Apple e lo strano caso del Pokemon Giallo

Apple e lo strano caso del Pokemon Giallo

Una app videoludica salita ai primissimi posti tra le più scaricate sullo store della Mela. Ma è una crosta. Gli utenti chiedono e ottengono il rimborso di quanto pagato
Una app videoludica salita ai primissimi posti tra le più scaricate sullo store della Mela. Ma è una crosta. Gli utenti chiedono e ottengono il rimborso di quanto pagato

C’è chi è stato colto di sorpresa, osservando la rapida scalata di un’app videoludica nella classifica delle più scaricate tra i vasti meandri di iTunes App Store. Che il colosso nipponico Nintendo abbia davvero iniziato ad abbandonare la produzione hardware per intraprendere i redditizi sentieri dello sviluppo mobile ?

Ma l’applicazione protagonista di questa curiosa vicenda non è stata affatto prodotta da Nintendo. Pokemon Yellow è l’ennesima app che somiglia all’originale ma non lo è. Piccolo prodotto software non licenziato e ovviamente ispirato ai celebri mostriciattoli del Sol Levante. Che è riuscita a diventare (per un po’) la seconda applicazione più scaricata su App Store.

Una scalata non proprio legittima, dal momento che lo store della Mela ha iniziato a rimborsare tutti i downloader di Pokemon Yellow . Probabilmente un prodotto ad hoc per fregare gli appassionati , con un ciclo di vita di pochi secondi prima del crash. Testimoni gli stessi utenti di iOS che hanno voluto indietro i 99 centesimi di dollaro spesi per lo scaricamento.

Qualche ricerca e si è scoperto che l’app era stata caricata dalla misteriosa società di sviluppo The House of Anime . Responsabile di altri prodotti non autorizzati come le app di Digimon e Yu-Gi-Oh. Pare ora che l’app Pokemon Yellow sia stata rimossa dallo store mobile della Mela .

Resta da capire come abbia fatto un prodotto scadente ad arrivare al secondo posto delle app più scaricate su App Store. I vertici di The House of Anime si sono scusati con tutti gli utenti e hanno promesso una nuova versione. Apple in genere verifica le applicazioni da un punto di vista tecnico più che legale. Allora perché autorizzare un software così zoppicante?

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
21 feb 2012
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