Nessun aumento per la maxi-multa imposta ai vertici di Samsung nell’estenuante scontro legale con Apple, dal momento che lo stesso produttore coreano non avrebbe agito volontariamente nella violazione dei brevetti detenuti dall’azienda di Cupertino. In un documento di circa 30 pagine, il giudice californiano Lucy Koh ha negato alla Mela la possibilità di ottenere un risarcimento triplicato dalla sanzione di 1,05 miliardi di dollari comminata alla fine dello scorso agosto.
Nel parere della corte, Apple avrebbe dovuto provare in maniera chiara e convincente la cattiva fede di Samsung, ovvero dimostrare le sue attività consapevoli di violazione della proprietà intellettuale . In mancanza di “alte e oggettive probabilità” di sfruttamento indebito delle tecnologie invocate dalla Mela, il giudice Koh ha accolto la tesi difensiva del produttore asiatico, già dichiaratosi “non a conoscenza della validità dei brevetti di Apple”. Dunque comportatosi senza la specifica volontà di commettere l’illecito.
Lasciata intatta, la sanzione pecuniaria in favore di Cupertino servirà a riparare “le perdite derivanti da tutte le violazioni riscontrate dalla corte”, che ha inoltre negato alle parti la possibilità di avviare un nuovo processo . Presentando le carte relative alla decisione dell’ufficio statunitense dei brevetti e dei marchi registrati (USPTO) – che aveva respinto le richieste di Apple per il controllo della tecnologia pinch to zoom – i legali di Samsung chiedevano a gran voce la revisione del verdetto.
Il giudice Koh ha invece confermato la colpevolezza – pur “inconsapevole” – delle azioni del produtorre coreano, che dovrà pagare la sua multa da oltre un miliardo di dollari. Nelle altre decisioni della corte di San José, Cupertino non potrà impugnare la sua mozione contro il parere espresso dalla giuria sul design dei tablet iPad e iPad 2, già escluso dall’arsenale brevettuale contro l’azienda di Seoul.
Ancora secondo il giudice californiano, l’azienda di Cupertino non potrà ottenere la revisione della decisione legata alla presunta violazione del design di iPad da parte del tablet di Samsung Galaxy Tab 10.1. In Europa, due giudici nel Regno Unito e Paesi Bassi avevano sottolineato “differenze ad occhio nudo” tra gli angoli arrotondati del modello coreano e le forme tipiche della tavoletta californiana. La corte di San José ha infine negato a Samsung la validità di due elementi interni al brevetto per le tecnologie di trasmissione dati su sistemi wireless.
Mauro Vecchio
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Macché confusione
In Francia la Commissione generale di terminologia e neologismi esiste dal 1996, e ha per scopo esattamente questo. Come con tutte le parole adottate dal 1996 ad oggi, sarà il pubblico a decretare l'uso di un termine oppure dell'altro: e in genere i francesi fanno gli esterofili, e usano il termine inglese (tranne in contesti formali). Ricordo che non è solo la Francia (e i Paesi francofoni che alla sua autorità si appoggiano) a tradurre termini informatici di largo uso. "Software" si traduce logiciel in francese, e va bene: ma l'islandese ha hugbúnaður , il catalano programari , e il finnico ohjelmisto .Una nazione ha una politica linguistica, e la attua; dove sta la notizia, non lo so. Diciamo che serve a mettere sotto silenzio il fatto che altre nazioni, come l'Italia o la Gran Bretagna, non l'hanno affatto... con risultati evidenti.LeguleioRe: Macché confusione
se lo facessimo noi si parlerebbe subito di fascismo.....Re: Macché confusione
- Scritto da: .....> se lo facessimo noi si parlerebbe subito di> fascismoEh sì. E notare che un conto è avere una politica linguistica improntata a un minimo di coerenza, un conto è pretendere una tassa speciale sulle insegne dei negozi in lingua straniera e mutare Pré-Saint-Didier, Val D'Aosta, in San Desiderio Terme. Dovremmo aver imparato a fare una cosa, senza cadere nell'altra.LeguleioRe: Macché confusione
- Scritto da: .....> se lo facessimo noi si parlerebbe subito di> fascismoSe ti impongo di usare quel termine è ovvio che si tratta di fascismo. Visto che Mussolini vietava l'uso di termini derivanti dalla lingua straniera.thebeckerRe: Macché confusione
- Scritto da: thebecker> - Scritto da: .....> > se lo facessimo noi si parlerebbe subito di> > fascismo> > Se ti impongo di usare quel termine è ovvio che> si tratta di fascismo. Visto che Mussolini> vietava l'uso di termini derivanti dalla lingua> straniera.In Francia non si impone. Si stabilisce un termine una volta per tutte. Poi è l'autorità di cui gode la Commissione che fa sì che l'uso si diffonde.LeguleioRe: Macché confusione
- Scritto da: .....> se lo facessimo noi si parlerebbe subito di> fascismoE a ragione.Garance Le GuillermicRe: Macché confusione
- Scritto da: Leguleio> In Francia la Commissione generale di> terminologia e neologismi esiste dal 1996, e ha> per scopo esattamente questo. Come con tutte le> parole adottate dal 1996 ad oggi, sarà il> pubblico a decretare l'uso di un termine oppure> dell'altro: e in genere i francesi fanno gli> esterofili, e usano il termine inglese (tranne in> contesti formali).Non dir balle, per piacere.In tutto l'universo conosciuto, tranne nella terra tra Atlantico e Reno, byte si dice byte.Tra Atlantico e Reno invece lo chiamano "octet" sti sciovonisti.E questo non sarebbe un problema se, anni fa, in una traduzione dal francese di un manuale tecnico su un protocollo di reti a pacchetto che si usavano allora, in epoca pre-internet, quell'"octet" divenne "ottetto", e ci abbiamo messo settimane a capire che XXXXX volesse dire ottetto, che noi dovevamo sviluppare della roba che doveva utilizzare quel protocollo di comunicazione.Giorni persi dietro ad una traduzione a capocchia di un termine sciovinista.Dovrebbero limitarsi a parlare di moda e di cucina con quella lingua li', e lasciar perdere l'informatica altrimenti possono scordarsi di comunicare col resto del mondo.> Ricordo che non è solo la Francia (e i Paesi> francofoni che alla sua autorità si appoggiano) a> tradurre termini informatici di largo uso.> "Software" si traduce <I> logiciel </I> in> francese, e va bene: ma l'islandese ha> <I> hugbúnaður </I> , il catalano <I> programari </I> ,> e il finnico> <I> ohjelmisto </I> .Va bene, ma poi quando traduci da islandese a italiano, <I> hugbúnaður </I> diventa software, mica ugbunaro.panda rossaRe: Macché confusione
