Roma – Li chiamano “flickers” e sono elementi di disturbo che verranno inseriti all’interno dei lungometraggi proposti nelle sale di mezzo mondo dai proiettori digitali. L’idea non è nuova ma la sua ultima realizzazione, sponsorizzata dal governo americano, segna un nuovo momento della battaglia tra i grandi produttori cinematografici e i sempre più numerosi pirati del cinema.
Per tentare di arginare quelli che nelle sale ci vanno con dispositivi capaci di archiviare due ore di film in buona qualità, Hollywood punta molto su Cinea Inc. e Sarnoff Corporation, due organizzazioni che di recente hanno annunciato una partnership strategica nell’ambito del programma governativo americano per la lotta alla pirateria cinematografica.
Come racconta Cinea si tratta di inserire nei film degli elementi che l’occhio umano non può percepire ma che vengono invece inevitabilmente registrati da camcorder e device di registrazione. Non è un’idea nuova, ma inquinando le pellicole in questo modo Cinea spera di disturbare la copiatura illegale al punto da renderla inservibile a fini commerciali.
Con un effetto che gli autori assicurano non possa provocare né danni né condizionare in alcun modo lo spettatore, la tecnologia sviluppata inserisce nel lungometraggio rapidi cambiamenti di colore, oppure scatti di luce e altro ancora. Produrre un film con questi sistemi sarà semplicissimo, assicura Cinea, perché basterà attivare i flickers nel corso della registrazione delle copie destinate ai cinema.
L’unica vera limitazione per il successo di questo sistema, prima che i pirati da sala trovino la contromossa, sta nel fatto che il sistema di protezione serve solo se il film viene proiettato da proiettori digitali. Il vecchio proiettore analogico, che in questi anni è stato sempre più spesso sostituito dai suoi successori hi-tech, non consentirebbe ai flickers di svolgere il loro compito di disturbo.
In attesa di vedere se effettivamente i produttori riusciranno ad impedire che i film di grande richiamo finiscano in DVD sulle bancarelle pirata mentre sono ancora nelle sale, mi preme sottolineare come la possibilità di un maggiore controllo sulla distribuzione sia fornito ancora una volta dall’utilizzo della tecnologia digitale.
Proprio come accade con i supporti elettronici per l’identità o le transazioni economiche, con i grandi database anagrafici e militari e con le comunicazioni internet o telefoniche, l’uso del digitale si traduce, per chi tiene i fili, in una possibilità del tutto nuova di controllo. Rimane da vedere se, Hollywood a parte, è questo quello che vogliamo.