2010, destinazione ereader

2010, destinazione ereader

Editori e produttori affilano le armi in attesa che i lettori di ebook diventino popolari. In ballo c'è la salvezza delle notizie. E dell'editoria tradizionale
Editori e produttori affilano le armi in attesa che i lettori di ebook diventino popolari. In ballo c'è la salvezza delle notizie. E dell'editoria tradizionale

Il 2010 sarà l’anno dell’ereader, almeno stando a quanto dichiarato da chi li produce. A dimostralo è il grande fermento nel settore, con Amazon e Sony impegnate a firmare accordi con alcuni tra i più prestigiosi quotidiani online.

Tra i vari concorrenti il più attivo sembra proprio Sony: l’azienda giapponese ha reso nota pochi giorni fa l’alleanza con l’editore Dow Jones, di proprietà di NewsCorp. Sia il Wall Street Journal che MarketWatch.com entreranno quindi a far parte del marketplace dell’ereader nipponico. Per 15 dollari al mese si avrà accesso all’edizione del mattino del WSJ ma aggiungendo altri 5 dollari sarà possibile assistere in diretta allo streaming di notizie in tempo reale.

Per il CEO di Sony Howard Stringer si tratterebbe di una vera e propria missione di salvataggio delle news dalle grinfie di soggetti come Google News, l’aggregatore di notizie additato da molti editori come ladro di contenuti e vampiro di introiti pubblicitari. Lo stesso presidente di NewsCorp Rupert Murdoch ha espresso più volte, e con toni talvolta aspri , la propria disapprovazione per le attuali modalità di fruizione delle notizie da parte dei lettori.

Il mercato degli ereader potrebbe rappresentare quindi una sorta di approdo felice per gli editori, i quali sembrano però intenzionati a traslare sulla nuova piattaforma anche differenti strategie. Pare infatti che Amazon possa voler concedere a Scribd la possibilità di costituire un marketplace parallelo per contenuti generati dagli utenti.

Negli ultimi mesi del 2009 si è assistito al boom degli ereader ispirati al Kindle di Amazon: rivenditori online o produttori si sono avvicendati nel presentare la propria versione di quello che, visto il paradigma su cui insistono molti editori, sembra rappresentare l’ennesimo tentativo di far sopravvivere il modello di business dell’editoria cartacea anche nell’era di Internet.

Giorgio Pontico

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Pubblicato il 22 dic 2009
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