagina).

Ci sono errori ed errori.
Da alcuni errori impariamo. Cose come credere che vendere giocattoli per animali sul web sia un modo eccezionale per diventare ricchi non le faremo più.

Ci sono altri errori che continuiamo a ripetere. Per esempio credere che

…il Web, come la televisione, sia un modo per tenere inchiodati gli occhi della gente mentre i pubblicitari li inondano di messaggi
…la Rete sia qualcosa che le aziende di telecomunicazioni dovrebbero filtrare, controllare e comunque “migliorare”
… per gli utenti poter comunicare usando diversi sistemi di instant messaging sia una brutta cosa
… la Rete soffra di una mancanza di regole a protezione delle aziende, e che queste se ne sentano di conseguenza minacciate.

Quando si parla di Rete, molti di noi soffrono della Sindrome Da Errori Ripetuti. Questo è vero in particolare per gli editori di periodici e quotidiani, reti televisive, le industrie discografica e cinematografica, le società telefoniche solo per nominarne sei.

Grazie all’enorme influenza di cui godono queste industrie a Washington (e a Roma, n.d.t.) la Sindrome da Errori Ripetuti affligge ministri e parlamentari ed in alcuni casi anche i tribunali. L’anno scorso la radio via Internet, una promettente nuova industria che minacciava di dare agli ascoltatori un tipo di scelta che avrebbe superato di gran lunga qualunque cosa attualmente offerta dalle tradizionali reti AM ed FM (ferme all’età della pietra dal punto di vista tecnologico), fu vittima di un brutale linciaggio. Le armi, le munizioni e l’occasionale urlo d’eccitazione furnono forniti dall’industria discografica e dal Digital Millennium Copirght Act, una legge che incorpora tutte le paure dei dinosauri di Hollywood e che fu da questi spinta al Congresso nel 1998.

“Internet percepisce la censura come un malfunzionamento e quindi la aggira” disse John Gilmore. Ed è vero. Alla lunga, la radio via Internet avrà successo. I sistemi di instant messaging verranno connessi tra loro. Stupide aziende diventeranno più furbe oppure moriranno. Stupide leggi verranno superate o sostituite. Ma è anche vero che, come disse John Maynard Keynes, “Alla lunga saremo tutti morti”.

Preferiremmo evitare l’attesa.

Tutto quello che dobbiamo fare è prestare attenzione a cosa Internet sia veramente. Non è difficile. La rete non è scienza nucleare. A dire il vero non è neanche scienza da terza media se si arriva al nocciolo. Possiamo fermare la tragedia della Sindrome da Errori Ripetuti nel corso delle nostre vite ? e risparmiare alcune migliaia di miliardi di dollari sprecati in decisioni stupide ? se solo riuscissimo a tenere a mente che la rete è un mondo di estremità. Voi siete ad un’estremità, e tutto e tutti sono alle altre estremità.

Certo, questa è un’affermazione ottimistica sul fatto che tutti hanno valore in Rete, eccetera, eccetera. Però è anche un solido fatto a proposito dell’architettura tecnica della rete. Ed il valore di Internet si fonda sulla sua architettura tecnica.

Fortunatamente la vera natura di Internet non è difficile da comprendere. A dire il vero si può riassumere in un pugno di affermazioni che separano la Sindrome Da Errori Ripetuti dall’Illuminazione.

In breve
1. Internet non è complicato.
2. Internet non è una cosa. È un accordo.
3. Internet è stupido.
4. Aggiungere valore ad Internet abbassa il suo valore.
5. Tutto il valore di Internet si sviluppa ai suoi margini.
6. I soldi si spostano verso la periferia.
7. Un mondo estremo? No, il mondo delle estremità.
8. Le tre virtù di internet:
8a. Nessuno lo possiede
8b. Tutti lo possono usare
8c. Tutti lo possono migliorare

9. Se internet è così semplice, perchè così tanti ci hanno sbattuto la testa?

10. Alcuni sbagli che possiamo già fermare.


1 – Internet non è complicato
L’idea iniziale dietro ad Internet era quella di sfruttare l’incredibile potenza della semplicità ? tanto semplice quanto la forza di gravità nel mondo reale. Solo che invece di trattenere piccoli sassi attorno a sassi più grandi, Internet è stato progettato per tenere assieme piccole reti, trasformandole in una rete più grande.

