Body scanner, TSA pensiona i raggi-X

Body scanner, TSA pensiona i raggi-X

L'agenzia USA sta sostituendo i tanto discussi scanner ai raggi-X con quelli millimetrali. Che sono più sicuri ma soprattutto più veloci. Ancora irrisolta la questione privacy
L'agenzia USA sta sostituendo i tanto discussi scanner ai raggi-X con quelli millimetrali. Che sono più sicuri ma soprattutto più veloci. Ancora irrisolta la questione privacy

Body scanner aeroportuali, radiazioni ionizzanti, addio: la Transportation Security Administration (TSA) ha avviato quella che sembra proprio una lenta ma inesorabile opera di sostituzione dei discussi body scanner ai raggi-X (detti anche backscatter ) con i più sicuri ed efficienti scanner millimetrali.

L’agenzia del DHS (Department of Homeland Security) fornisce così la sua risposta a una discussione sui body scanner che negli USA va avanti da lungo tempo , coinvolgendo le politiche di gestione della sicurezza di TSA, la potenziale pericolosità degli aggeggi per la salute umana e la presunta inefficienza del sistema nell’individuazione di pericoli concreti alla sicurezza dei voli.

La questione è controversa, TSA si muove quasi alla chetichella e installa i nuovi scanner millimetrali nei grandi aeroporti del Nordamerica inclusi quelli di Boston, Los Angeles, Chicago, Orlando, il JFK di New York. I vecchi scanner ai raggi-X vengono installati negli aeroporti più piccoli dove la congestione di passeggeri è meno pressante, dice la TSA.

Motivo principale del passaggio dai raggi-X alle onde radio degli scanner millimetrali sarebbe infatti il problema delle file agli aeroporti, dice ancora TSA, non certo la minore pericolosità dei nuovi scanner rispetto al pericolo “irrilevante” delle radiazioni emesse da quelli impiegati in precedenza.

Oltre a essere più sicuri ed efficienti, gli scanner millimetrali salvaguardano anche la privacy dei viaggiatori : ora l’immagine del passeggero non è più un negativo fedele delle sue fattezze, ma un’immagine “fumettosa” con evidenziati le possibili aree od oggetti pericolosi.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
22 ott 2012
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