- Scritto da: panda rossa> - Scritto da: Leguleio> > In Francia la Commissione generale di> > terminologia e neologismi esiste dal 1996, e> ha> > per scopo esattamente questo. Come con tutte> le> > parole adottate dal 1996 ad oggi, sarà il> > pubblico a decretare l'uso di un termine> oppure> > dell'altro: e in genere i francesi fanno gli> > esterofili, e usano il termine inglese> (tranne> in> > contesti formali).> > Non dir balle, per piacere.> In tutto l'universo conosciuto, tranne nella> terra tra Atlantico e Reno, byte si dice> byte.> Tra Atlantico e Reno invece lo chiamano "octet"> sti> sciovonisti.> E questo non sarebbe un problema se, anni fa, in> una traduzione dal francese di un manuale tecnico> su un protocollo di reti a pacchetto che si> usavano allora, in epoca pre-internet,> quell'"octet" divenne "ottetto", e ci abbiamo> messo settimane a capire che XXXXX volesse dire> ottetto, che noi dovevamo sviluppare della roba> che doveva utilizzare quel protocollo di> comunicazione.> > Giorni persi dietro ad una traduzione a capocchia> di un termine> sciovinista.> > Dovrebbero limitarsi a parlare di moda e di> cucina con quella lingua li', e lasciar perdere> l'informatica altrimenti possono scordarsi di> comunicare col resto del> mondo.> > > Ricordo che non è solo la Francia (e i Paesi> > francofoni che alla sua autorità si> appoggiano)> a> > tradurre termini informatici di largo uso.> > "Software" si traduce <I> logiciel> </I> > in> > francese, e va bene: ma l'islandese ha> > <I> hugbúnaður </I> ,> il catalano <I> programari </I>> ,> > e il finnico> > <I> ohjelmisto </I> .> > Va bene, ma poi quando traduci da islandese a> italiano, <I> hugbúnaður> </I> diventa software, mica> ugbunaro.Quote!! L'informatica deve avere dei termini usati universalmente in tutto il mondo.thebeckerRe: Macché confusione
- Scritto da: panda rossa> > In Francia la Commissione generale di> > terminologia e neologismi esiste dal 1996, e> ha> > per scopo esattamente questo. Come con tutte> le> > parole adottate dal 1996 ad oggi, sarà il> > pubblico a decretare l'uso di un termine> oppure> > dell'altro: e in genere i francesi fanno gli> > esterofili, e usano il termine inglese> (tranne> in> > contesti formali).> > Non dir balle, per piacere.Io non le dico. Tu sì.> In tutto l'universo conosciuto, tranne nella> terra tra Atlantico e Reno, byte si dice> byte.> Tra Atlantico e Reno invece lo chiamano "octet"> sti> sciovonisti.Si scrive sciovinisti.I finnici dicono <I> tavu </I> , gli islandesi hanno adattato la parola in modo da renderla irriconoscibile: <I> bæti </I> , e così hanno fatto gli estoni: <I> bait </I> . Come vedi, tutti gli Stati che hanno ancora un minimo di sale in zucca cercano di salvaguardare il patrimonio linguistico locale. Ognuno a suo modo, è chiaro: salvaguardare non significa tradurre proprio tutto tutto tutto. > E questo non sarebbe un problema se, anni fa, in> una traduzione dal francese di un manuale tecnico> su un protocollo di reti a pacchetto che si> usavano allora, in epoca pre-internet,> quell'"octet" divenne "ottetto", e ci abbiamo> messo settimane a capire che XXXXX volesse dire> ottetto, che noi dovevamo sviluppare della roba> che doveva utilizzare quel protocollo di> comunicazione.Colpa del traduttore. O forse, chissà, della confusione terminologica esistente all'epoca. Ho abbastanza anni per ricordare che si iniziò a tradurre <I> directory </I> con indirizzario, nei comandi DOS:http://members.xoom.it/marvho/corsodosin.htm(credo che l'Olivetti, col suo M24 e il manuale MS-DOS italiano, fosse complice di questa operazione). Questa terminologia ovviamente non era applicata dai traduttori di software di altre marche (Apple, Amiga...), e alla fine si tornò all'inglese. Senza un coordinamento, uno standard linguistico è semplicemente impossibile.> Dovrebbero limitarsi a parlare di moda e di> cucina con quella lingua li', e lasciar perdere> l'informatica altrimenti possono scordarsi di> comunicare col resto del> mondo.E invece ogni tanto te li devi sorbire, nel mercato globalizzato. E, nel caso tu abbia un cliente francese, devi imparare a usare l'LSE o il Linotte, linguaggi di programmazione basati sul francese. http://fr.wikibooks.org/wiki/Programmation_LSEhttp://linuxfr.org/news/linotte-la-programmation-en-francais-en-version-1-6> ma l'islandese ha> > <I> hugbúnaður </I> ,> il catalano <I> programari </I>> ,> > e il finnico> > <I> ohjelmisto </I> .> > Va bene, ma poi quando traduci da islandese a> italiano, <I> hugbúnaður> </I> diventa software, mica> ugbunaro.E ho capito, non dare la colpa di una cattiva traduzione alla lingua originale. Normalmente uno un libro lo scrive pensandolo nella propria lingua e rivolgendosi a chi quella lingua la parla; non pensa cosa accadrà nella traduzione. :|LeguleioRe: Macché confusione