Il modo per realizzare quest’obiettivo è quello di rendere semplicissimo per queste reti spedire e ricevere dati tra loro. Per questo Internet è stato progettato per essere il modo più semplice immaginabile per far arrivare i bit da un qualunque punto A ad un qualunque punto B.

2 – Internet non è una cosa. E’ un accordo
Quando guardiamo ai pali della luce vediamo reti e cavi, e li concepiamo come parte di diversi sistemi: il sistema telefonico, il sistema elettrico o altri.

Quando ascoltiamo la radio o guardiamo la televisione, nel corso di ogni interruzione ci ripetono che le reti televisive sono produttori di contenuti che ci vengono inviati via etere o via cavo.

Però Internet è una cosa diversa. Non è una cablatura. Non è un sistema. Non è neanche un produttore di contenuti.

Internet è un modo attraverso il quale tutte quelle cose chiamate reti possono coesistere e collaborare. E’ letteralmente un inter?network, una connessione di reti.

Quello che rende la “net” inter è il fatto che si tratta semplicemente di un protocollo, per la precisione l’Internet Protocol (IP). Un protocollo è un accordo su come le cose diverse debbano funzionare assieme.

Questo protocollo non specifica cosa la gente può fare con la rete, cosa può essere costruito alle estremità di questa rete, cosa possono dire o chi debba parlare. Il portocollo semplicemente dice: se volete scambiarvi dei bit, questo è il metodo. Se volete collegare un computer ? o un telefono cellulare o un frigorifero alla rete, dovete concordare con l’accordo che costituisce Internet.


3 – Internet è stupido
Il sistema telefonico, che non è Internet (almeno non ancora), è dannatamente intelligente. In ogni momento sa chi stia chiamando chi, dove si trovano, se stanno scambiando dati o stanno parlando, da quanto lontano si parlino, quanto costa la chiamata, eccetera. Fornisce anche dei servizi interessanti solo per le reti telefoniche: avviso di chiamata, trasferimento di chiamata, identità del chiamante ed un sacco di altri servizi che le società di telecomunicazioni amano vendere.

Internet dall’altra parte è stupido (1), e lo è apposta. I progettisti originali si assicurarono che la rete più grande e più estesa fosse stupida quanto una pietra.

Internet non è a conoscenza di un sacco di cose che le reti intelligenti, come quelle telefoniche, sanno: identità, permessi, priorità, eccetera. Internet è a conoscenza di un’unica cosa: questo mucchio di bit deve muoversi da un capo all’altro della rete.

Ci sono delle buone ragioni di tipo tecnico per cui questa stupidità è in effetti una buona cosa. La stupidità è testarda. Se un router si rompe, i pacchetti di dati trovano un percorso alternativo, e la rete funziona comunque. Grazie alla sua stupidità, Internet accetta nuovi dispositivi e nuove persone ed è di conseguenza in grado di svilupparsi velocemente ed in ogni direzione. Inoltre è semplice per i progettisti includere un accesso alla rete in qualunque dispositivo – telecamere, telefoni, sistemi d’allarme – che esistono alle estremità della rete.

Quindi “Stupido è bello” ha poco a che fare con la tecnologia, e molto a che fare con il valore…


4 – Aggiungere valore ad Internet abbassa il suo valore
Per quanto suoni strano, è vero. Se ottimizzate una rete per un singolo tipo d’applicazione, la peggiorate per altri tipi d’applicazione. Per esempio, se fate in modo che una rete possa dare priorità alle comunicazioni audio e video, pensando che sono queste a dover arrivare più velocemente, vuol dire che state facendo aspettare altre applicazioni. Nel momento in cui questo dovesse succedere, avreste trasformato Internet da qualcosa semplice e per tutti in qualcosa complicato e dedicato ad un solo scopo. Non sarebbe più Internet.

