Lo stile Ghibli ha invaso i social come un’orda di fanatici in fila per l’ultimo iPhone, trasformando i selfie in versioni anime con occhioni da cerbiatto spaventato e atmosfere da favola malinconica. Ma come tutte le mode passeggere – chi si ricorda quando eravamo ossessionati dagli NFT? – anche questa è diventata più stantia di una lasagna dimenticata in frigorifero.
Per chi è stanco di sembrare il cugino depresso di Totoro, ecco sette stili artistici alternativi trasformare le proprie foto con l’intelligenza artificiale.
7 prompt di ChatGPT per creare immagini uniche
1. South Park
Lo stile di South Park è volutamente grezzo e irriverente. Personaggi piatti come bambole di carta, animazioni sgangherate e zero rispetto per l’anatomia. La semplicità visiva è il punto di forza di questa serie satirica.
Ecco il prompt da dare in pasto a ChatGPT: “Ricrea questa foto in uno stile che ricorda South Park. Mantieni i personaggi piatti, esagerati e squadrati.” Il risultato? Una versione cartoon di se stessi che non sfigurerebbe tra i personaggi di South Park. Magari uno di quelli che compare per una battuta e poi esplode dopo due secondi…
2. Manierismo
Il Manierismo sbocciò dopo il Rinascimento. Le figure diventano più allungate, le pose più teatrali, e le composizioni si fanno cariche di tensione drammatica ed eleganza artificiosa. È come se ogni personaggio stesse recitando un monologo interiore sotto una luce da palcoscenico. Questo stile è perfetto per trasformare anche una scena quotidiana in qualcosa di intensamente emotivo e visivamente affascinante.
Ecco il prompt da provare subito: “Ricrea questa foto come un dipinto manierista, ambientato in una biblioteca.” Il risultato? Una figura dal volto pensoso e dalle mani affusolate, che sfoglia un libro avvolto da una luce drammatica, mentre sullo sfondo si intravedono scaffali che si perdono all’infinito. Sembrerà un’illustrazione di un sogno o di un ricordo sbiadito.
3. Romanticismo
Il Romanticismo va ben oltre le storie d’amore – è un movimento artistico che celebra l’intensità emotiva, il dramma e quel profondo senso esistenziale di essere un’anima solitaria in un universo sconfinato. Per ottenere questo effetto, si può usare un prompt ispirato a “La valorosa temeraria” di William Turner, uno dei capolavori del Romanticismo: “Ricrea questa foto nello stile de La valorosa temeraria di William Turner. Espandila come ritieni opportuno. L’immagine deve essere orizzontale.” Il risultato sarà un ritratto di se stessi immerso in un’atmosfera di malinconica grandiosità e sublime inquietudine.
4. Espressionismo
L’Espressionismo non si preoccupa di come appare realmente il mondo, ma di come viene percepito emotivamente. Maestri come Egon Schiele ed Edvard Munch distorcono deliberatamente forme, colori e prospettive per proiettare sulla tela emozioni crude e stati d’animo turbolenti. Il risultato è febbrile, psicologicamente intenso e spesso profondamente scomodo – nel senso più potente del termine.
Per sperimentare questa trasformazione emotiva, si può provare questo prompt ispirato a uno dei grandi maestri del movimento: “Ricrea questa foto nello stile espressionista di Edvard Munch.”
Il risultato sarà una versione di sé che sembra aspettare qualcosa, con lo sguardo fisso nel vuoto. I colori saranno alterati, le linee contorte e tutto nell’immagine suggerirà un’ansia palpabile. Intenso a livello emotivo, inquietante nella sua immediatezza psicologica – esattamente ciò che l’Espressionismo cerca di ottenere: non una rappresentazione del mondo, ma la proiezione visiva di una tempesta interiore.
5. Shin-hanga
Lo Shin-hanga (“nuove stampe”) reinventò la xilografia giapponese nel Novecento (stampa su blocchi di legno), fondendo l’antica tradizione dell’ukiyo-e con il realismo occidentale. Maestri come Ohara Koson infusero le loro opere di atmosfere delicate, giochi di luce sofisticati ed emozioni silenziose. Il risultato? Il mondo sembra sospeso in un’elegante serenità, come fotogrammi di un film dal ritmo lento e dove tutto sembra dolcemente cinematografico.
