Assolti i fratelli che sparavano mp3

Assolti i fratelli che sparavano mp3

Accade in Corea del Sud dove il tribunale non ha ritenuto responsabili i gestori di un sito web che consentiva a chiunque di condividere gratis ogni genere di file musicali
Accade in Corea del Sud dove il tribunale non ha ritenuto responsabili i gestori di un sito web che consentiva a chiunque di condividere gratis ogni genere di file musicali


Seoul (Corea) – Suscita una notevole attenzione la sentenza con cui sono stati assolti da qualsiasi responsabilità diretta i due fratelli coreani Yang Jung-hwan e Il-hwan, gestori di un sito che aveva scatenato la rappresaglia dell’industria musicale.

Secondo la prima sezione del Tribunale di Seul i due non possono essere considerati responsabili per le pur numerose violazioni al diritto d’autore in quanto gli scambi di musica senza autorizzazione avvenivano su forum ospitati dal loro sito ma non moderati. Quei canali avevano un “plus” tutt’altro che secondario: consentivano ad ogni utenti di esaminare i contenuti delle cartelle condivise degli altri utenti membri di quel canale.

In pratica, dunque, i giudici hanno sposato in pieno la tesi difensiva, secondo cui il servizio di “Mare di Suoni”, come era chiamato il sito, era soltanto quello di offrire canali di conversazione privati che poi i visitatori utilizzavano a proprio piacimento. Tutto questo per due anni, nel 2000 e nel 2001, quando poi su denuncia dell’industria discografica il sito è stato sospeso e i due fratelli sono stati accusati di violazione del diritto d’autore e favoreggiamento, con il rischio di passare cinque anni nelle patrie galere.

Sebbene la corte abbia stabilito che chi scaricava canzoni tramite quel servizio compiva un reato, la sentenza conferma quanto già deciso in primo grado, quando gli avvocati dell’industria non avevano saputo dimostrare in che modo i due avrebbero compiuto le violazioni ascritte.

Da parte sua l’industria di settore continua a ripetere che per colpa di quel sito si sarebbero persi ingenti guadagni derivanti dalla vendita dei dischi. L’accento è stato puntato anche sul fatto che già nel 2000 la Corea era leader nel mondo per diffusione della banda larga , un dato che avrebbe accelerato e moltiplicato la condivisione illegale di musica.

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Pubblicato il
14 gen 2005
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