Biometria? Il Garante deve cambiare

Biometria? Il Garante deve cambiare

Ne parla Claudio Manganelli del CNIPA, presidente del Comitato Tecnico per la sicurezza informatica e delle comunicazioni nella Pubblica Amministrazione. L'attuale situazione - spiega - va sbloccata
Ne parla Claudio Manganelli del CNIPA, presidente del Comitato Tecnico per la sicurezza informatica e delle comunicazioni nella Pubblica Amministrazione. L'attuale situazione - spiega - va sbloccata


Roma – Egregio dott. Assenti, ho letto il suo editoriale riguardante le tecnologie biometriche e mi consenta di essere sostanzialmente in disaccordo se l’intenzione del suo articolo era quella di evidenziare gli aspetti negativi derivanti dall’uso di questa tecnologia. Dalla lettura dell’articolo mi risulta evidente che Lei non abbia presenziato al convegno sulle biometrie, tenutosi presso la Confindustria il il 23 novembre scorso e per il quale, io stesso, per poter sbloccare la situazione di “empasse” nel quale il sistema produttivo e di governo italiano si è venuto a trovare in materia di biometria, vista la posizione di retroguardia assunta dal Garante, avevo scelto il titolo: “biometria – passaporto o minaccia?”.

Essendo stato componente di quel Collegio, nel suo primo ciclo di vita, ho sempre considerato l’innovazione tecnologica un fenomeno, per dirla con Rodotà, dalle caratteristiche del Giano bifronte ma, proprio per questo, l’analisi dei vantaggi e dei rischi che possono essere introdotti nella società umana dall’adozione su larga scala di scelte organizzative e tecniche deve essere affrontata con la massima obiettività, senza difendere strenuamente posizioni o privilegi personali che potrebbero divenire posizioni di retroguardia e finire col penalizzare una nazione rispetto ad un’altra.

Posizioni di retroguardia il Garante le ha assunte anche in materia di una tecnologia decisamente meno invasiva come la videosorveglianza, ed in particolare quando questa è associata a sistemi di riconoscimento facciale. Se da un lato, soluzioni tecnologiche di questa natura sono sproporzionate se adottate per controllare l’ingresso dei soci di un circolo nautico, piuttosto che una palestra o una mensa aziendale, non si può certo impedire l’adozione di simili applicazioni quando adottate per garantire la sicurezza pubblica o la vigilanza su particolari aree protette. Si potrà certamente discutere l’aggettivo “particolare” e cioè quale area meriti misure più rigorose di altre, ma se il risultato finale è un maggior benessere sociale dal punto di vista della sicurezza, come negli aeroporti, negli stadi, nei luoghi di grande assembramento pubblico, tali soluzioni non dovrebbero essere minimamente impedite.

Ma tornando alla biometria, nel corso del convegno, e la cronaca di questi giorni ce lo sottolinea, io stesso ho sottolineato come la biometria possa fornire un valido contributo alla certezza e autenticazione delle transazioni in rete, siano esse di home banking che di e-governement: altro che pericolosi meccanismi attraverso i quali sia possibile il furto di identità. E’ evidente che la sicurezza delle applicazioni basate su soluzioni biometriche deve essere verificata in base al tipo di tecnologia adottata (una biometria è più affidabile di altra a seconda dell’applicazione), alla frequenza di utilizzo, all’applicazione che si vuole realizzare, all’area fisica o logica che si vuole proteggere. Tutta questa problematica può essere riassunta sotto il nome di analisi tecnologica ed organizzativa delle soluzioni da adottare e quindi è necessaria una profonda esperienza tecnica. Ora le chiedo: dove sono le esperienze tecniche presso il Garante? Il Ministro Stanca, con le sue strutture tecniche quali il Dipartimento e il CNIPA, può sicuramente complementare gli indirizzi normativi del Garante, risolvendo i nodi giuridici attraverso soluzioni tecnologiche e modelli organizzativi rispettosi dei principi normativi alla base del Codice per la protezione dei dati personali e la finalità che il convegno citato si proponeva era proprio questa.

Lei invece auspica che il Garante possa disporre di maggiori risorse per poter operare più efficacemente; io ho sempre sostenuto che i risultati si potrebbero conseguire attraverso una più immediata e capillare azione ispettiva e sanzionatoria: risultato questo che si può conseguire attraverso una cooperazione con organismi dello Stato già esperti in questa tipologia di attività.

Ma alla base di tutto deve esserci, presso l’Autorità Garante, un radicale cambiamento di mentalità, un passaggio inevitabile se si vuol reggere il passo dell’evoluzione del Paese nel contesto globale, caratterizzato spesso da aspri conflitti sociali e terrorismo sanguinario: il principio che era alla base dell’antico concetto statunitense di privacy, e cioè il diritto ad essere lasciati soli deve necessariamente trasformarsi in un diritto al non coinvolgimento. E questo, solo un sapiente e sperimentato utilizzo dell’innovazione tecnologica può assicurarcelo.

Distinti saluti
Claudio Manganelli
Componente il Collegio del CNIPA e Presidente del Comitato Tecnico per la sicurezza informatica e delle comunicazioni nella Pubblica Amministrazione

Gentile dott. Manganelli
la sua lettera credo illumini con chiarezza quel conflitto tra Garante e Ministro all’Innovazione che era al centro del mio commento. Portare alla luce questo conflitto era lo scopo di quell’intervento, un po’ perché in mezzo c’è l’interesse pubblico e un po’ perché se uno scontro esiste ma non è dichiarato i suoi esiti possono non essere trasparenti come è invece lecito aspettarsi. La sua replica giunge quindi quanto mai opportuna.

Non credo stia a me suggerire come procedere, né al Ministero né tantomeno al Garante, le cui posizioni ritiene di retroguardia. Sono certo che questo giornale, come fa ormai da molti anni, continuerà a informare sui passi avanti (o indietro) della biometria in Italia. Da parte mia, e le parla un appassionato di tecnologia, compresa quella biometrica, non posso far altro che continuare a chiedermi se quelle che vengono ritenute imprescindibili esigenze di sicurezza giustifichino la continua erosione della privacy. Sarà pure un’americanata, sarà antica ma a me piace.

I miei saluti più cordiali,
Lamberto Assenti

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Pubblicato il
14 dic 2004
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