Alexa sarà ovunque e avrà la voce che vuoi tu

Alexa sarà ovunque e avrà la voce che vuoi tu

Amazon sta lavorando per rendere Alexa più intelligente, più diffusa e con una voce che sarà uguale a quella che si desidera ascoltare.
Alexa sarà ovunque e avrà la voce che vuoi tu
Amazon sta lavorando per rendere Alexa più intelligente, più diffusa e con una voce che sarà uguale a quella che si desidera ascoltare.

All’interno di uno speech Amazon dedicato al mondo Alexa traspare con chiarezza come il percorso dell’assistente vocale non sia ad un punto di arrivo ma, anzi, abbia percorso soltanto una minima parte della strada che il gruppo si è preposto. I margini di sviluppo, infatti, sono ancora estremamente ampi ed Amazon intende compierli lavorando su tre fronti paralleli:

  • sulla voce
  • sull’Intelligenza Artificiale
  • sulla pervasività

La voce è l’ambito sul quale ci si attende la prossima evoluzione: Amazon sostiene di poter portare sui propri dispositivi una voce simile ad un’altra dopo appena 1 minuto di ascolto. L’obiettivo è nobile e ambiguo al tempo stesso: poter portare una voce amica su Alexa, infatti, creerebbe maggior empatia e questa voce potrebbe peraltro essere quella di un qualche parente mancato: una buona idea dal punto di vista dell’assistente, non sempre una buona idea per quel complesso rito che fa capo all’elaborazione del lutto e che, se non ben affrontato, rischia di chiudere in gabbie mentali dalle quali si fatica ad uscire. Se quest’ultimo aspetto è più che altro afferente alla sfera ed alle scelte personali, resta la bontà di un’idea che evolve il concetto dell’assistente e lo avvicina all’uomo tramite suoni, accenti e parole “familiari”.

L’Intelligenza Artificiale ricopre il 90% delle possibilità evolutive del sistema poiché implica una sommatoria di sensori e di capacità di elaborazione tali per cui si possa arrivare davvero ad una miglior comprensione del contesto e, di conseguenza, alla possibilità di interagire in modo maggiormente proattivo con l’utenza che pone comandi e domande. La comprensione del senso comune delle cose, di indicazioni non sempre ben formalizzate e di istruzioni che necessitano di elementi da elaborare, possono portare Alexa ad un livello nuovo e ben più raffinato rispetto a quello attuale (tanto utile quanto meccanico, freddo, lontano dalla natura umana delle cose).

La pervasività farà il resto. Amazon la chiama “ambient intelligence” e rappresenta il potenziale di una Intelligenza Artificiale diffusa e distribuita, dove ogni dispositivo connesso abbia la possibilità di ascoltare, interagire, eseguire. Non solo Amazon Echo, dunque, ma una presenza più capillare ed invisibile, in grado di celarsi in qualsiasi dispositivo alimentato e connesso per poter portare ascolto, assistenza e sensoristica in modo distribuito. Ovunque.

Alexa (e gli altri assistenti vocali) ha ancora molta strada da poter compiere, insomma. Lavorare sulla voce equivale ad aumentare l’empatia per superare quel limite che Turing immaginava dividere l’uomo e la macchina attraverso la percezione. Lavorare sull’IA significa invece dotare gli assistenti di potenzialità maggiori, linguaggio naturale, possibilità di elaborare ragionamenti e di scoprire anomalie.

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Pubblicato il
23 giu 2022
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