Dal palco di Google I/O, Mountain View ha annunciato ufficialmente il nuovo update per il suo OS mobile: Android 4.1 , nome in codice “Jelly Bean”, è un aggiornamento “sostanzioso” ma non certo rivoluzionario della piattaforma di Google, pensato per rendere l’OS competitivo con le nuove funzionalità della concorrenza (vale a dire iOS) e poco più.
Google descrive Jelly Bean come più veloce, più performante e più reattivo che mai: Android è stato ottimizzato nella gestione delle animazioni e della grafica delle varie app e funzionalità integrate, con l’introduzione del triple buffering e il vsync bloccato per un frame rate sensibilmente migliorato.
Disponibile (come download via rete cellulare) nei prossimi mesi su terminali Nexus e Nexus S, Android 4.1 contiene un buon numero di migliorie indirizzate alla tecnologia di “personal assistant” sintetico introdotto tempo addietro da Apple: la risposta a Siri marcata Google costruisce un interno nuovo edificio di funzionalità con al centro quel search per cui Mountain View è giustamente nota.
Gli utenti potranno dettare le keyword (o domande) a voce, e Android risponderà all’istante con “schede” individuali messe assieme anche grazie alla funzionalità Knowledge Graph . Altro importante tassello del Siri made-in-Google è “Google Now”, un sistema di ricerca contestuale che analizza i log delle attività svolte dall’utente (ricerche online, posizione GPS ecc) e automaticamente restituisce una risposta senza che l’utente debba porre alcuna domanda più specifica.
Con Google Now sarà ad esempio possibile recuperare informazioni su una strada alternativa (più veloce o in caso di blocchi alla circolazione) rispetto a quella che si percorre tutti i giorni per andare a lavoro, si potrà accedere a un elenco di luoghi o ristoranti interessanti presenti nel circondario, o conoscere il valore di cambio tra la propria moneta e quella del paese in cui si è in vacanza.
Jelly Bean migliora poi il servizio di riconoscimento vocale con l’introduzione di una modalità funzionante offline, un pannello di notifiche maggiormente utile e funzionale da cui sarà possibile compiere un buon numero di azioni in risposta ad eventi (ricezione di email e quant’altro). E poi ancora “Google Cloud Message” per la ricezione di “messaggini” da parte degli sviluppatori di app, la possibilità di trasferire video tra i dispositivi con Android Beam o il Bluetooth, migliore accessibilità per le gesture e altro ancora.
E mentre gli utenti si “godranno” l’ennesima easter egg del nuovo OS – che visto il nickname non poteva che essere una pioggia colorata di fagioli gelatinosi – Google si preoccupa della frammentazione dell’ecosistema androide: pochi, pochissimi handset installano aggiornamenti dell’OS a discapito di un tentativo (sin qui infruttuoso) di coinvolgere maggiormente i partner , così Mountain View si inventa un Platform Developers Kit (PDK) per fornire ai succitati partner l’ultima revisione del sistema tre mesi prima della sua effettiva distribuzione ufficiale.
Ciliegina sulla torta per la “festa” del debutto di Android 4.1, Chrome mobile esce finalmente dallo stato di beta e diventa un browser “stabile” – ma solo per sistemi Android 4.0 e successivi. Che Google senta sul collo il fiato del nuovo Firefox 14 per sistemi androidi?
Alfonso Maruccia