- Scritto da: Leguleio> In Francia la Commissione generale di> terminologia e neologismi esiste dal 1996, e ha> per scopo esattamente questo. Come con tutte le> parole adottate dal 1996 ad oggi, sarà il> pubblico a decretare l'uso di un termine oppure> dell'altro: e in genere i francesi fanno gli> esterofili, e usano il termine inglese (tranne in> contesti formali).> > > Ricordo che non è solo la Francia (e i Paesi> francofoni che alla sua autorità si appoggiano) a> tradurre termini informatici di largo uso.> "Software" si traduce logiciel in> francese, e va bene: ma l'islandese ha> hugbúnaður , il catalano programari ,> e il finnico> ohjelmisto .> > Una nazione ha una politica linguistica, e la> attua; dove sta la notizia, non lo so. Diciamo> che serve a mettere sotto silenzio il fatto che> altre nazioni, come l'Italia o la Gran Bretagna,> non l'hanno affatto... con risultati> evidenti.Ovviamente non c'è la notizia, serve a rimanere in alto nei motori di ricerca.Però alcune scelte sono sbagliate.Se la teminologiga informatica viene inventata in un paese anglosassone quelle sono le parole da utilizzare in tutto il mondo, semplice. perchè tradurre qualcosa che non è nato nel tuo stato? Non sarebbe meglio far in modo che siano ricercatori francesi/italiani nelle università francesi/italiane che creano la nuova tecnolgia con la ricerca?thebeckerRe: Macché confusione
- Scritto da: thebecker> > Ricordo che non è solo la Francia (e i Paesi> > francofoni che alla sua autorità si appoggiano)> a> > tradurre termini informatici di largo uso.> > "Software" si traduce <I> logiciel </I> in> > francese, e va bene: ma l'islandese ha> > <I> hugbúnaður </I> , il catalano> <I> programari </I> ,> > e il finnico> > <I> ohjelmisto </I> .> > > > Una nazione ha una politica linguistica, e la> > attua; dove sta la notizia, non lo so. Diciamo> > che serve a mettere sotto silenzio il fatto che> > altre nazioni, come l'Italia o la Gran Bretagna,> > non l'hanno affatto... con risultati> > evidenti.> > Ovviamente non c'è la notizia, serve a rimanere> in alto nei motori di> ricerca.> > Però alcune scelte sono sbagliate.> > Se la teminologiga informatica viene inventata in> un paese anglosassone quelle sono le parole da> utilizzare in tutto il mondo, semplice. perchè> tradurre qualcosa che non è nato nel tuo stato?Perché è inutile far finta di conoscere l'inglese, quando non lo si conosce. Innestare termini presi così come sono nella lingua madre va bene per lingue in cui la conoscenza dell'inglese come lingua seconda è già ottima: norvegese, danese, svedese, olandese... In tutte le altre è controproducente. Il termine inglese viene pronunciato in una maniera che non è né inglese, né quella "adattata" alla lingua madre. Un ibrido senza alcun senso.Poi quando ci si mette a imparare la lingua davvero si scopre che <I> identikit </I> si pronuncia con la prima vocale "ai", e che gli <I> slip </I> non sono le mutande. > Non sarebbe meglio far in modo che siano> ricercatori francesi/italiani nelle università> francesi/italiane che creano la nuova tecnolgia> con la> ricerca?I francesi lo fanno, nel loro piccolo. Ho citato sopra due linguaggi di programmazione in francese. Il Minitel, all'epoca innovativo, è stato creato dai francesi.Gli italiani no.LeguleioRe: Macché confusione
- Scritto da: Leguleio> Il termine inglese> viene pronunciato in una maniera che non è né> inglese, né quella "adattata" alla lingua madre.Chissenefrega di come viene pronunciato?L'importante e' che sia scritto giusto.> Poi quando ci si mette a imparare la lingua> davvero si scopre che <I> identikit> </I> si pronuncia con la prima vocale> "ai", In inglese!In italiano si legge come si scrive.> e che gli <I> slip </I> non> sono le mutande.In italiano gli slip sono le mutande.In inglese "cane" e' una canna.In italiano "cane" e' un animale. > I francesi lo fanno, nel loro piccolo. Ho citato> sopra due linguaggi di programmazione in> francese. Il Minitel, all'epoca innovativo, è> stato creato dai> francesi.> Gli italiani no.Gli italiani da sempre sono abituati a farsi capire dal resto del mondo.Questa esigenza i francesi non ce l'hanno.panda rossaRe: Macché confusione
Indentik lo posso pronunciare come è scritto perchè così mi consente la grammatica italiana, quasi nessuno lo sa ma è così! La lingua italiana al contrario di quel pastrocchio francese ha regole precise anche per le parole estere che si possono usare... o tu vai a vedere le pellicole invece dei film (notare, senza "s" finale in italiano)?ACapocciaRe: Macché confusione
- Scritto da: Leguleio> > Una nazione ha una politica linguistica, e la> attua; dove sta la notizia, non lo so. A cosa serve una politica linguistica? A niente.Da che mondo è mondo le lingue sono nate, si sono autoregolate, si sono sviluppate e sono cambiate SPONTANEAMENTE, ibridandosi, fondendosi e mescolandosi con altre lingue, in un'allegra orgia sintattico-morfologico-semiotica, e senza bisogno di burocrazie autoreferenziali e censorie preposte a fare pulizia etnolinguistica dei termini non di "razza pura".La politica la si faccia per dar da mangiare e da lavorare a chi non ce l'ha e per tenere sotto controllo chi ruba o uccide, non sprecando denaro in inutilissime commissioni con l'alato compito di sorvegliare che la gente non parli ( <i> quelle horreur </i> !) parole forestiere.Certo, se qualcuno poi riesce a dimostrarmi (con sufficienti prove concrete) che dicendo "hard disk" in luogo di "disco rigido" si produce un danno tangibile alla vita materiale delle persone... tutto potrebbe anche cambiare.Ma in caso contrario si resta dalle parti di una mentalità parareligiosa. E le dispute tipo sul "filioque" lasciamole alle chiese...Garance Le GuillermicRe: Macché confusione
