Apple contro Samsung, la sfida continua

Apple contro Samsung, la sfida continua

Il Galaxy Tab torna in vendita negli USA. Ma è un provvedimento non definitivo. Nel frattempo l'azienda coreana tira in ballo iPhone 5 per l'LTE. E un giudice dichiara: questo sistema è al collasso
Il Galaxy Tab torna in vendita negli USA. Ma è un provvedimento non definitivo. Nel frattempo l'azienda coreana tira in ballo iPhone 5 per l'LTE. E un giudice dichiara: questo sistema è al collasso

Piccola conquista simbolica nei tribunali per Samsung, che dopo aver subito l’onta (e il danno non proprio minimo) della vittoria di Apple nel caso dei brevetti infranti si può ora consolare con l’annullamento del ban sulla vendita dei tablet Galaxy Tab 10.1. Almeno temporaneamente.

Magari non sarà il massimo per un’azienda che è stata condannata a versare 1 miliardo di dollari a Cupertino, ma almeno stabilisce un principio: il giudice ha deciso che il tablet di Samsung non infrange alcun brevetto di quelli contestati da Apple e può quindi tornare subito in commercio.

Ad Apple potrebbe persino toccare l’obbligo di risarcire Samsung con 2,6 milioni di dollari, una somma di denaro messa a disposizione della Corte per coprire gli eventuali danni commerciali nel caso in cui – come in effetti poi è stato – il ban del Galaxy Tab 10.1 fosse risultato immotivato. Sebbene, tecnicamente, il Galaxy Tab non violi quindi alcun brevetto Apple, la nuova autorizzazione alla vendita potrebbe risultare temporanea: a dicembre, in una nuova udienza del procedimento conclusosi con la vittoria Apple, il giudice Koh potrebbe optare per un ban definitivo (fino ad eventuale appello).

Sia come sia la battaglia legale tra Samsung e Apple non finisce certo qui: nuovi processi sono già all’orizzonte, e Samsung ha chiesto l’inclusione di iPhone 5 nel gruppo di gadget made-in-Cupertino che a dire della coreana infrangono i brevetti di sua proprietà sulle reti cellulari di ultima generazione (LTE).

USA e Corea del Sud se le danno di santa ragione per questioni di brevetti e diritto d’autore, ma negli Stati Uniti c’è un giudice che dice di averne abbastanza e invoca l’intervento del Congresso: già sostenitore di una riforma del sistema brevettuale, Richard Posner chiama ora a raccolta i deputati di Capitol Hill affinché mettano un freno agli “effetti dannosi sulla creatività” provocati da leggi sul copyright troppo restrittive.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
2 ott 2012
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