5 – Tutto il valore di Internet si sviluppa ai suoi margini
Se Internet fosse stato una rete intelligente, i suoi progettisti avrebbero previsto la necessità di buoni motori di ricerca e avrebbero costruito delle funzioni di ricerca nella struttura stessa della rete. Ma siccome quei progettisti erano intelligenti, hanno creato una rete stupida. Questo significa che servizi di ricerca possono essere costruiti ed erogati da uno qualunque dei migliaia di nodi estremi della rete. Dal momento che chiunque può offrire servizi dal proprio nodo, diversi motori di ricerca sono entrati in competizione, offrendo una vasta scelta agli utenti ed innescando formidabili innovazioni.

I motori di ricerca sono solo un esempio. Dal momento che l’unica cosa che Internet effettivamente fa è spostare bit da un estremo all’altro, gli innovatori sono in grado di creare qualunque tipo di iniziativa o servizio potendo contare su Internet per spostare i dati. Nessuno deve chiedere permesso al proprietario di Internet o al Direttore Generale per la Priorità dei Servizi. Vi è venuta un’idea? Sviluppatela. Ogni volta che lo farete il valore di Internet aumenterà.

Internet ha creato un mercato libero dell’innovazione. Questa è la chiave del valore di Internet. Ma allo stesso tempo…


6 – I soldi si spostano verso la periferia.
Se tutto il valore di Internet si trova ai suoi margini, la stessa connettività di Internet vuole trasformarsi in una commodity. E dovrebbe poterlo fare.

La fornitura di commodity è un buon affare, ma bisogna resistere ad ogni tentativo di aggiungere valore ad Internet. Per essere specifici: coloro che forniscono accesso ad internet finiscono sempre per voler fornire anche contenuti e servizi, anche perché la pura e semplice connettività costa troppo poco. Ma solo mantenendo queste funzioni separate potremo consentire al mercato di definire autonomamente dei costi ottimali sia per l’accesso alla rete, sia per i contenuti ed i servizi (2)

7 – Un mondo estremo? No, il mondo delle estremità.
Quando Craig Burton descrive la stupida architettura della rete come una sfera vuota composta solo da estremità (3), rappresenta un’immagine che coglie l’essenza dell’architettura di Internet: togliete il valore dal centro e consentirete l’incredibile fiorire di valore tra le diverse estremità collegate tra loro. Questo perché, ovviamente, quando ogni estremità è collegata ad ogni altra, le estremità non sono più affatto agli estremi.

E cosa facciamo noi estremità? Qualunque cosa che può essere fatta da chiunque voglia spostare bit in giro.

Cogliete il nostro esntusiasmo quando diciamo “qualcunque cosa” e “chiunque”? Questo entusiasmo deriva direttamente dall’architettura semplice e stupida della rete.

Dal momento che Internet è un accordo, non appartiene a nessun gruppo o persona. Non alle aziende che forniscono le connessioni internazionali. Non agli ISP che ci forniscono l’accesso. Non alle aziende che forniscono hosting per i nostri server. Non alle associazioni di industrie che credono che la loro stessa esistenza sia minacciata da ciò che noi facciamo sulla Rete. Non ad alcun governo, a prescindere da quanto sinceramente stia tentando di tenere i propri cittadini tranquilli ed al riparo.

Connettersi ad Internet equivale ad essere d’accordo per lo sviluppo di vaolre alle sue estremità. A quel punto succede qualcosa di veramente interessante. Siamo tutti connessi allo stesso livello. Le distanze sono irrilevanti. Gli ostacoli cadono e per la prima volta il bisogno umano di connettersi può esistere senza barriere.

Internet ci offre per la prima volta i mezzi per diventare un mondo di estremità.



8 – Le tre virtù di Internet
Quindi, questa è la verità su Internet. Visto? Vi avevamo detto che era semplice.