- Scritto da: Garance Le Guillermic> > > > Una nazione ha una politica linguistica, e la> > attua; dove sta la notizia, non lo so. > > A cosa serve una politica linguistica? A niente.Questo lo dici tu.Istituti per la regolamentazione della lingua esistono quasi ovunque... fuorché in Italia. Chiediti perché.> Da che mondo è mondo le lingue sono nate, si sono> autoregolate, si sono sviluppate e sono cambiate> SPONTANEAMENTE, ibridandosi, fondendosi e> mescolandosi con altre lingue, in un'allegra> orgia sintattico-morfologico-semiotica, e senza> bisogno di burocrazie autoreferenziali e censorie> preposte a fare pulizia etnolinguistica dei> termini non di "razza> pura".La regolamentazione linguistica non serve solo a questo. Anzi, normalmente questo è proprio l'ultimo aspetto.Serve ad avere una lingua uniforme e comprensibile in tutto il territorio.> La politica la si faccia per dar da mangiare e da> lavorare a chi non ce l'ha e per tenere sotto> controllo chi ruba o uccide, non sprecando denaro> in inutilissime commissioni con l'alato compito> di sorvegliare che la gente non parli ( <i>> quelle horreur </i> !) parole> forestiere.Hai un concetto di politica da autentico italiano, irrimediabilmente impelagato fra le due fazioni contrapposte dei guelfi o dei ghibellini.Ti apro un po' gli occhi, rivelandoti una nuova accezione di politica (tratta dal Treccani online):"Particolare modo di agire, di procedere, di comportarsi in vista del raggiungimento di un determinato fine, sia nellambito pubblico sia in quello privato: <I> la p. dellazienda; p. letteraria, culturale; con lui hai sbagliato p.; congedare un cappuccino, senza avergli dato udienza, non era secondo le regole della sua p. </I> (Manzoni, con riferimento a don Rodrigo); <I> perseguì una certa sua p. con la quale tendeva a farsi aumentare il salario </I> (Svevo)". Che è l'accezione in cui la intendevo io. La Commissione generale di terminologia e neologismi francese non fa politica, e non è composta da politici. Traccia linee guida. > Certo, se qualcuno poi riesce a dimostrarmi (con> sufficienti prove concrete) che dicendo "hard> disk" in luogo di "disco rigido" si produce un> danno tangibile alla vita materiale delle> persone... tutto potrebbe anche> cambiare.Si produce, invece. Si chiama "autocolonialismo culturale". Ma chi lo subisce dal 1945 non se ne può rendere conto.Guarda caso, abbiamo dovuto aspettare il 2010 per renderci conto che molte auto blu, auto di rappresentanza per politici di primo piano quindi, erano di marca straniera. Ecco uno dei danni (non l'unico) dell'autocolonialismo culturale.> Ma in caso contrario si resta dalle parti di una> mentalità parareligiosa. E le dispute tipo sul> "filioque" lasciamole alle> chiese...Macché dispute. I francesi, e molti altri popoli, si regolamentano la <B> loro </B> lingua. Gli italiani la fanno regolare dagli altri. Tutto qui. Fatti, non pugnette.LeguleioRe: Macché confusione
- Scritto da: Leguleio> - Scritto da: Garance Le Guillermic> > > > > > > > Una nazione ha una politica> linguistica, e> la> > > attua; dove sta la notizia, non lo so. > > > > A cosa serve una politica linguistica? A> niente.> > Questo lo dici tu.> Istituti per la regolamentazione della lingua> esistono quasi ovunque... fuorché in Italia.> Chiediti> perché.> In Italia c'è questo istituto da secoli:Esiste ancora:http://www.accademiadellacrusca.it/it/laccademia/enti-collaboratori/universitaIo ho studiato che da secoli l'Accademia della Crusca si occupa dello sviluppo e termini della lingua italiana, forse ormai è ridotta come tutte le università italiane, ha solo il nome e poi tutto il resto e Baroni&co. ;)Attenzione a me va bene che ci sia in ogni nazione uno istutuo di studio e sviluppo della lingua per mantenere un propria identità culturale (non deve ovviamente imporre). Alcuni termini tecnici devono essere universali in un mondo globale collegato in rete, rispetto al passato, alcuni concetti devono essere capiti da tutto il mondo. Ovviamente bisognerebbe sapere anche la giusta pronuncia, sono d'accordo :)-----------------------------------------------------------Modificato dall' autore il 30 gennaio 2013 11.43-----------------------------------------------------------thebeckerRe: Macché confusione
- Scritto da: Leguleio> Guarda caso, abbiamo dovuto aspettare il 2010 per> renderci conto che molte auto blu, auto di> rappresentanza per politici di primo piano> quindi, erano di marca straniera.Sarai tu che sei daltonico.Le auto italiane sono rosse.Un'auto blu non puo' essere italiana!panda rossaRe: Macché confusione
- Scritto da: Leguleio> - Scritto da: Garance Le Guillermic> > > > > > > > Una nazione ha una politica> linguistica, e> la> > > attua; dove sta la notizia, non lo so. > > > > A cosa serve una politica linguistica? A> niente.> > Questo lo dici tu.> Istituti per la regolamentazione della lingua> esistono quasi ovunque... fuorché in Italia.> Chiediti> perché.Tu intanto leggi qua:http://en.wikipedia.org/wiki/Argumentum_ad_populum> La regolamentazione linguistica non serve solo a> questo. Anzi, normalmente questo è proprio> l'ultimo> aspetto.> Serve ad avere una lingua uniforme e> comprensibile in tutto il> territorio.Appunto.Un residuato del nazionalismo ottocentesco, del sistema d'istruzione massificato che nacque allora cercando di piallare dall'alto tutte le varietà locali.La Francia in questa è stata campione, vedi lotta contro bretone, occitano, ecc.E se questi sistemi sono qualcosa di accettabile, allora i francesini non si lamentino se, con la globalizzazione, avviene al francese quello che il francese ha fatto alle proprie varianti locali.Bretoni, occitani e altri hanno dovuto adeguarsi al francese?Bene, ora i francesi si adeguino all'inglese.E magari un domani al cinese o all'arabo.