XviD, fratellino di DivX, non morirà

XviD, fratellino di DivX, non morirà

Si avvia ad un lieto fine la vicenda della sospensione dello sviluppo del noto codec open source XviD, uno stretto parente di OpenDivX il cui codice era finito in un software proprietario
Si avvia ad un lieto fine la vicenda della sospensione dello sviluppo del noto codec open source XviD, uno stretto parente di OpenDivX il cui codice era finito in un software proprietario


San Diego (USA) – Alcuni dei fatti di cui si parla in questa notizia hanno finito per essere inghiottiti dall’afa (o dagli acquazzoni…) di agosto, ma ora sembra venuta l’occasione per ricapitolare e aggiornare una vicenda che si protraeva ormai da quasi due mesi e che ha messo a repentaglio la sopravvivenza di uno dei più noti codec video open source: XviD .

Nato dal codice sorgente di OpenDivX , la versione free del popolare codec video di DivXNetworks , XviD è un progetto nato nell’agosto del 2001 ad opera di Michael Militzer, uno studente tedesco che, nel giro di un anno, è riuscito a catalizzare l’attenzione di un numero elevato di programmatori open source provenienti da tutto il mondo. Il risultato degli sforzi del team di sviluppo capitanato da Militzer è un codec basato sullo standard MPEG-4 che, sebbene ancora non del tutto maturo, ha già saputo conquistare l’attenzione di migliaia di utenti per la sua qualità unita alla caratteristica di essere totalmente free e libero da royalty.

La cronaca della vicenda che vede per protagonista XviD inizia i primi giorni di luglio, periodo in cui Militzer si accorse che ampie porzioni del codice di XviD erano state utilizzate all’interno della versione 1.0 del codec video proprietario REALmagic MPEG-4 sviluppato da Sigma Designs , un’azienda californiana specializzata in chip e software per la codifica e la riproduzione di streaming video e DVD. Evitando di pubblicare il codice sorgente del proprio codec e rivendicandone essa sola il copyright, Sigma Designs violava di fatto la licenza GNU GPL sotto cui XviD viene rilasciato e le proprietà intellettuali degli autori di quest’ultimo.

Nonostante i ripetuti reclami e avvertimenti inviati dagli sviluppatori di XviD a Sigma Designs, quest’ultima si è limitata a rilasciare, durante la prima metà di agosto, una versione 1.1 del proprio codec in cui avrebbe, secondo quanto dichiara Militzer, “camuffato il codice incriminato attraverso vari trucchi di programmazione e di compilazione”.

Il 22 agosto Militzer commentava: “Siamo stati particolarmente ragionevoli con Sigma Designs offrendole ampie opportunità di risolvere la questione ma, apparentemente, nessuna delle nostre richieste è stata presa sul serio”. Così, lo stesso giorno Militzer decideva di cessare lo sviluppo di XviD fino a che Sigma Designs non avesse ammesso la violazione e preso i dovuti provvedimenti.

A venire in aiuto di Militzer e dei tanti sviluppatori stretti intorno al progetto XviD è arrivata, a poche ore di distanza dall’annuncio della sospensione dei lavori, DivXNetworks: in un comunicato, la mamma del DivX si diceva rattristata dallo svolgersi della vicenda sostenendo che avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per dirimere la disputa e far tornare il sole su quello che ha definito “uno dei progetti di sviluppo più interessanti nel panorama dei codec video”.

A pochissima distanza da questi eventi, con un tempismo che sembra lasciare ben poco spazio al caso, Sigma Designs ha annunciato la disponibilità dei codici sorgenti del proprio codec. Nel comunicato stampa che Sigma Designs ha divulgato il 22 agosto, ed in cui si dice “contenta di fornire alla comunità di sviluppatori un codec MPEG-4 open source”, non si fa il minimo riferimento alla questione inerente XviD: per conoscere le motivazioni che hanno portato l’azienda californiana a pubblicare il codice sorgente del proprio codec bisogna andare alla pagina del download , dove Sigma Designs spiega che “dopo un’analisi, è stato appurato che uno dei nostri programmatori, all’insaputa della direzione e contro la policy di Sigma, ha utilizzato alcune routine pubblicate da XviD sotto licenza open source”. L’azienda sottolinea anche di non aver mai avuto l’intenzione di realizzare profitti da questo codec.

“Sigma è una supporter di Linux e apprezza il lavoro della comunità open source”, si legge su di un comunicato. “Ci scusiamo sinceramente con la comunità open source per questo inavvertito uso di codice GPL e per le diverse settimane richieste per risolvere la situazione”.

Qualunque siano le ragioni che hanno spinto Sigma Design, dopo quasi due mesi di immobilismo, a rilasciare il codice del proprio codec sotto una licenza free, è quanto mai probabile che il progetto XviD, forte anche dell’eventuale appoggio legale fornitole da DivXNetwork, possa presto riprendere le proprie attività.

“Noi speriamo – si legge sulla mailing list DivX News distribuita ieri da DivXNetworks – che tutto verrà presto risolto e che i ragazzi di XviD potranno tornare al loro entusiasmante lavoro. Nel frattempo DivXNetworks offrirà tutto il suo appoggio al team dell’XviD nella battaglia per proteggere l’integrità del loro progetto”.

Dal proprio sito il progetto XviD ha promesso di fornire presto aggiornamenti sugli sviluppi della vicenda; sviluppi che, ancora una volta, potrebbero riconfermare come la vera forza delle licenze free stia, più che nelle clausole legali, nella libera accessibilità delle risorse.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
2 set 2002
Link copiato negli appunti