7 adolescenti su 10 hanno un amico AI, perché?

7 adolescenti su 10 hanno un amico AI, perché?

Boom di compagni AI tra i giovani: 7 adolescenti su 10 hanno chattato con intelligenze artificiali progettate per simulare relazioni umane.
7 adolescenti su 10 hanno un amico AI, perché?
Boom di compagni AI tra i giovani: 7 adolescenti su 10 hanno chattato con intelligenze artificiali progettate per simulare relazioni umane.

Mentre i genitori si preoccupano ancora di TikTok e Instagram, i loro figli stanno già vivendo in un mondo completamente diverso. Milioni di teenager americani passano ore a chattare con i chatbot AI. I numeri fanno impressione. 7 ragazzi su 10 hanno un compagno virtuale. E più della metà non la considera una curiosità o un passatempo, ma una parte normale della propria vita sociale.

La generazione AI: perché i teenager preferiscono i chatbot agli amici

I dati di Common Sense Media raccontano una storia che molti genitori faticano ancora a immaginare. Il 72% dei teenager americani tra i 13 e i 17 anni ha già sperimentato la compagnia dei cosiddetti “AI Companion“. Non stiamo parlando di ChatGPT per le ricerche scolastiche, ma di chatbot progettati specificamente per simulare conversazioni personali e intime.

I ragazzi usano Character.AI, Replika, ma anche ChatGPT e Claude per intrattenere dialoghi personali. Gli adolescenti li utilizzano regolarmente, e qualcuno anche tutti i giorni.

Perché l’AI è diventata l’amica perfetta?

I ragazzi si rivolgono ai compagni AI per intrattenimento, curiosità, consigli, e soprattutto perché sono sempre disponibili. È proprio questa disponibilità h24, senza giudizi o complicazioni, che rende l’AI così attraente agli occhi degli adolescenti alla ricerca di comprensione.

Un terzo dei teenager ammette di trovare le conversazioni con l’AI più soddisfacenti rispetto a quelle con amici reali. È un dato che dovrebbe far riflettere chiunque si occupi di educazione e benessere giovanile. Cosa spinge un adolescente a preferire una simulazione digitale all’imprevedibilità e alla ricchezza di una relazione umana?

Ma c’è anche un aspetto positivo che emerge dai dati. Il 39% dei ragazzi usa l’AI come campo di allenamento per le interazioni della vita reale. Provano battute, si esercitano nelle conversazioni, sperimentano modi di esprimere emozioni in un ambiente sicuro e privo di conseguenze sociali. La maggior parte dei ragazzi ha poi applicato le competenze sociali apprese con l’AI nelle situazioni reali.

I segnali d’allarme che non si possono ignorare

Il settore è già scosso da controversie drammatiche. Character.AI è sotto processo per il suicidio di un adolescente in Florida. Lo stesso ChatGPT ha causato in un ragazzo autistico episodi maniacali con sintomi psicotici.

Il dato più preoccupante è che solo la metà dei teenager si fida delle informazioni fornite dai compagni AI, eppure continua a usarli. È un paradosso che rivela la complessità di questa relazione. È come se i ragazzi sapessero che l’AI può mentire o dare consigli sbagliati, ma il bisogno di connessione e la comodità dell’accesso superano la razionalità. Inoltre, gli adolescenti più giovani (13-14 anni) si fidano di più dell’AI rispetto ai più grandi.

Fortunatamente, c’è ancora una barriera che tiene. L’80% dei ragazzi che usa i compagni AI dichiara di passare più tempo con gli amici reali che con i chatbot.

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Pubblicato il
22 lug 2025
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