Le autorità di polizia del Regno Unito proseguono indefesse sulla strada della persecuzione giudiziaria dei presunti membri del collettivo Anonymous: la prima “vittima” del contrasto britannico agli hacktivisti mono-volto si chiama Peter Gibson, studente ventiduenne accusato di cospirazione ai fini di imbastire un attacco DDoS contro PayPal e altri importanti istituti finanziari internazionali.
Gibson, originario della città di Hartlepool, era stato arrestato nella retata anti-Anonymous dei mesi scorsi a seguito degli attacchi subiti dai succitati servizi finanziari nel dicembre del 2010 . Per la Polizia Metrolopolitana di Londra il ragazzo è uno dei responsabili del fattaccio, ed è al momento il primo e l’unico accusato formalmente a fronte dei sei uomini arrestati in precedenza – cinque dei quali ancora nelle mani della Met.
E mentre in Gran Bretagna le autorità di governo pensano a come costringere i social network a collaborare sulla discussa strada del blocco delle comunicazioni online in caso di nuove rivolte dopo i fatti di Londra , il collettivo Anonymous chiama a raccolta i suoi sostenitori e dà il ben servito a chi ha provato a inibire la protesta e la libertà di parola attraverso veri e propri atti di censura tecnologica.
Il prossimo obiettivo di Anonymous non è online ma AFK, visto che il gruppo si è unito agli appelli già lanciati da Adbusters e Culture Jammers per l’occupazione della zona antistante Wall Street e le altre piazze finanziarie mondiali. Il 17 settembre Anonymous invita i suoi sostenitori a “portare le tende” per occupare in pianta stabile Wall Street, nella speranza che la protesta contro il capitalismo finanziario dilaghi anche altrove.
Anonymous ha poi trovato il tempo per regolare i conti con il portavoce di BART Linton Johnson: il PR della società di trasporti accusata di aver bloccato le comunicazioni cellulari per paura di proteste nella Bay Area è caduto vittima di un colpo basso , consistente nella pubblicazione di un suo nudo in compagnia di un altro uomo: e pare proprio che il principale responsabile (ancorché involontario) del leak sia proprio Johnson stesso.
Alfonso Maruccia