Per guidare il “pennello” di ChatGPT, ecco il prompt: “Ricrea questa foto nello stile Shin-hanga di Ohara Koson.” Il risultato? I tratti imitano le delicate linee di un blocco di legno, mentre la colorazione resta calda e terrosa. Sereno senza essere statico, esattamente ciò che ci si aspetta da un revival Shin-hanga.
6. Sosaku-hanga
Il Sosaku-hanga (“stampe creative”) rappresentò una vera rivoluzione nella xilografia giapponese del primo Novecento, segnando una decisa rottura con la tradizione secolare. A differenza dello Shin-hanga, che manteneva il processo collaborativo tradizionale (con artisti, intagliatori e stampatori separati), il movimento Sosaku-hanga abbracciò il concetto di “artista completo”. I suoi esponenti rivendicarono il controllo totale del processo creativo, occupandosi personalmente di ogni fase: dalla progettazione all’intaglio del blocco di legno, fino alla stampa finale. Questo approccio “fai-da-te” rifletteva l’influenza delle idee occidentali sull’artista come creatore individuale e autonomo.
Il Sosaku-hanga non cercava la perfezione tecnica o la bellezza raffinata tipica dello Shin-hanga, ma privilegiava l’espressione autentica dell’interiorità dell’artista. Caratteristiche distintive di questo stile sono le texture grezze e visibili che conservano il segno dell’intaglio, asimmetrie deliberate che rompono con l’armonia tradizionale, forme audaci e decise, composizioni che spesso sfidano le convenzioni estetiche classiche.
Ecco il prompt per ChatGPT: “Ricrea questa foto nello stile giapponese Sosaku-hanga.” Il risultato? Niente luci cinematografiche soffuse, solo contorni spessi, texture ruvide e forme forti che sembrano intagliate, non disegnate. Sembra fatto a mano, anche se è generato dall’AI.
7. Yamato-e
Lo Yamato-e è la quintessenza della pittura giapponese classica, fiorita durante il periodo Heian (794-1185). Questo stile raffinato adornava eleganti rotoli narrativi e paraventi decorativi nelle dimore dell’aristocrazia. Ciò che distingue questo stile è la sua delicata eleganza: linee fluide e sinuose che danzano sulla carta, colori vibranti ma armoniosamente bilanciati, e una straordinaria capacità di catturare l’essenza di momenti fugaci. Le scene tipiche includono la vita di corte con i suoi rituali elaborati, i cambiamenti stagionali che tanto affascinavano la sensibilità giapponese, e paesaggi naturali avvolti in un’atmosfera quasi onirica.
Le figure umane appaiono deliberatamente piccole e stilizzate, spesso rappresentate con il caratteristico “volto a uovo” (hikime-kagibana) con occhi a trattino e naso a uncino. Queste figure non dominano mai la composizione, ma si integrano armoniosamente con l’ambiente circostante, riflettendo la visione giapponese del rapporto tra umanità e natura. Per trasformare un proprio ritratto in stile Yamato-e, ecco cosa chiedere al chatbot di OpenAI: “Ricrea questa foto nello stile dei dipinti giapponesi Yamato-e.”
Il risultato sarà un’interpretazione poetica di se stessi, dove il proprio sorriso diventerà parte di una scena più grande che celebra la bellezza effimera del mondo naturale – un concetto profondamente radicato nell’estetica giapponese.
Oltre lo stile Ghibli c’è di più…
Abbiamo superato (almeno per ora) la fase in cui tutti volevano trasformare le proprie foto in scene alla Studio Ghibli. Ma non significa che la magia sia finita — anzi, è appena cominciata. Le possibilità sono praticamente infinite. Un ritratto può diventare una locandina in stile film noir, un dipinto alla Van Gogh o una figura elegante ispirata all’estetica di Tamara de Lempicka. Ogni immagine può essere reinterpretata in modi sorprendenti, capaci di rivelare versioni di sé finora inesplorate.