Roma – Dicono di essere le 600 persone che lavoravano in Blu e che si sono trovate coinvolte nell’ operazione di spezzatino che ha trasformato il quarto operatore GSM italiano in succulente porzioni per i suoi competitor. Sebbene sia difficile affermare se dietro al sito Blupeople vi siano davvero 600 persone, le poche pagine di quello spazio web attaccano a spada tratta l’operazione coordinata da TIM.
“600 persone – si legge sul sito – che senza polemiche gratuite non vogliono vedere gettate al vento le proprie competenze, professionalità e i propri diritti. 600 persone che non vogliono sottostare a un gioco più grande di loro. 600 persone che non si considerano oggetti ma professionisti che sanno sfidare il mercato”.
Secondo gli autori del sito, ad alcuni dipendenti Blu destinati a confluire in TIM, quest’ultima sta facendo proposte “che non si possono rifiutare” e “pretende le dimissioni da Blu e riassunzioni in Tim prima della scadenza del 27 dicembre”. E si sostiene che tutto questo è illegale “specie se si considera che accettando “l’insistente proposta” si deve rinegoziare lo stipendio e perdere tutti i diritti garantiti nel codice civile dall’art. 2112, che tratta appunto delle fusioni aziendali”.
Per farsi un’idea, è comunque possibile leggere sul sito sia la proposta di assunzione in TIM che il “verbale di intesa” con Blu.