Xbox non fu la causa dell'incendio

Xbox non fu la causa dell'incendio

Lo sostiene Microsoft, che sottolinea come in una ormai famosa denuncia presentata in Illinois si faccia riferimento a Xbox 360 che però, all'epoca dei fatti, non era ancora in commercio
Lo sostiene Microsoft, che sottolinea come in una ormai famosa denuncia presentata in Illinois si faccia riferimento a Xbox 360 che però, all'epoca dei fatti, non era ancora in commercio

Engadget ne ha parlato il 24 maggio e da quel momento è un fiorire in rete di articoli su una vicenda tristissima che è ancora tutta da chiarire: secondo la famiglia di un bimbo deceduto nel 2004 in un incendio, i responsabili dell’accaduto sono Microsoft e la sua Xbox, oltreché il negozio Wal-Mart dove la Xbox presente in quella casa era stata acquistata nonché un produttore di forniture elettriche di cui non è noto il nome.

A sostenere una relazione tra Xbox e l’incendio è la denuncia che la famiglia ha depositato presso il Tribunale di Stato dell’Illinois, in cui si legge che “l’incendio è stato un risultato diretto del surriscaldamento dei cavi elettrici e della presa di Xbox”.

Stando alla denuncia, dunque, aver lasciato Xbox agganciata alla presa avrebbe portato ad una “catastrofe” che ha causato la tragica morte di Wade Kline. La famiglia chiede almeno 50mila dollari di danni.

Gaming Today riporta come, guardando le date riportate nella denuncia e quelle di commercializzazione del prodotto Microsoft, la Xbox sotto accusa non può che essere la prima versione della console videoludica, sebbene la denuncia dica altrimenti (va detto che più di 14 milioni di cavi di alimentazione della Xbox “first edition” furono ritirati da Microsoft nel febbraio del 2005 per problemi di sicurezza).

Una incongruenza che un portavoce Microsoft sottolinea: “Microsoft ha appreso recentemente di questo tragico incidente avvenuto nel dicembre del 2004. La nostra solidarietà va alla famiglia. Ma non abbiamo alcuna prova che Xbox abbia causato quell’incendio. Inoltre, la denuncia tira esplicitamente in ballo una Xbox 360, ma questa versione del prodotto non era neppure disponibile in commercio all’epoca”.

La ricostruzione della famiglia non convince nemmeno Wal-Mart, che per ora si è limitata a chiedere che il procedimento sia spostato dal Tribunale di Stato alla Corte distrettuale.

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Pubblicato il
31 mag 2007
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