Londra – Ci sono paesi dove certe famiglie che vivono nella miseria vendono i propri figli online per farli partecipare a show a sfondo sessuale che vengono acquistati via internet o fruiti attraverso i cellulari di nuova generazione. Show che danno corpo ad un business il cui valore complessivo è oggi difficile da determinare.
Questo il cuore della denuncia contenuta in un rapporto che sta sollevando molto scalpore redatto dagli esperti dell’associazione britannica pro-minori Barnardo .
Il rapporto Just one Click mette anche in evidenza che dei bambini sui quali vengono commessi abusi di ogni genere per alimentare il mercato del pedoporno diffuso attraverso i nuovi media ben pochi sono quelli che vengono individuati e soccorsi.
Barnardo, una istituzione impegnata in più di 300 progetti di assistenza a famiglie e minori, che coinvolgono 100mila giovani e giovanissimi in UK, avverte che oggi nei paesi sviluppati e in quelli dove più frequenti sono gli abusi di questo tipo non ci sono agenzie o corpi specializzati o finanziati per trovare questi bambini. E questo nonostante il fatto che in questi show, molti dei quali sono segnalati nelle denunce dell’associazione, sia possibile vedere i bambini spesso nelle proprie case o in un ambiente per molti versi riconoscibile.
Nel rapporto si parla dei casi di 83 bambini coinvolti in questo genere di eventi individuati dalla Barnardo secondo cui, però, il fenomeno è enormemente più ampio. Sarebbero molti i casi di bambini attirati attraverso le chat da personaggi violenti pronti a farne il centro di tremende produzioni destinate al mercato internet o a quello della telefonia mobile di ultima generazione.
“Negli ultimi 18 mesi – spiegano i responsabili Barnardo – ci siamo resi conto che ci sono bambini pubblicizzati o venduti online attraverso chat room sessuali e bulletin board. Non solo i bambini vengono venduti in questo modo ma i siti coinvolti consentono all’acquirente dei video di votare da 1 a 10 il minore di cui si è abusato”.
Altre denunce riguardano il fatto che i gruppi che sono riusciti a individuare alcuni di questi minori non sono composti da persone formate per occuparsi adeguatamente del rapporto con i bambini. O anche il fatto che talvolta le testimonianze di questi bambini vengono raccolte con mezzi, come le telecamere, che sono poi quelli usati per commercializzare via internet o via wireless gli abusi commessi su di loro.
Le vie alla soluzione indicate da Barnardo sono quelle della creazione di un Centro di eccellenza nel Regno Unito dedicato al problema e in grado di stimolare una cooperazione internazionale su questo fronte.
“Ciò che ci preoccupa maggiormente – ha spiegato l’autore del rapporto, Tink Palmer – è che ci sono le prove che i bambini abusati sono sempre più giovani, che gli abusi sono sempre più estremi e frequenti. I bambini sono costretti a convivere con il fatto che milioni potrebbero aver visto la violenza commessa su di loro. E, ciò nonostante, il Governo (britannico, ndr.) deve ancora finanziare un programma specialistico di assistenza a loro e alle loro famiglie”.