Le 5 competenze chiave per lo specialist dell'AI

Le 5 competenze chiave per gli specialist dell'AI

Quali sono le 5 competenze essenziali che deve possedere chi è incaricato di guidare lo sviluppo e l'adozione dell'AI in azienda con successo.
Le 5 competenze chiave per gli specialist dell'AI
Quali sono le 5 competenze essenziali che deve possedere chi è incaricato di guidare lo sviluppo e l'adozione dell'AI in azienda con successo.

L’intelligenza artificiale sta diventando una tecnologia fondamentale per le aziende, che nei prossimi anni la implementeranno sempre di più nei loro processi e prodotti. Dall’apprendimento automatico, all’analisi dei dati, ai chatbot, gli usi aziendali dell’AI sono molteplici e in rapida crescita.

Per gestire al meglio questa trasformazione, le aziende dovranno identificare degli specialist che supervisionino e guidino strategicamente l’implementazione di questa nuova tecnologia. Ma quali sono le caratteristiche chiave che queste figure dovranno avere per gestire con successo l’adozione dell’AI? Creatività, empatia, consapevolezza etica e altre competenze saranno fondamentali.

Come deve essere uno specialista dell’AI di domani

Cinque dirigenti esperti suggeriscono quali capacità definiranno il profilo ideale dello specialist dell’AI del futuro nelle aziende.

1. Visionario

Secondo Mukul Agrawal, directory of technology di Vistaprint, i futuri leader dell’AI nelle aziende non saranno i classici responsabili IT, ma figure con un profilo molto più tecnico e specializzato. Questi specialist dovranno avere una visione chiara su dove sta andando l’intelligenza artificiale non solo nell’immediato, ma anche tra 5-10 anni. Inoltre, dovranno avere competenze specifiche nelle tecnologie AI emergenti.

Agrawal sottolinea che lo sviluppo dell’AI richiede tempo e pazienza. Nonostante i rapidi progressi degli ultimi anni, servono molti anni di ricerca prima che questa tecnologia raggiunga la maturità. Perciò i leader dell’AI dovranno avere una visione di lungo termine, essere consapevoli dei costi e focalizzati sul generare valore per l’azienda grazie all’implementazione dell’intelligenza artificiale.

Secondo Agrawal, se i dirigenti senior avranno pazienza e le giuste competenze tecniche, potranno ricoprire con successo il ruolo di specialist dell’AI, fondamentale per guidare l’integrazione di queste tecnologie in azienda.

2. Influencer

Secondo Lily Haake, esperta di selezione di dirigenti tech presso la società Harvey Nash, i futuri specialist di successo nel campo dell’AI dovranno avere solide competenze tecniche come la conoscenza di machine learning, computer vision, framework IA e algoritmi.

Tuttavia, oltre alle competenze tecniche, queste figure dovranno possedere anche soft skills fondamentali come acume commerciale, capacità strategiche, individuazione di opportunità, visione sulle tecnologie emergenti e soprattutto capacità di leadership.

Queste figure dovranno saper influenzare e guidare il cambiamento all’interno dell’azienda, ispirando tutti i dipartimenti ad adottare l’intelligenza artificiale, anche se non avranno necessariamente responsabilità dirette di gestione.

3. Stratega

Secondo Nigel Richardson di PepsiCo, i futuri leader di successo nel campo dell’intelligenza artificiale dovranno capire quali sono i fattori che determinano realmente il vantaggio competitivo dell’azienda. Questo significa saper combinare sia le tecnologie tradizionali che quelle emergenti come l’AI.

Inoltre, è fondamentale che queste figure dedichino tempo a comprendere a fondo tutte le aree di business dell’azienda, pensando strategicamente al suo futuro, in modo da individuare quali tecnologie determinano il vantaggio competitivo.

Richardson è convinto che, abbracciare pienamente tecnologie come il cloud, il software as a service e l’AI, sviluppando rapidamente nuove capacità, sarà cruciale. Così come costruire piattaforme IT robuste, sicure e scalabili su cui sviluppare prodotti digitali e soluzioni di AI.