> La> Commissione generale di terminologia e neologismi> francese non fa politica, e non è composta da> politici. Traccia linee> guida.Anche i dipendenti pubblici non sono politici né fanno politica, e dunque? Non sono organi dipendenti dalla politica pubblica?La commissione francese si muove in base a decreti del governo esplicitamente volti a preservare una (presunta) "purezza" della lingua, cercando di piegarne i naturali (e inevitabili) sviluppi.Non stiamo parlando di un insieme di studiosi che dicano la loro sul sistema linguistico senza aver alcun legame con le istituzioni politiche.> > Certo, se qualcuno poi riesce a dimostrarmi> (con> > sufficienti prove concrete) che dicendo "hard> > disk" in luogo di "disco rigido" si produce> un> > danno tangibile alla vita materiale delle> > persone... tutto potrebbe anche> > cambiare.> > Si produce, invece. Si chiama "autocolonialismo> culturale". Ma chi lo subisce dal 1945 non se ne> può rendere> conto.Altra fallacia, quella della "falsa coscienza": i tuoi argomenti sono invalidi perché subisci un condizionamento.Ma allora è vero che gli avvocati argomentano a suon di fallacie. (rotfl)E comunque non può esistere un danno, se per chi lo "subisce" questo non comporta un problema. Se a me va bene un italiano inglesizzato, chi sei tu per dirmi che "faccio male a me stesso"?Mai sentito parlare di "principio di offensività"? ;)Per il resto, vedi sopra.Se il tuo ragionamento fosse corretto, allora avrebbero ragione i leghisti a piangere la regressione dei dialetti a causa dell'italiano standard...> Guarda caso, abbiamo dovuto aspettare il 2010 per> renderci conto che molte auto blu, auto di> rappresentanza per politici di primo piano> quindi, erano di marca straniera. Sinceramente, e chi se ne frega?Si compra l'auto che funziona, se funziona meglio quella straniera, si prende quella, e se in Italia vogliono vendere più auto comincino a farle meglio.Il libero mercato spinge al miglioramento. Le alternative non hanno funzionato granché.O vuoi forse dire che dovremmo tornare ai "bei" tempi del protezionismo, mio caro leguleio nostalgico? ;)> Macché dispute. I francesi, e molti altri popoli,> si regolamentano la <B> loro </B> > lingua. Gli italiani la fanno regolare dagli> altri. Tutto qui. Fatti, non> pugnette.Le lingue "dei popoli" non esistono.Tutte le lingue nazionali sono costruzioni artificiali create nell'800 come strumento di governo: vale per il castigliano, vale per l'italiano standard, vale per il francese.E continui a dare per scontato che a tutti i francesi questi "regolamenti" (finanziati e pilotati pubblicamente) vadano bene. E chi te lo dice?Garance Le GuillermicRe: Macché confusione
> Questo lo dici tu.> Istituti per la regolamentazione della lingua> esistono quasi ovunque... fuorché in Italia.> Chiediti> perché.Perchè gli altri non hanno una lingua come la nostra che le sue regole precise le ha già. Oppure vogliamo mantenere le solite commissioni/istituzioni inutili? Per una volta che non le abbiamo, non diciamolo che ci salviamo!ErFenomenoRe: Macché confusione
- Scritto da: Garance Le Guillermic> - Scritto da: Leguleio> > > > Una nazione ha una politica linguistica, e la> > attua; dove sta la notizia, non lo so. > > A cosa serve una politica linguistica? A niente.A pagare una commissione fatta di parenti e di amici di amici che non serve ad una mazza. E poi c'è la crisi in Europa...ACapocciaridicoli
come da oggettoGarance Le GuillermicTanto rumore per nulla
"Bravò" e' un termine francese imXXXXXXXXto dall'italico bravo (preso piede in Francia quando, se volevi fare musica DOVEVI conoscere l'italiano), idem per molti termini musicali (toh, come sopra...)Molta terminologia della Psicologia è in tedesco (ed i colleghi d'oltralpe non si pongono il problema)La difesa della "grandeur" della lingua di un paese in genere avviene quando quel paese la Grandeur l'ha già persa...e da un pezzo (come hanno giustamente ricordato l'episodio dell'autarchia linguistica italica)My two cents...MarcoRe: Tanto rumore per nulla
- Scritto da: Marco> "Bravò" e' un termine francese imXXXXXXXXto> dall'italico bravo (preso piede in Francia> quando, se volevi fare musica DOVEVI conoscere> l'italiano), idem per molti termini musicali> (toh, come> sopra...)> > Molta terminologia della Psicologia è in tedesco> (ed i colleghi d'oltralpe non si pongono il> problema)> > La difesa della "grandeur" della lingua di un> paese in genere avviene quando quel paese la> Grandeur l'ha già persa...e da un pezzo (come> hanno giustamente ricordato l'episodio> dell'autarchia linguistica> italica)Il ragionamento avrebbe senso se in tutto il mondo fossero solo i francesi a porsi la questione. Non è così, ogni nazione moderna ha un suo istituto di coordinamento linguistico. E se ne fregano di quello che pensano di loro all'esterno: loro lavorano per il proprio popolo, non per piacere agli altri.LeguleioRe: Tanto rumore per nulla
- Scritto da: Leguleio> - Scritto da: Marco> > > "Bravò" e' un termine francese imXXXXXXXXto> > dall'italico bravo (preso piede in Francia> > quando, se volevi fare musica DOVEVI> conoscere> > l'italiano), idem per molti termini musicali> > (toh, come> > sopra...)> > > > Molta terminologia della Psicologia è in> tedesco> > (ed i colleghi d'oltralpe non si pongono il> > problema)> > > > La difesa della "grandeur" della lingua di un> > paese in genere avviene quando quel paese la> > Grandeur l'ha già persa...e da un pezzo (come> > hanno giustamente ricordato l'episodio> > dell'autarchia linguistica> > italica)> > > Il ragionamento avrebbe senso se in tutto il> mondo fossero solo i francesi a porsi la> questione. Non è così, ogni nazione moderna ha un> suo istituto di coordinamento linguistico. Ci ricaschi? ;)http://en.wikipedia.org/wiki/Argumentum_ad_populum> E se> ne fregano di quello che pensano di loro> all'esterno: loro lavorano per il proprio popolo,> non per piacere agli> altri.Certo, perché il "popolo" è una massa omogenea che approva unanimamente quello che le istituzioni fanno per "il suo bene". (rotfl)Guarda che il ventennio è finito da un pezzo. ;)Garance Le GuillermicRe: Tanto rumore per nulla