Ma tutto questo cosa implica per il comportamento che dovremmo adottare, e soprattutto quello che dovrebbero adottare le grandi aziende ed i governi che fino ad oggi si sono comportati come se possedessero Internet?

Ci sono tre regole elementari di comportamento che sono legate alla natura stessa di Internet:

Nessuno lo possiede
Chiunque lo può usare
Chiunque lo può migliorare

Vediamole in dettaglio…

8.a Nessuno lo possiede
Non può essere posseduto, neanche dalle aziende attraverso le cui “tubature” passa, perché è un accordo, non è una cosa. Internet non solo è di dominio pubblico, Internet è il dominio pubblico.

E questa è una cosa buona:

Internet è una risorsa affidabile. Possiamo costruirci sopra del business senza dovreci preoccupare che un domani la Internet S.p.A. possa costringerci ad un aggiornamento, ci possa raddoppiare i prezzi o possa essere comprata da un nostro concorrente.
Non dobbiamo preoccuparci che alcune apparecchi possano funzionare con certi fornitori ma non con altri, come succede oggi con i telefoni cellulari negli Stati Uniti.

Non dobbiamo preoccuparci che certe funzioni siano compatibili solo con le piattaforma di Microsoft, Apple o AOL ? perché il funzionamento della rete è stabilito al di fuori da queste aziende, non alla portata del loro controllo.

La manutenzione della rete è delegata a tutti i suoi utilizzatori, non ad un qualche provider centralizzato che un domani potrebbe fallire, e noi tutti siamo una risorsa molto più affidabile e stabile di quanto un qualunque gruppo centralizzato potrà mai essere.



8.b Chiunque lo può usare
Internet è stato costruito per includere tutti sul pianeta.

È vero, solo un decimo della popolazione mondiale ? solo un po’ di più di 600.000.000 di abitanti ? al momento accede ad Internet. Questo perché la parola “può” nella frase “Chiunque lo può usare” è soggetta all’inequità della fortuna. Ma se siete abbastanza fortunati da possedere la ricchezza materiale per una connessione ed un apparecchio per connetterti, la rete non impone alcun ostacolo alla partecipazione. Non dovete avere un amministratore di sistema che vi consenta di accedere. Internet lascia apposta i permessi fuori dal sistema.

Questo è anche il motivo per cui Internet percepisce consì tanti di noi come una risorsa naturale. Tutti noi ci siamo avvicinati alla rete come se fosse una parte della stessa natura umana che aspettava solo di succedere ? come parlare e scrivere. Oggi essere collegati ad Internet è una componente stessa dell’essere umani.

8.c Chiunque lo può migliorare
Chiunque può rendere Internet un posto migliore in cui vivere, lavorare e crescere i propri figli. Ci vorrebbe un vero testardo con una volontà d’acciaio per peggiorarlo.

Ci sono due modi per renderlo migliore. Per prima cosa potreste costruire dei servizi alla vostra estremità che tutti potrebbero usare. Fate il servizio gratuito, uppure fate pagare la gente per usarlo, chiedete offerte, è completamente indifferente.

Secondo, potete fare qualcosa di più importante: creare un intero nuovo tipo di servizi “al margine della rete” inventandovi un nuovo tipo di accordo. È in questo modo che è stata creata la posta elettronica. Ed i newsgroup. Anche il web stesso. I creatori di questi servizi non si sono inventati solo delle applicazioni, e di sicuro non hanno modificato i protocolli di Internet. Quello che loro hanno fatto è stato inventare nuovi portocolli in grado di sfruttare Internet così com’è, un po’ come il sistema per trasmettere immagini dei fax era in grado di funzionare senza dover modificare la rete telefonica esistente.

