Braccialetti elettronici: Fastweb fa chiarezza

Braccialetti elettronici: Fastweb fa chiarezza

Fastweb ha voluto fare chiarezza sul tema dei braccialetti elettronici, chiarendo la propria posizione e il numero delle proprie forniture.
Braccialetti elettronici: Fastweb fa chiarezza
Fastweb ha voluto fare chiarezza sul tema dei braccialetti elettronici, chiarendo la propria posizione e il numero delle proprie forniture.

Da alcuni giorni è in essere una diatriba che vede da una parte Roberto Giachetti e dall’altra Il M5S (per voce del sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferraresi prima e del viceministro Vito Crimi poi): al centro della disfida c’è il ruolo di Fastweb nella fornitura di braccialetti elettronici, per i quali è in essere un contratto pluriennale dal valore complessivo di 46 milioni di euro.

I braccialetti elettronici di Fastweb

Il contratto, secondo quanto indicato nei giorni scorsi dal Corriere della Sera, prevede un numero di dispositivi pari a 36/43 mila unità nel giro di un triennio, ma quando si è già quasi al giro di boa le attivazioni sarebbero state molte di meno: 2600 contro le 16000 che ci si potrebbe invece attendere. Alla luce di questo differenziale è scattato un rimpallo di calcoli e responsabilità che non ha in alcun modo contribuito a fare chiarezza sul problema – se di problema si tratta.

La spiegazione di Fastweb

Pizzicato tra i due contendenti, Fastweb è intervenuto con una nota ufficiale per fare chiarezza esplicitando alcuni punti dirimenti:

  • il contratto stipulato tra Fastweb e il Ministero dell’Interno per il triennio 2018-2021, a seguito dell’aggiudicazione di un bando pubblico, non prevede la consegna mensile di un quantitativo predefinito di braccialetti elettronici alle autorità di pubblica sicurezza bensì – come stabilito dal disciplinare di gara – un servizio “chiavi in mano di monitoraggio a distanza di soggetti sottoposti a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria mediante l’utilizzo di strumenti di sorveglianza elettronici;
  • il contratto stabilisce altresì che “Il servizio erogato dall’Impresa deve consentire, mensilmente, l’attivazione media di un numero di 1.000 di dispositivi con la capacità di attivarne anche il 20% in più”.
  • L’impegno di Fastweb, pertanto, consiste nell’eseguire l’attivazione fino ad un massimo di 1200 braccialetti elettronici al mese, fermo restando che il numero di braccialetti effettivamente attivati (e disattivati) dipende da quanto richiesto di volta in volta dalle Forze di Polizia in conseguenza delle disposizioni dei magistrati che sono l’unica autorità competente a disporre misure di restrizione della libertà personale o alternative al carcere.
  • Fastweb ha, dall’avvio del contratto, eseguito con diligenza e tempestività tutte le attività previste, attivando e disattivando i braccialetti secondo le indicazioni ricevute dalle Forze di Polizia e in nessun caso è stata disattesa da parte di Fastweb una richiesta di attivazione di braccialetto elettronico. Tale circostanza è confermata da quanto dichiarato dal Viceministro Crimi nel corso della discussione relativa all’Interpellanza Urgente 2-01022: “alla data odierna, non risultano richieste pendenti da parte dell’Autorità Giudiziaria, in quanto tutte le istanze presentate sono state gestite o programmate
  • Lo scorso 10 aprile il Commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus, nell’esercizio delle sue facoltà e a seguito di una richiesta del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia, ha eseguito un affidamento chiedendo a Fastweb di attrezzarsi ad attivare 1600 braccialetti elettronici in più (complessivi, non su base mensile) rispetto a quelli previsti dal primo contratto per far fronte alla pandemia in corso e ad eventuali picchi di richiesta derivanti dalla necessità di ridurre i contagi negli istituti penitenziari.

Sulla base di queste spiegazioni, insomma, il problema sembra non sussistere. Fastweb, infatti, avrebbe risposto a tutte le richieste pervenute e, al tempo stesso, sarebbe remunerata soltanto a seguito delle attivazioni effettivamente eseguite. Semplicemente l’anno di pandemia potrebbe aver rallentato la necessità di nuovi braccialetti, portando ad una attivazione ridotta rispetto a quanto previsto, ma alla fine dei conti anche i costi saranno presumibilmente molto inferiori.

A meno di rilanci dal fronte opposto, quindi, la vicenda sembra spegnersi sostanzialmente con un nulla di fatto, ma con una consapevolezza maggiore su una tecnologia della quale si conosce generalmente poco.

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Pubblicato il
26 gen 2021
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