Roma – Linux sembra possedere l’innata capacità d’infilarsi dappertutto, persino in quei dispositivi, come i Tablet PC, svezzati a DirectX e nati per servire Windows. E se per Microsoft un Tablet PC con Linux apparirà certamente come un oggetto sacrilego, per una piccola start-up americana, la StepUp Computing , rappresenta invece un interessante e promettente esperimento di marketing.
La giovanissima azienda ha infatti annunciato il rilascio, per l’inizio del prossimo anno, di un modello di DocuNote – nome della propria linea di Tablet PC – che al posto del tradizionale Windows XP Tablet PC Edition adotterà una speciale versione di LindowsOS, ormai celebre incarnazione user friendly del Pinguino gestita dall’omonima Lindows.
E così, a pochi giorni dal lancio della nuova “creatura” di Microsoft , Lindows già prova a fare del Tablet PC una nuova opportunità di business, utilizzando Linux ancora una volta per infastidire Windows anche nel settore dei PC desktop e dei notebook. O quantomeno per poterlo dichiarare.
StepUp ha spiegato che i Tablet PC con LindowsOS conserveranno l’identica configurazione hardware dei modelli con Windows: questa comprende un processore Crusoe TMS5600 a 667 MHz di Transmeta, 256 MB di memoria, 20 GB di hard disk, un display TFT LCD da 8,4 pollici SVGA, una Web-cam integrata e supporto alla connettività wireless attraverso un add-on PCMCIA.
Questi dispositivi, che adotteranno l’imminente versione 3.0 di LindowsOS, manterranno caratteristiche funzionali simili a quelle fornite da un Tablet PC con Windows, fra cui la possibilità di avvalersi del riconoscimento della scrittura per convertire in caratteri quanto scritto – a mano libera – con la penna digitale.
Ciò che agli occhi dei consumatori potrebbe rendere interessante il Tablet PC Linux di StepUp è il prezzo, che dovrebbe aggirarsi intorno ai 500$. È questo uno dei fattori che, secondo il CEO di Lindows, Michael Robertson, potrebbe fare la differenza con i prodotti “Windows certified” della concorrenza.
“I tablet computer recentemente annunciati – ha detto Robertson – hanno debuttato con un prezzo compreso fra i 2.000 e i 3.000 dollari. Ci sarà sempre un elite di tecnici che comprerà l’ultimo giocattolo senza badare al suo prezzo, ma la maggior parte della gente non giustificherà questi costi”.
“Per raggiungere le masse – ha sottolineato Robertson – il prezzo dei tablet deve scendere sotto i 1.000 dollari”.
Il boss di Lindows, ridimensionando un po’ i toni entusiastici con cui Microsoft ha dipinto il Tablet PC, si è detto convinto che questa nuova generazione di computer portatili non rimpiazzerà né i notebook né i PC desktop, ma ne rappresenterà semmai un comodo complemento.
Robertson si è poi dimostrato scettico sull’effettiva utilità attribuita dal big di Redmond alla tecnologia per il riconoscimento della scrittura. A suo avviso, infatti, questa non è ancora sufficientemente matura per poter essere utilizzata in modo affidabile, e anche se lo fosse, verrebbe scarsamente utilizzata dagli utenti.
“Oggi è già possibile controllare il nostro computer attraverso comandi vocali, eppure quasi nessuno lo fa. Questa è la dimostrazione – sostiene Robertson – che non tutte le nuove tecnologie sono destinate a rimpiazzare quelle vecchie: nel caso della scrittura, la tastiera rimane ancora il mezzo ideale”.