AGCOM: multe in arrivo per chi ha guardato partite piratate

AGCOM: multe in arrivo per chi ha guardato partite piratate

Da 150 euro in su: il commissario AGCOM annuncia l'arrivo di multe, anche salate, per chi ha guardato le partite piratate in streaming.
AGCOM: multe in arrivo per chi ha guardato partite piratate
Da 150 euro in su: il commissario AGCOM annuncia l'arrivo di multe, anche salate, per chi ha guardato le partite piratate in streaming.

In arrivo multe da 150 a 5.000 euro per chi ha guardato partite di calcio piratate. A renderlo noto è Massimiliano Capitanio, commissario AGCOM, con un intervento su LinkedIn in cui fa riferimento a una tappa necessaria, anche se probabilmente impopolare.

Partite piratate: multe in arrivo per gli utenti

A ricevere le sanzioni non saranno solo gli utenti del pezzotto, ma anche quelli delle applicazioni Android e iOS ancora oggi disponibili per il download dagli store ufficiali di Google e Apple oltre che dai portali Amazon, senza dimenticare chi è solito raggiungere i siti indicizzati sui motori di ricerca.

Forse non è ancora chiaro che, a breve, arriveranno sanzioni da 150 a 5000 euro, e questo, come per tutte le multe, è un passaggio che si vorrebbe evitare ma che si è reso necessario, anche perché chi fa business illegalmente sta facendo credere agli ignari utenti che non succederà nulla (utente avvisato…).

Capitanio cita poi la Spagna come altro paese che ha scelto di combattere il fenomeno dello streaming illegale degli eventi sportivi con lo stesso pugno duro adottato in Italia, invocando un fronte comune europeo.

Nel frattempo anche la Spagna si muove nella stessa direzione. Un fronte comune in Europa non può che far bene.

Nel suo intervento, il commissario AGCOM non risparmia una stoccata ai motori di ricerca, che stando a quanto affermato ancora non collaborano come dovrebbero.

Lo strumento impiegato per contrastare il fenomeno della pirateria, che interessa in primis il calcio, è Piracy Shield, il cui funzionamento si è dimostrato in alcuni casi tutt’altro che perfetto, andando ad affossare siti legittimi. Sulla vicenda è intervenuta l’associazione di categoria Assoprovider, chiedendo maggiore trasparenza.

La multa da 5.000 euro, va ricordato, è prevista solo in situazioni di recidiva. Per la notifica della sanzione, in seguito alla richiesta di un giudice, i provider dovranno fornire informazioni a proposito degli indirizzi IP connessi alle risorse incriminate, in un determinato momento, oltre ai dati identificativi del titolare dell’utenza.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
11 mar 2024
Link copiato negli appunti