Yahoo! e la data retention del gambero

Yahoo! e la data retention del gambero

Il colosso di rete torna sui propri passi e annuncia un periodo di conservazione dei dati molto superiore a quello auto-imposto negli ultimi 3 anni. E' per il bene degli utenti e delle loro necessità di personalizzazione, dicono
Il colosso di rete torna sui propri passi e annuncia un periodo di conservazione dei dati molto superiore a quello auto-imposto negli ultimi 3 anni. E' per il bene degli utenti e delle loro necessità di personalizzazione, dicono

In ambito di data retention e gestione dei dati personali degli utenti, Yahoo! Inc. preferisce il passo del gambero: dopo aver deciso, quasi 3 anni or sono, di porre l’accento sulla tutela della privacy dei netizen anonimizzando i dati delle ricerche online dopo soli 90 giorni , la corporation annuncia ora un cambio in direzione contraria aumentando parecchio il numero di mesi in cui le informazioni verranno archiviate nella loro forma “grezza” con tanto di indirizzo IP per singolo utente.

Sunnyvale prova a spiegare che “durante gli ultimi 3 anni, il mondo in cui noi e le altre società offriamo servizi online e il modo in cui i clienti usufruiscono di Internet è cambiato radicalmente”. Ragion per cui, “per offrire ai clienti un’esperienza individualizzata più robusta” mantenendo nel contempo alti gli standard sulla “trasparenza” e la “possibilità di proteggere la privacy”, Yahoo! porta a 18 i mesi di archiviazione dei dati di ricerca “grezzi” .

Un anno e mezzo sarà “sufficiente” ad anonimizzare i dati dei log delle ricerche, dice Yahoo!, mentre per il resto dei dati la corporation è ancora in fase di valutazione su quale sia la migliore politica di data retention da adottare.

Il passo del gambero di Sunnyvale non piacerà a chi ancora ha a cuore la propria privacy, ma soprattutto mette Yahoo! in pericolosa rotta di collisione con l’Unione Europea e la sua direttiva sulla Data Protecion : Bruxelles ha stabilito che il numero di mesi per la data retention dei dati delle ricerche online è sei, una termine parecchio lontano da quello che Yahoo! ha deciso di adottare nella sua nuova politica aziendale.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
19 apr 2011
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