Ma ricordate che se vi inventate un nuovo tipo di accordo, se volete che possa generare valore alla velocità con cui è cresciuta la rete, dev’essere aperto ed accessibile a tutti e non dev’essere di proprietà di qualcuno. Questo è esattamente il motivo per cui i sistemi di Instant Messaging non sono riusciti a sfruttare a pieno il loro potenziale: i sistemi più usati oggi ? AIM di AOL, ICQ e Microsoft MSN Messenger ? sono territori privati che possono funzionare sulla rete, ma che non sono parte della rete. Quando finalmente Microsoft e AOL si decideranno a fare in modo che i loro sistemi IM possano funzionare usando uno stupido protocollo che non sarà prorpietà di alcuno e chiunque lo potrà usare, allora avranno migliorato enormemente la rete. Fino ad allora continueranno ad essere semplicemente stupidi, e non nel senso buono.


9 – Se internet è così semplice, perchè così tanti ci hanno battuto la testa?
Potrebbe essere perchè le tre virtù di Internet sono l’antitesi di come i governi e le aziende vedono il mondo?

Nessuno lo possiede: Le aziende si misurano per ciò che possiedono, così come i governi si misurano per ciò che controllano.

Chiunque lo può usare: Nel business, vendere beni significa trasferire diritti esclusivi da chi vende a chi acquista; per i governi fare leggi vuol dire imporre restrizioni alla gente.

Chiunque lo può migliorare: Aziende e governi adorano i ruoli e le autorizzazioni. Fare certe cose o apportare certi cambiamenti dev’essere cosa strettamente concessa a ristretti gruppi di persone.

Le aziende ed i governi per loro stessa natura sono predisposti a non capire la natura di Internet.

C’è un’altra ragione per cui Internet non è stato in grado di spiegare sé stesso: l’industria dello spettacolo e l’intrattenimento, con tutti i suoi soldi, preferiva di gran lunga continuare a dirci che Internet era solo una TV molto lenta.


10 – Alcuni sbagli che possiamo già smettere di fare
Le aziende il cui valore deriva dalla distribuzione di contenuti in modi che i mercati non vogliono più ? ci sentite discografici? ? possono smettere di pensare che i bit siano degli atomi senza peso. Non riuscirete mai ad impedirci di copiare i bit che vogliamo. Perché non provate invece a darci delle buone ragioni per cui dovremmo comprare la musica da voi? Cavolo, potremmo anche aiutarvi a vendere la vostra roba se ce lo chiedeste.

Ai tipi al governo che hanno confuso il valore di Internet con il valore dei suoi contenuti, potrebbero rendersi conto che manipolando i sistemi centrali della rete non crea altro che perdita di valore. In effetti, potrebbero rendersi conto che avere un sistema in grado di trasportare bit in modo trasparente, senza censure da parte di governi o aziende, è in effetti la più potente forza per lo sviluppo della democrazia e di mercati aperti della storia.

Le varie telecom potrebbero accettare il fatto che la stupida rete Internet inghiottirà presto le loro reti intelligenti. Potrebbero arrendersi adesso, prima di spendere centinaia di miliardi per combattere l’inevitabile.

Gli enti governativi preposti alla gestione dell’etere potrebbero notare che il valore dell’etere è uguale al vero valore di internet.

Coloro che cercano di censurare le idee, dovrebbero rendersi conto che la rete non sarà mai in grado di distiguere un bit buono da un bit cattivo. Qualunque tipo di censura dovrà essere sviluppato alle estremità della rete e comunque non funzionerà mai molto bene.

Forse alcune aziende che credono di poterci costringere ad ascoltare i loro messaggi e guardare i loro banner ed i loro spot invadenti si renderanno conto che la nostra capacità di saltare di sito in sito è parte integrante della natura della rete. Tanto varrebbe mettere dei banner che dicono “Salve! Noi non capiamo niente di Internet. Ah, a proposito: vi odiamo!”.

Adesso basta. Smettiamo di romperci la testa sui fatti della vita di Internet.

Non abbiamo altro da perdere se non la nostra stupidità.

NOTE

(1). See End?to?End Arguments in System Design (J.H. Saltzer, D.P. Reed and D.D. Clark. Also see David Isenberg’s Rise of the Stupid Network ..

(2) See The Paradox of the Best Network by Isenberg and Weinberger

(3) Doc’s interview with Craig Burton

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Pubblicato il
12 mar 2003
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