Per alcuni il computer quantistico è un sogno che non potrà mai realizzarsi , mentre per altri si tratta solo di ottenere i giusti elementi di base ( qubit capaci di ritenere l’informazioni digitale in maniera stabile e affidabile) per portare avanti gli studi sulla concretizzazione del sogno del super-calcolo a mezzo particelle elementari.
Della seconda categoria di persone fanno parte i texani della Rice University , convinti della validità delle ricerche sui computer quantistici al punto da investire in un progetto che non ha alcun risultato concreto. Almeno per ora, visto che i fisici Rui-Rui Du e colleghi intendono sperimentare la possibilità di usare un design di “quantum computer topologico” con qubit che non decadono.
Per gli scienziati della Rice il segreto dei qubit stabili è l’eventuale scoperta del fermione di Majorana , elemento sub-atomico teorizzato nel 1937 dal celebre scienziato italiano che ha la caratteristica peculiare di unire in se sia la particella che l’antiparticella di una coppia quantistica “perfetta” .
I fermioni di Majorana sarebbero qubit ideali, teorizzano i ricercatori statunitensi, non fosse che quasi un secolo dopo l’enunciazione della teoria la comunità scientifica non è ancora riuscita a individuare il fenomeno fisico nella realtà pratica. Rui-Rui Du e colleghi intendono scovare l’elusivo (teorico?) fermione di Majorana attraverso l’impiego di un isolante topologico : un componente che si comporta da isolante alla base ma lascia passare la carica elettrica sulla sua superficie.
L’unione di un isolante topologico con un superconduttore, ipotizzano i ricercatori della Rice, dovrebbe portare alla “apparizione” dei fermioni-qubit esattamente al confine tra il materiale isolante e il superconduttore. Messa l’idea su carta, Du si dice consapevole del fatto che “solo gli esperimenti possono confermare se riusciremo a trovare i fermioni di Majorana e se essi siano buoni candidati per la creazione di qubit stabili”.
Alfonso Maruccia