Amnesty e EFF contro lo spyware di stato

Amnesty e EFF contro lo spyware di stato

Detekt riconosce i software di sorveglianza su computer di attivisti e si fregia del supporto di organizzazioni attive sul fronte dei diritti civili e digitali. In Cina, nel frattempo, la Grande Muraglia Digitale è sempre più alta
Detekt riconosce i software di sorveglianza su computer di attivisti e si fregia del supporto di organizzazioni attive sul fronte dei diritti civili e digitali. In Cina, nel frattempo, la Grande Muraglia Digitale è sempre più alta

Detekt è una nuova iniziativa sponsorizzata da Amnesty International, Electronic Frontier Foundation (EFF), Privacy International e la tedesca Digitale Gesellschaft, che si pone l’obiettivo di gettare luce sul problema degli spyware di stato installati dai governi cosiddetti democratici, come dalle dittature, sui PC degli attivisti dei diritti umani e dei giornalisti in giro per il mondo.

Al centro dell’iniziativa c’è il software open source omonimo, Detekt appunto, che può essere usato per fare la scansione del PC (Windows) alla ricerca di noti spyware commerciali progettati per tenere sotto controllo le attività dell’utente e carpirne le comunicazioni con l’esterno. Si tratta ovviamente di una soluzione tampone , che non necessariamente riconosce tutti i possibili spyware in circolazione e magari risulta inefficace rispetto a nuovi software di sorveglianza o versioni aggiornate di quelli già presenti nel database dello scanner, ma offre comunque un primo livello di verifica.

Le organizzazioni coinvolte nell’iniziativa Detekt mettono in guardia sul possibile falso senso di sicurezza che può derivare dalla mancanza di malware e spyware identificati sul PC, invitando attivisti e giornalisti – o anche chiunque altro sia preoccupato per gli effetti del codice malevolo asservito agli interessi più o meno illegittimi dei guardoni di stato – a consultare la guida anti-sorveglianza approntata da EFF .

Il problema degli spyware commerciali è grave, ma non meno gravi sono gli effetti della onnipresente Grande Muraglia Digitale sulla capacità dei netizen cinesi di accedere alla Internet mondiale: i filtri censori di Pechino si sono ora presi la briga di bloccare l’accesso a un intero network CDN (Content Delivery Network), un colosso del calibro EdgeCast che serve le necessità di interconnessione di organizzazioni e aziende grandi e piccole (Drupal, Mozilla e Gravatar tra gli altri) che non a caso risultano ora irraggiungibili in Cina.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
20 nov 2014
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