Anche Telegram censura l'oppositore di Putin

Anche Telegram censura l'oppositore di Putin

Telegram ha bloccato i chat bot utilizzati dai collaboratori di Alexei Navalny per suggerire ai cittadini russi i candidati da votare alle elezioni.
Anche Telegram censura l'oppositore di Putin
Telegram ha bloccato i chat bot utilizzati dai collaboratori di Alexei Navalny per suggerire ai cittadini russi i candidati da votare alle elezioni.

Le elezioni per la Duma in Russia hanno evidenziato l’efficacia delle leggi introdotte per evitare la diffusione di informazioni “scomode” attraverso l’app Smart Voting sviluppata dai collaboratori di Alexei Navalny, principale oppositore di Vladimir Putin. Dopo il ban da parte di Apple e Google, anche Telegram ha dovuto seguire la stessa strada, bloccando i chat bot che invitavano i cittadini ad un “voto intelligente”. Il CEO Pavel Durov ha detto che doveva essere rispettato il silenzio elettorale.

Telegram blocca i chat bot dell’opposizione

Alle elezioni del 17-19 settembre non ha partecipato il partito “Russia del Futuro” fondato da Navalny, in quanto considerato un’organizzazione estremista. Il principale oppositore di Putin ha quindi cercato di suggerire alcuni candidati che avevano le maggiori probabilità di essere eletti al posto dei candidati del partito Russia Unita che guida il paese da quasi 20 anni. Le app Smart Voting per Android e iOS sono state rimosse dai rispettivi store e ora la stessa sorte è toccata ai chat bot su Telegram.

Il CEO e fondatore Pavel Durov ha criticato la decisione di Apple e Google, affermando che il blocco delle app rappresenta un pericoloso precedente per la libertà di parola. Durov ha inoltre sottolineato che Apple e Google hanno chiesto a Telegram di rimuovere alcune informazioni, minacciando la rimozione dell’app dai loro store.

Inoltre, come in altri paesi, durante le elezioni deve essere rispettato il silenzio elettorale. Per questi motivi sono stati bloccati i chat bot gestiti dai collaboratori di Navalny. Ivan Zhdanov, un alleato politico di Navalny, ha affermato di non credere alla giustificazione di Telegram e che la mossa sembrava essere stata concordata con le autorità russe. Anche YouTube ha dovuto eliminare un video in cui venivano elencati i nomi di 225 candidati appoggiati dal partito di Navalny.

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Pubblicato il
20 set 2021
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