4. Lungimirante

Secondo Lisa Diehl di Freshpet, le grandi idee innovative per l’adozione dell’AI possono provenire anche da
dipartimenti non IT, come il customer service. Diehl sta valutando l’uso di ChatGPT per migliorare il servizio clienti, pur con le dovute cautele su sicurezza e privacy. Già utilizza chatbot AI per risposte automatiche e lasciare al personale le richieste più complesse.

Per Diehl, il successo di un specialist dell’AI dipenderà da quanto è capace di vedere le connessioni tra diversi aspetti, adottando un approccio trasversale. Ad esempio, uno specialist perspicace potrebbe raccogliere i dati dal customer service per informare i team di marketing e innovazione su come l’intelligenza artificiale può migliorare l’assistenza clienti e creare nuove opportunità di business.

5. Consapevole

Secondo Sasha Jory di Hastings Direct, il futuro specialist dell’AI dovrà essere una figura completa, con un solido bagaglio di competenze. Dovrà saper adattarsi ai cambiamenti, conoscere il business, il mercato e il team. Inoltre dovrà comprendere e gestire i nuovi rischi legati all’intelligenza artificiale, riconoscendo sia le opportunità che i pericoli.

Per Jory il specialist di successo nel campo dell’IA dovrà essere consapevole, ovvero pienamente cosciente che un’AI impiegata male può danneggiare azienda, clienti e dipendenti. Quindi oltre alle competenze tecniche, il leader dell’IA dovrà essere una figura completa, flessibile e soprattutto consapevole di rischi e responsabilità etiche che comporta la sua adozione.

Una nuova generazione di manager

L’intelligenza artificiale sta trasformando profondamente il mondo del lavoro così pure il ruolo dei manager aziendali, che, per rendere le aziende più efficienti e competitive, sono chiamati ad acquisire non solo nuove competenze, ma anche una nuova mentalità.

In primo luogo, l’automazione di molte attività ripetitive e a basso valore aggiunto attraverso l’AI, come nella logistica o nei call center, ridurrà alcuni ruoli ma ne creerà di nuovi, più qualificati e creativi. I manager dovranno guidare questa transizione, gestendo la formazione e la riqualificazione dei dipendenti.

In secondo luogo, le applicazioni di AI come il machine learning permetteranno di estrarre nuove informazioni e insight dai dati, migliorando le decisioni aziendali. Ma i manager dovranno sviluppare la capacità di comprendere e utilizzare in modo efficace questi sistemi per generare valore.

Infine, tecnologie come i robot o gli assistenti virtuali cambieranno le interazioni uomo-macchina sul posto di lavoro. Gli specialist aziendali dovranno quindi creare un ambiente in cui umani e macchine lavorino in armonia, con un approccio etico all’AI.

L’impatto dell’AI sulla cultura aziendale

L’adozione diffusa dell’intelligenza artificiale avrà un impatto anche sulla cultura organizzativa delle aziende. I manager, infatti, dovranno promuovere una cultura orientata all’innovazione, aperta al cambiamento e focalizzata sulla collaborazione uomo-macchina. Questo significa superare eventuali diffidenze verso l’AI, enfatizzandone invece le opportunità.

Ma richiederà anche attenzione ai rischi di delegare troppo all’algoritmo, preservando il ruolo insostituibile del pensiero umano critico. Una cultura equilibrata, basata su fiducia nella tecnologia e centralità della persona, sarà cruciale.

I manager giocheranno un ruolo chiave nel plasmare questa nuova cultura “AI-friendly”, attraverso la comunicazione interna, la formazione, e soprattutto dando l’esempio con il loro stesso approccio aperto, ma responsabile verso l’intelligenza artificiale.

Probabilmente, tutto ciò porterà anche alla nascita di molte professioni nuove, come i responsabili di Etica dell’AI, che avranno il compito di monitorare un utilizzo corretto e responsabile di queste tecnologie. Oltre a figure specializzate nella governance etica, è prevedibile che l’affermarsi dell’AI genererà nuovi ruoli anche in ambito tecnico e di gestione dei dati.

Ad esempio Data Scientist esperti in machine learning, ingegneri specializzati nello sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale, Information Architect focalizzati su raccolta e organizzazione dei dati per l’addestramento degli algoritmi.

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Pubblicato il
4 giu 2024
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