Stando agli articoli giornalistici in lingua russa e alle conferme provenienti da fonti governative, la Russia sarebbe in procinto di sviluppare un nuovo processore per “computer” basato su architettura ARM chiamato Baikal. Tre sarebbero le aziende – gestite direttamente dal governo – attualmente impegnate sul progetto, mentre non ci sono informazioni specifiche riguardo le tempistiche del debutto della nuova CPU.
Il processore Baikal si baserà sulla tecnologia di core Cortex A-57 realizzata dalla britannica ARM con un processo produttivo a 28nm, almeno 8 core e una frequenza di clock da 2 GHz per poter gestire le esigenze computazionali di PC e server.
Una volta completato, dicono le autorità, Baikal verrà installato sul milione di computer necessari al funzionamento della macchina burocratica russa (700mila PC e 300mila server) per una commissione dal valore di oltre 1 miliardo di dollari americani.
Nessuno parla esplicitamente di motivi di sicurezza dietro il progetto Baikal ma si fa presto a evocare lo spettro del Datagate , uno scandalo internazionale che coinvolge in maniera diretta la Russia per via dell’ asilo politico temporaneo concesso alla “Primula Rossa” del tecnocontrollo statunitense Edward Snownden.
Alfonso Maruccia