- Scritto da: Garance Le Guillermic> > - Scritto da: Marco> > > > > "Bravò" e' un termine francese> imXXXXXXXXto> > > dall'italico bravo (preso piede in> Francia> > > quando, se volevi fare musica DOVEVI> > conoscere> > > l'italiano), idem per molti termini> musicali> > > (toh, come> > > sopra...)> > > > > > Molta terminologia della Psicologia è in> > tedesco> > > (ed i colleghi d'oltralpe non si> pongono> il> > > problema)> > > > > > La difesa della "grandeur" della lingua> di> un> > > paese in genere avviene quando quel> paese> la> > > Grandeur l'ha già persa...e da un pezzo> (come> > > hanno giustamente ricordato l'episodio> > > dell'autarchia linguistica> > > italica)> > > > > > Il ragionamento avrebbe senso se in tutto il> > mondo fossero solo i francesi a porsi la> > questione. Non è così, ogni nazione moderna> ha> un> > suo istituto di coordinamento linguistico. > > Ci ricaschi? ;)> http://en.wikipedia.org/wiki/Argumentum_ad_populumForse hai confuso l' <I> argumentum ad populum </I> con l' <I> argumentum ad popula </I> . Non intendevo dire che lo fanno tutti: di fatto, solo una minoranza della nazioni esistenti oggi può permetterselo. Ma, almeno in Europa, lo fanno in molti: forse la Francia è stata la prima a porsi il problema, sicuramente non è l'unica.Guarda caso, fa notizia solo quando lo fanno i francesi. Diciamocela in faccia: è pura antipatia storica, il contenuto della notizia in sé non ha alcuna rilevanza.> > E se> > ne fregano di quello che pensano di loro> > all'esterno: loro lavorano per il proprio> popolo,> > non per piacere agli> > altri.> > Certo, perché il "popolo" è una massa omogenea> che approva unanimamente quello che le> istituzioni fanno per "il suo bene".> (rotfl)No. Ma qualcuno lavora anche solo per il 50 % + 1. In democrazia è sufficiente. > Guarda che il ventennio è finito da un pezzo. ;)Anche carnevale.LeguleioClassico
È sempre stato così. In Francia il personal computer è "l'ordinateur individuel" ("ordi" pour les amis). Il byte è "octet", l'OS è il "système d'exploitation" e la RAM non è la RAM ma la "mémoire vive" (MEV - bella confusione con il MegaElettronVolt che è un'unità di misura usata in fisica nucleare tra l'altro).E il quarter pounder with cheese è "royale with cheese".We ought to have shotguns for this kind of deal.MegaJockRe: Classico
- Scritto da: MegaJock> È sempre stato così. In Francia il personal> computer è "l'ordinateur individuel" ("ordi" pour> les amis). Il byte è "octet", l'OS è il "système> d'exploitation" O "systeme d'explosion" nel caso di quello a piastrelle.panda rossaRe: Classico
- Scritto da: MegaJock> È sempre stato così. e' una malattia che avevamo anche in Italia (uso l'imperfetto perche' direi che nell'ultimo decennio e' decisamente calata).Autocito un pezzo di post di 6 mesi fa(..)agli albori dell'informatica "personale" nostrana (e con maggiori e piu' lunghi riverberi nell'insegnamento) ANCHE NOI traducevamo di tutto in italiano... con risultati che apparivano evidentemente imbarazzanti (talvolta addirittura criptici) a quelli "sgamati" che usavano la Vera documentazione... basta che vai a consultare i manuali IBM/M$ attorno al msdos1-3 [ma anche dopo] o libri delle superiori.. per sentire il sapore di muffa imbarazzata...C'erano termini come direttorio (directory) sottodirettorio (subdirectory) minidisco (floppy disk!!), talvolta addirittura stampatrice. Poi il sempreverde ultraverboso "elaboratore elettronico"... MOLTO meglio tenere i termini originali inglesi che inventarsi delle stramberie per voler ostinatamente usare l'italiano.bubbaRe: Classico
- Scritto da: bubba> > È sempre stato così. > e' una malattia che avevamo anche in Italia (uso> l'imperfetto perche' direi che nell'ultimo> decennio e' decisamente> calata).> Autocito un pezzo di post di 6 mesi fa> (..)> agli albori dell'informatica "personale" nostrana> (e con maggiori e piu' lunghi riverberi> nell'insegnamento) ANCHE NOI traducevamo di tutto> in italiano... con risultati che apparivano> evidentemente imbarazzanti (talvolta addirittura> criptici) a quelli "sgamati" che usavano la Vera> documentazione... basta che vai a consultare i> manuali IBM/M$ attorno al msdos1-3 [ma anche> dopo] o libri delle superiori.. per sentire il> sapore di muffa> imbarazzata...> C'erano termini come direttorio (directory)> sottodirettorio (subdirectory) minidisco (floppy> disk!!), talvolta addirittura stampatrice. Poi il> sempreverde ultraverboso "elaboratore> elettronico"... MOLTO meglio tenere i termini> originali inglesi che inventarsi delle stramberie> per voler ostinatamente usare> l'italiano.Il problema non era l'italiano. Il problema era la mancanza di un istituto incaricato dello standard. Quello che nel tuo libro era chiamato direttorio, nella versione 3.20 dell'Ms-Dos era indirizzario. Un suicidio.Anche l'automobile è stata inventata e, nei primi decenni, sviluppata fuori dall'Italia (Germania e Francia soprattutto). Eppure non diciamo (quasi) più châssis, ma telaio, e abbiamo termini come "albero a camme" o calandra o spinterogeno, che rimandano a evidenti adattamenti, un tempo questi termini non esistevano o significavano altro.LeguleioRe: Classico
