Anche Mozilla contro il tracciamento

Anche Mozilla contro il tracciamento

La foundation del panda rosso preannuncia l'implementazione di una funzionalità "do not track" in tempo per la prossima versione di Firefox. Si è andati troppo oltre con l'advertising, dice Mozilla
La foundation del panda rosso preannuncia l'implementazione di una funzionalità "do not track" in tempo per la prossima versione di Firefox. Si è andati troppo oltre con l'advertising, dice Mozilla

Il partito della “Do Not Track list” ingrossa le proprie fila accogliendo la nuova arrivata Mozilla, anch’essa convinta della necessità di “fare qualcosa” in merito alla pervasività del behavioural advertising e del tracciamento delle abitudini di navigazione degli utenti. La prossima versione di Firefox, dice la Foundation open source, implementerà una tecnologia che supporta la funzionalità di blocco del tracciamento entro la prima parte del 2011.

Invocata a gran voce dalla Federal Trade Commission statunitense, appoggiata prima da Microsoft e ora da Mozilla, la funzionalità “Do Not Track list” dovrebbe tagliare fuori il tracciamento non autorizzato – e sovente indesiderato – dei cookie e delle abitudini di navigazione dei netizen. Una pratica generalmente adottata dai network di advertising e dai siti di terze parti che secondo Mozilla si è spinta un po’ troppo oltre per essere ancora sopportabile.

Il problema non sono gli ad tagliati su misura, dice Mozilla, ma la necessità di restituire il controllo all’utente e riportare l’ago della bilancia in una posizione meno orientata verso le esigenze commerciali dei pubblicitari. “Dove vado su Internet è come vivo la mia vita – dice Mozilla annunciando l’introduzione della funzionalità anti-tracciamento – si tratta di una gran quantità di dati da gestire solo perché qualcuno mi fornisca degli ad “.

La Foundation statunitense ha annunciato l’intenzione di implementare la nuova funzionalità – su cui tra l’altro discute già da mesi – ma non ha fornito particolari dettagli in merito: ignota a questo punto le modalità di gestione di una “lista nera” di siti web e network impiccioni, se si tratti di un’opzione da abilitare a discrezione dell’utente più evoluto (opt-out) o se verrà abilitata di default.

A essere meno incerto è invece lo scarso interesse di Google per un sistema anti-pubblicitario per definizione come la do not track list : Mountain View dice che occorre stabilire con certezza il reale significato del termine “tracciamento” prima di imbarcarsi nell’adozione di un sistema anti-tracciamento. Ma Google, oltre a realizzare un browser web-sistema operativo che vorrebbe cambiare in meglio il web e addirittura l’attuale modello di impiego dei personal computer, vive quasi esclusivamente di introiti pubblicitari.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
21 dic 2010
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