Roma – L’ Authority TLC sta meditando un provvedimento per dare un limite di sei mesi al sim-lock/operator-lock, soluzione che un operatore di telefonia mobile può adottare per vincolare a sé un telefono cellulare (e il traffico generato dal suo proprietario), un’opzione ampiamente utilizzata da TRE e spesso obiettivo di polemiche.
La Commissione Infrastrutture e Reti dell’Autorità ha deliberato l’avvio di una consultazione pubblica sulla regolamentazione del blocco dei terminali mobili. Una limitazione temporale del periodo nel quale la SIM può rimanere “bloccata” su un unico operatore è stata proposta dal Commissario relatore Enzo Savarese, che ha parlato di sei mesi come tempo massimo.
Di fronte alle frequenti lagnanze dei consumatori , concordi nel ritenere il sim-lock in antitesi con la number portability e nell’esigere una regolamentazione a tutela di chiarezza e trasparenza nelle offerte al pubblico, l’Authority è entrata così nel merito della vexata quaestio relativa ad una pratica che, nel nostro paese, non è esattamente uno standard .
Utilizzata come accennato solamente da TRE, per garantirsi la fedeltà di coloro che acquistano i suoi videofonini a prezzi contenuti, la soluzione bloccante (nella fattispecie l’operator-lock) ha solleticato la fantasia di molti utenti, refrattari a sentirsi imprigionati nella rete di TRE e intenzionati a svincolarsene , approfittando così delle condizioni offerte da altri operatori mobili.
Sono partite denunce, prima contro la rete commerciale Vodafone , accusata di aver spinto gli acquirenti di videofonini a rimuovere le protezioni, poi contro i primi cracker , su cui si è mossa la Polizia Postale per arginare gli sblocchi, operati in modo “sommerso” o alla luce del sole . Le dimensioni dello sblocco clandestino avrebbero assunto proporzioni notevoli : secondo TRE, gli utenti “emigrati” in questo modo sulle reti di altri operatori sarebbero mezzo milione.
Va ricordato che TRE non rigetta completamente la pratica dello sblocco, occupandosene direttamente attraverso la propria rete commerciale ma a ben determinate condizioni: “La disattivazione dell’ Operator Lock è disponibile per i soli videofonini di proprietà del Cliente, solo a partire dal tredicesimo mese dalla data del loro acquisto ed esclusivamente attraverso le modalità indicate dal Servizio Clienti TRE”. E l’operazione non è gratuita, ma comporta il sostenimento di un costo legato al numero di mesi trascorsi dall’acquisto dell’apparecchio, come indicato nel sito dell’operatore .
L’approvazione di un limite di sei mesi al blocco dell’apparecchio, sarebbe quindi molto vicina alle richieste dei Consumatori e alquanto lontana dalle strategie commerciali di TRE (le cui condizioni, sopra ricordate, perderebbero validità e liceità), che potrebbe quindi rivedere il listino dei propri videofonini, non certo al ribasso.
Come comunicato dalla stessa Authority, “la decisione finale sull’eventuale atto di regolamentazione verrà presa al termine della consultazione pubblica”.
Da parte sua Vodafone ha rilasciato ieri una nota in cui dichiara di apprezzare la decisione dell’Autorità di attivare la consultazione pubblica. “Un mercato così competitivo come quello delle comunicazioni mobili – ha dichiarato Pietro Guindani, Amministratore Delegato di Vodafone Italia – ha bisogno di regole chiare. Grazie all’intervento dell’Autorità siamo fiduciosi che verranno adottate le misure necessarie a ristabilire la trasparenza del mercato e la correttezza nel suo funzionamento. A tutta garanzia dei consumatori che continueranno così a beneficiare dei vantaggi della concorrenza tra operatori”.
Dario Bonacina