- Scritto da: Leguleio> - Scritto da: bubba> > > > > È sempre stato così. > > e' una malattia che avevamo anche in Italia> (uso> > l'imperfetto perche' direi che nell'ultimo> > decennio e' decisamente> > calata).> > Autocito un pezzo di post di 6 mesi fa> > (..)> > agli albori dell'informatica "personale"> nostrana> > (e con maggiori e piu' lunghi riverberi> > nell'insegnamento) ANCHE NOI traducevamo di> tutto> > in italiano... con risultati che apparivano> > evidentemente imbarazzanti (talvolta> addirittura> > criptici) a quelli "sgamati" che usavano la> Vera> > documentazione... basta che vai a consultare> i> > manuali IBM/M$ attorno al msdos1-3 [ma anche> > dopo] o libri delle superiori.. per sentire> il> > sapore di muffa> > imbarazzata...> > C'erano termini come direttorio (directory)> > sottodirettorio (subdirectory) minidisco> (floppy> > disk!!), talvolta addirittura stampatrice.> Poi> il> > sempreverde ultraverboso "elaboratore> > elettronico"... MOLTO meglio tenere i termini> > originali inglesi che inventarsi delle> stramberie> > per voler ostinatamente usare> > l'italiano.> > Il problema non era l'italiano. Il problema era> la mancanza di un istituto incaricato dello> standard. chissa' ,magari sarebbe stata forse anche una buona idea, MA non so perche', ma mi fa terribilmente pensare a Winston Smith e al Socing :PO piu realisticamente, al fascismo. Ci sono cose interessanti su fascismo e fumetti, per es :)FORSE sarebbe meglio se a far traduzioni ci fosse chi abitualmente usa gli strumenti descritti nei libri che traduce. :PAnche perche' spesso, secondo me, si parte da un presupposto sbagliato. ES: floppy disk e' il nome tecnico di un prodotto... "incidentalmente" in inglese disk e' disco, ma NON e' realmente importante.. fuori dal mondo angolfono che ne capisce il significato grammatical-linguistico, rimane un nome e basta. Ovvero se lo avessero chiamato zoltoc (!), andava bene uguale. Si usava quello. La "mania" nasce quando, per supposta facilitazione linguistico-fonetica, ti INVENTI dei termini completamente diversi (tipo minidisco). Creando cosi' in realta' un doppio problema.Questo funziona bene in ambito tecnico-tecnologico e con un alfabeto compatibile. E' chiaro che col norvegese, cirillico o cinese, una translitterazione (e/o l'uso del termine anglofono equivalente) e' una questione rilevante.Comunque, "per venirti incontro", anch'io penso che in certi ambiti ci sia un delirio anglofono al contrario... nel campo delle 'buzzwords' (nelle quali i giornalai si abboffano): e in particolare nel campo delle "professioni & mestieri". E' quasi imbarazzante.> Anche l'automobile è stata inventata e, nei primi> decenni, sviluppata fuori dall'Italia (Germania e> Francia soprattutto). Eppure non diciamo (quasi)> più châssis, ma telaio, e abbiamo termini> come "albero a camme" o calandra o spinterogeno,> che rimandano a evidenti adattamenti, un tempo> questi termini non esistevano o significavano> altro.mhh.. a parte che sul lungo periodo siamo tutti morti (e qui andiamo indietro PARECCHIO :), sul punto non saprei rispondere... lo spinterogeno non so quando e' stato inventato :)bubbaRe: Classico
- Scritto da: Leguleio> Eppure non diciamo (quasi)> più châssis, ma telaioEh, ma non rende quanto "... Sotto hanno uno chassis da combattimento in superlega, controllato da un microproXXXXXre totalmente blindato..."Number 6Re: Classico
Dici GOAL o RETE?In certi casi si usano entrambi i termini (corner e calcio d'angolo) in certi altri solitamente l'italiano (fuorigioco invece di offside), ma GOAL resterà sempre GOAL checchè ne dicano i tuoi istituti.In Italia RAM resterà sempre RAM, se fai un istituto per chiamarla "memoria volatile" o altro l'istituto sarà fine a sè stesso e alle proprie pippe mentali.Non siamo nel campo legislativo con le vostre stramberie inutili, siamo nel campo della vita quotidiana, dove se un termine è di uso popolare, quello si usa, stop.E non venire fuori con la conformità, te ne dico un'altra: 10 anni fa si diceva palmari, oggi smartphone? Dillo alla tua commissione, devi istruire 60 milioni di persone a tornare indietro... ma rotfl!NonCiArriciRe: Classico
> evidentemente imbarazzanti ... C'erano termini come direttorio (directory)> sottodirettorio (subdirectory) minidisco (floppy disk!!), talvolta addirittura stampatriceAd imbarazzare non è l'uso dell'italiano, ma l'italiano usato. "Direttorio" è un falso amico di sapore fascistoide (il termine giusto sarebbe "elenco", "indirizzo"). "Stampatrice" è la ragazza che lavora in tipografia, ma "-trice" è anche un suffisso derivativo molto in uso nei primi anni Sessanta.Paolo T.Re: Classico
- Scritto da: Paolo T.> > evidentemente imbarazzanti ... C'erano termini> come direttorio> (directory)> > sottodirettorio (subdirectory) minidisco> (floppy disk!!), talvolta addirittura> stampatrice> > Ad imbarazzare non è l'uso dell'italiano, ma> l'italiano usato. sofisma :) io NON avrei usato l'italiano.>"Direttorio" è un falso amico> di sapore fascistoide (il termine giusto sarebbe> "elenco", "indirizzo").ehehe.. come ci ricorda il buon Leguleio, in altri manuali (matrice M$?) del DOS, veniva usato Indirizzario. Ma da un punto di vista informatico era ancora peggio.. perche' il comando era "DIR". (e per cambiare indirizzario, CD = Change Directory).bubbaRe: Classico
E chi si ricorda il "Basicois"...MegaJockRe: Classico
- Scritto da: MegaJock> E chi si ricorda il "Basicois"...C'era un linguaggio di programmazione, l'LSE, abbastanza simile al Basic, che usava il francese. Negli anni Ottanta, il LOGO esisteva anche in versione italiana, fra le altre cose per Commodore 64:http://usenet.it.rooar.com/showthread.php?t=3441890Però era una traduzione del LOGO originale, non una nuova creazione (come è noto, non esistono italiani che abbiano inventato linguaggi di programmazione).Leguleioun plauso ai cugini d'oltralpe
Casa mia, parole mie, regole mie. Meno male che qualcuno in europa fa muro contro la "mecdonaldizzazione" del pianeta...dans le cul aux aAméricainsil padrone delle ferriereRe: un plauso ai cugini d'oltralpe
Benissimo: butta SUBITO qualunque oggetto di provenienza americana. Via dal computer e da internet. Comprati un terminale Minitel.Nulla mi fa sghignazzare quanto gli antiamericani con l'iPod.MegaJockRe: un plauso ai cugini d'oltralpe
