Sembrano tutte uguali, ma non lo sono affatto. Lumafield ha analizzato oltre mille batterie agli ioni di litio con tomografia computerizzata 3D a raggi X, e ha scoperto un divario allarmante tra quelle di marca e le batterie economiche vendute online.
Quasi l’8% delle batterie low-cost hanno difetti strutturali potenzialmente pericolosi, come la sporgenza dell’anodo negativo, che può causare cortocircuiti e incendi. Parliamo di batterie che si usano tutti i giorni, quelle dello spazzolino elettrico, della bici elettrica, del powerbank che si tiene in borsa.
Batterie low-cost vendute online: specifiche false e rischio di incendio, lo studio choc
Le batterie difettose individuate provengono tutte da marchi economici o contraffatti, spesso acquistabili su piattaforme come Temu o Amazon. Alcune dichiarano capacità impossibili, fino a 9.900 mAh, ma nei test reali non superano i 1.300 mAh.
Oltre alla sporgenza dell’anodo, le batterie economiche mostrano un allineamento interno disordinato, che aumenta il rischio di esplosioni e degrado delle prestazioni. Le batterie ricondizionate, pur avendo ottenuto risultati accettabili, presentano comunque margini di incertezza legati alla provenienza e al controllo qualità. Le uniche a superare il test senza problemi sono state qelle di marchi OEM come Samsung, Panasonic e Murata.
Un difetto da solo non basta, ma può bastare a far danni
Una batteria difettosa non esplode da sola. Ma se si lascia in un’auto surriscaldata, si fa cadere o si usa in condizioni estreme, quel piccolo difetto può diventare un grande problema. Lo studio di Lumafield è un promemoria potente: dietro un prezzo basso può nascondersi un rischio alto.