Dopo aver scatenato fuoco e fiamme sul tentativo di Dell di acquisire Dell , Carl Icahn si è ora concentrato su Apple e su quelle che a suo dire sono capacità (finanziarie) ancora tutte da esplorare. Il ben noto investitore garantisce: se ne vedranno ancora delle belle.
Icahn usa Twitter – un servizio che il “predatore” di corporation ha cominciato a usare solo di recente, e di rado – per far sapere al pubblico che, per quanto lo riguarda, Apple è al momento “estremamente sottovalutata”: il suo gruppo di investimenti, rivela Icahn, detiene una “ampia” fetta di azioni di Cupertino.
We currently have a large position in APPLE. We believe the company to be extremely undervalued. Spoke to Tim Cook today. More to come.
– Carl Icahn (@Carl_C_Icahn) August 13, 2013
Un successivo intervento di Icahn su Twitter dà brevemente conto della conversazione avvenuta tra lui e il CEO di Apple Tim Cook, occasione in cui l’investitore ha espresso all’amministratore l’idea per cui Cupertino dovrebbe riacquistare una gran quantità di quote azionarie attualmente presenti sul mercato.
Had a nice conversation with Tim Cook today. Discussed my opinion that a larger buyback should be done now. We plan to speak again shortly.
– Carl Icahn (@Carl_C_Icahn) August 13, 2013
Il piano di buyback di quote azionarie dovrebbe cominciare adesso e terminare entro il 2015, secondo le indiscrezioni, con un rientro di azioni per un valore complessivo di 60 miliardi di dollari: a quel punto ogni quota tornerebbe a valere 700 dollari come nel recente passato (settembre 2012), e già il parlarne ha fatto schizzare all’insù le quotazioni con un solido +4,75 per cento – o 22,21 dollari in più fino a chiudere la giornata di contrattazioni a 489,57 dollari.
Icahn vede il business (finanziario) di Apple in crescita eterna, ma il CEO di Oracle Larry Ellison ha un’opinione diametralmente opposta: senza Steve Jobs, dice Ellison, Cupertino sarebbe destinata al declino . L’AD incensa il defunto co-fondatore di Apple come il Thomas Edison della Silicon Valley: a suo dire, senza Jobs la corporation finirà per ripetere gli errori passati che ne hanno minacciato la sopravvivenza fino al 1997 – l’anno del ritorno di Jobs, appunto.
Ma non tutti sono d’accordo con la visione pessimistica del CEO di Oracle, e in Rete c’è chi fa notare come la vera forza di Apple non fosse Steve Jobs nella sua individualità ma il team di innovatori e manager che è stato capace di costruirsi attorno in questi anni: quel team, inclusi il CEO Tim Cook e il designer Jonny Ive, sono ancora a Cupertino.
Alfonso Maruccia