Australia, solo giochi soft ai carcerati

Australia, solo giochi soft ai carcerati

Dopo le severissime censure applicate ai videogiochi, l'Australia ritira ora dalle sue carceri tutti i titoli ritenuti dannosi alla psiche dei detenuti
Dopo le severissime censure applicate ai videogiochi, l'Australia ritira ora dalle sue carceri tutti i titoli ritenuti dannosi alla psiche dei detenuti


Melbourne (Australia) – La censura australiana torna ad abbattersi sul mondo dei videogame, ed in particolare sui giochi che entrano nelle carceri. Questa volta a fare da “setaccio” non sarà il severissimo Office of Film and Literature Classification (OFLC), l’ufficio che in Australia si occupa della classificazione di film, libri e videogiochi, ma la divisione centrale di Polizia.

Andre Haermeyer, a capo della Divisione, ha annunciato che verranno banditi dalle prigioni australiane tutti quei titoli che, dopo una valutazione di carattere psicologico, saranno ritenuti dannosi o non adatti a chi è detenuto in carcere.

Questa iniziativa è stata presa dopo che un quotidiano locale, l’Herald Sun, aveva riportato che i detenuti passano il tempo giocando a titoli violenti come Grand Theft Auto 3 (GTA3), Carmageddon e Street Fighter. L’Australia, uno dei pochi paesi al mondo ad aver introdotto un sistema di classificazione anche per i videogiochi, all’inizio dell’anno ritirò dal mercato GTA3 perché conteneva “scene di sesso e violenza troppo esplicite”: poche settimane dopo Take 2 Interactive fu costretta a ripubblicare il gioco con i dovuti “tagli”.

Haermeyer si è detto seriamente preoccupato della crescente violenza nei giochi anche e soprattutto per i bambini.

In attesa che una commissione valuti l’impatto psicologico dei giochi sui carcerati, dalle prigioni del Governo Vittoriano verranno confiscate tutte le console. Una mossa che non ha mancato di sollevare critiche, soprattutto fra coloro che sostengono da tempo l’utilità dei videogiochi come strumento per sfogare, in modo innocuo, l’ìnnata aggressività presente in ogni persona.

All’epoca del ritiro dal mercato australiano di GTA3, Take 2 sostenne che “considerare ancora i videogiochi come trastulli per bambini non fa giustizia ad un mercato che, insieme al suo pubblico, negli ultimi anni è maturato moltissimo e che si rivolge ormai ad utenti compresi in una fascia di età che si va allargando di anno in anno”.

Il dibattito, accesissimo, è anche al centro di una recente proposta di legge americana con cui si vorrebbe mettere al bando, o tenere lontano dalla portata dei minorenni, i giochi più violenti e trasgressivi.

Il Governo kiwi è balzato recentemente alle cronache anche per le severissime proposte di legge con cui vorrebbe bandire da Internet i contenuti non ritenuti adatti ai minorenni, fra cui le molte e variegate forme della pornografia.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
6 giu 2002
Link copiato negli appunti