La linea di CPU Shangai, la nuova generazione di microprocessori server a 45 nanometri di AMD già presente da tempo sul mercato, si rinnova con l’introduzione di 7 nuovi modelli, 5 dei quali specificamente pensati in un’ottica di risparmio energetico e ottimizzazione dei consumi , caratteristica ora più che mai vitale nei centri di elaborazione sottoposti a carichi di stress variabili nel corso delle 24 ore giornaliere.
Tre dei nuovi modelli di processori Opteron quad-core a basso consumo (“HE”) fanno parte della serie 2300 e costano dai 575 ai 316 dollari, mentre gli altri due (serie 8300) costano sino a 1.514 dollari. Tutti e cinque i modelli sono caratterizzati da consumi di Average CPU Power (ACP) da 55 watt e Thermal Design Power (TDP) da 79 watt.
Dotati di una velocità di clock variabile tra i 2,1 GHz e i 2,3 GHz, le CPU Opteron HE sono indirizzate a un segmento del mercato server che deve “massimizzare le performance durante le ore di picco riducendo nel contempo i costi energetici durante le ore di idle o di basso utilizzo”, secondo quanto comunica la stessa società produttrice.
“Quando siamo usciti per la prima volta sul mercato” con i nuovi processori Shangai, dice il direttore di business development per il mercato server di AMD John Fruehe, “abbiamo esordito con quelli caratterizzati da consumi standard, perché lì si trova il grosso del mercato” facendo poi seguire i modelli ad alta efficienza energetica (HE) e quelli ad alte prestazioni (SE), linea rinnovata dalle nuove versioni appena messe in commercio e pronte a equipaggiare sistemi server sviluppati da HP, Dell, Sun e Rackable Systems.
Accanto ai nuovi HE, inoltre, AMD ha commercializzato anche i nuovi prodotti di punta per quanto riguarda le pure performance dell’architettura Shangai , la CPU Opteron 2386 SE da 1.165 dollari e quella Opteron 8386 SE da 2.649 dollari. Entrambi i processori high-end sono caratterizzati da una velocità di clock di 2,8 GHz e da un consumo medio (ACP) di 105 watt, e sono indirizzati ai clienti con “i carichi di lavoro più intensivi”.
Alfonso Maruccia