Cambiamo il copyright europeo

Cambiamo il copyright europeo

In una lettera, NewGlobal.it ricostruisce la fase attuale della discussione in sede europea su una questione fondamentale: la revisione dell'intera normativa su copyright e diritti collegati
In una lettera, NewGlobal.it ricostruisce la fase attuale della discussione in sede europea su una questione fondamentale: la revisione dell'intera normativa su copyright e diritti collegati


Roma – Dopo la recente consultazione in tema di DRM dell’HLG , la Commissione Europea si accinge a rivisitare l’intero “acquis communautaire” (il corpo legislativo) relativo al copyright e ai diritti collegati.

Nel corso di questo riesame, volto a risolvere le inconsistenze tra le leggi comunitarie esistenti e a stabilire se esistono effetti negativi sul giusto equilibrio di diritti e interessi è partita una nuova consultazione rivolta a tutte le organizzazioni interessate .

Le posizioni raccolte da numerose associazioni europee sono state riunite in un documento di posizione comune presentato il 31 ottobre da European Digital Rights (EDRI), Foundation for Information Policy Research (FIPR) e Vereniging Open-source Nederland (VOSN) e sottoscritto da venti organizzazioni (per l’Italia: Linux User Group Rieti, Media Innovation Unit – Firenze Tecnologia e NewGlobal.it) (la traduzione italiana è disponibile qui ).

La risposta è ampia ed articolata. Innanzitutto viene richiesto un riesame a tutto campo dell’acquis communautaire nel campo del copyright e dei diritti correlati per verificarne i presupposti, l’inquadramento ed i conflitti in essere con altre leggi europee in merito di competizione, occupazione, ambiente e diritti dei consumatori.
Si contesta quindi l’eliminazione di diritti, eccezioni e garanzie che erano presenti nelle precedenti direttive comunitarie, con l’effetto di livellare verso il basso i diritti degli utenti.

Due tra i punti condivisi da NewGlobal.it sono la proposta di un meccanismo per risolvere il problema delle opere protette da diritti d’autore e non disponibili al pubblico e la richiesta di un principio di legalità (“Abusane e lo perderai”) per i meccanismi di gestione dei diritti (DRM).

Il Copyright nasce per rendere più facile la distribuzione al pubblico delle opere. Purtroppo, per effetto delle leggi attuali è legittimo lasciare chiuse nelle casseforti degli editori le opere per tempi esageratamente lunghi, privando il pubblico della possibilità di fruirne. Per questo EDRI chiede che per le opere che non siano rese disponibili al pubblico per tre anni consecutivi dagli editori, sia dato all’autore il diritto di avocare a sè l’opera e cercare un nuovo editore, e che, mancando un’azione in tal senso, allo scadere dei due anni successivi, le opere passino automaticamente al pubblico dominio.

Nell’accesso a contenuti digitali è spesso possibile che dei termini contrattuali non equi vengano fatti valere nei confronti degli utenti per il tramite di mezzi tecnici. Alcune legislazioni nazionali propongono i diritti “di uso lecito” in termini negativi rendendo impossibile un’azione legale indipendente dei consumatori. La posizione invita perciò a definire in un’apposita “Digital Rights Directive” i diritti dei consumatori in maniera positiva.

Si richiede inoltre di colpire in due modi quei meccanismi tecnologici di protezione dei contenuti digitali che creino conflitto con i diritti dei consumatori: togliendo ai meccanismi la protezione legale contro la circonvenzione e rendendo non applicabili fino alla risoluzione del conflitto tutti i diritti di copyright protetti dai meccanismi sotto accusa.
NewGlobal.it è grata a EDRI, FIPR e VOSN, nonché a Media Innovation Unit – Firenze Tecnologia, e specificamente ad Andrea Glorioso, il cui apporto è stato determinante per la nostra adesione.

Gruppo Copyright & dintorni
NewGlobal.it

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Pubblicato il 3 dic 2004
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