- Scritto da: MegaJock> Benissimo: butta SUBITO qualunque oggetto di> provenienza americana. Via dal computer e da> internet. Comprati un terminale> Minitel.> > Nulla mi fa sghignazzare quanto gli antiamericani> con> l'iPod.iPod? Si dice <i> Périphèrique de Pomme da tasquin avec l'auriculaire </i>panda rossaPensare che noi
abbiamo, come retaggio del fascismo, le parole "pallacanestro" e "tramezzino".TPB FreeRe: Pensare che noi
- Scritto da: TPB Free> abbiamo, come retaggio del fascismo, le parole> "pallacanestro" e> "tramezzino".Sono molte di più. Ma non esiste un elenco ufficiale, che io sappia: nel senso che alcune proposte erano state avanzate, e forse, accolte, già prima del 1923.Ad esempio: contro l'inglese bar venne imposto il termine mescita. E qua e là ancora sopravvive, ma probabilmente perché il padrone dell'esercizio è un toscano DOC, e là il termine mescita si usava prima, e si usa ancora:http://media-cdn.tripadvisor.com/media/photo-s/02/fe/f8/93/osteria-antica-mescita.jpgLeguleioRe: Pensare che noi
Con bar c'era anche "quisibeve" (ovviamente ridicolo).Però tramezzino non mi dispiace al posto di sandwich sinceramente, basket forse è meglio di pallacanestro, ma pallavvolo è meglio di volleyball... Se certi termini sono rimasti da quasi cento anni comunque, segno è che non fossero così campati in aria, la stupidità sta nel prendere o tutto italiano o tutto estero.VentennioRe: Pensare che noi
- Scritto da: Ventennio> Con bar c'era anche "quisibeve" (ovviamente> ridicolo).Quella pare che fosse una provocazione dei futuristi, e basta. Nel senso che nessun locale ha mia esposto la scritta quisibeve. Mescita, almeno in Toscana, si capiva.LeguleioRe: Pensare che noi
Trovo assurdo dover fare leggi in merito, però in generale sono d'accordo con l'utilizzare termini della propria lingua. Semplicemente funziona meglio. L'italiano si sta riempiendo di termini inglesi che vengono poi naturalmente italianizzati per comodità nell'uso comune, e ne esce un macello :P Lo so perché lavorando in ambito informatico è un continuo uso di "fetchare", "schedulare" ecc ecc.La creazione di neologismi credo debba venire dal basso e poi essere ufficializzata, come accaduto per "stampante", "telefonino", "videogioco", "sparatutto", ma anche termini non tecnologici come ad es. "badante", entrata nell'uso comune da pochi anni.Non dovrebbe occuparsen e la politicaRe: Pensare che noi
- Scritto da: Non dovrebbe occuparsen e la politica> Trovo assurdo dover fare leggi in merito, però in> generale sono d'accordo con l'utilizzare termini> della propria lingua. Semplicemente funziona> meglio. L'italiano si sta riempiendo di termini> inglesi che vengono poi naturalmente> italianizzati per comodità nell'uso comune, e ne> esce un macello :P Lo so perché lavorando in> ambito informatico è un continuo uso di> "fetchare", "schedulare" ecc> ecc.In ambito informatico il problema non sussiste.Se l'obiettivo del linguaggio e' quello di comunucare con chiarezza, quando parlo con un informatico e dico "fetchare" quello mi capisce.Se quello non mi capisce, non e' un informatico e non deve stare li'.panda rossaRe: Pensare che noi
- Scritto da: Surak 2.0> > Trovo assurdo dover fare leggi in merito, > > Non mi sembra che si parli di politica, ma di un> ente francese addetto al compito, che dovrebbe> essere l'equivalente della nostra Crusca (anche> se non credo abbia un compito> ufficiale).No, l'equivalente francese dell'Accademia della Crusca è l'Académie française. È dieci volte più famosa della corrispettiva italiana, almeno nei Paesi francofoni, è riconosciuta come ente basilare dallo Stato, ma non ha più poteri effettivi nell'evoluzione della lingua (l'Accademia della Crusca non i ha <B> mai </B> avuti). La sua funzione è soprattutto consultiva, d'indirizzo, e di buon esempio.> Che poi una lingua debba avere una versione> "ufficiale" sembra obbligatorio visto che dallo> scritto dipende la validità di molte cose> (contratti, leggi, ecc). Il guaio dei linguisti> italiani è che sono stramaledettamente> conservatori, Gli ultimi linguisti italiani degni di questo nome sono tutti morti. :-)In ogni caso, rispondendo ad altri, ricordavo che senza un istituto o una commissione stabilita a norma di legge non si va davvero da nessuna parte. Ogni linguista dice la sua, ma nessuno può verosimilmente prevalere sugli altri. E alla fine è l'anarchia, come constatiamo ogni giorno.LeguleioRe: Pensare che noi
- Scritto da: TPB Free> abbiamo, come retaggio del fascismo, le parole> "pallacanestro" e> "tramezzino".E che c'è di male?Se sono sopravvissute è perchè sono state scelte parole migliori di quelle straniere e non c'era ancora l'anglofilia demenziale che c'è oggi (e si vede pure la mediocrità dell'attuale classe dirigente e le due cose sono collegate).E' un po' come il caso di note canzoni censurate al tempo, che poi sono rimaste conosciute e cantante così, nonostante l'autore abbia poi provato a proporre la versione originale.Da sempre alcune parole straniere sono entrate nel vocabolario di altre lingue ma il guaio sono le forzature in entrambi i sensi.Perchè tirare fuori il termine "Welfare" quando già c'era "Stato Sociale"? Suona pure meglio oltre a chiarire subito di cosa si parla.Gli esempi sono numerosi e sono pure in rapido aumento, perchè chi fa tendenza è sempre più scarsoSurak 2.0Grazie, il tuo commento è in fase di approvazioneGrazie, il tuo commento è stato pubblicatoCommento non inviatoGrazie per esserti iscritto alla nostra newsletterOops, la registrazione alla newsletter non è andata a buon fine. Riprova.Leggi gli altri commentiPubblicato il 30 gen 2013Ti potrebbe interessare