Il leader dell’UDC Pier Ferdinando Casini ha presentato la proposta dell’Unione di Centro a favore dell’iniziativa Agenda Digitale : il suo partito ha deciso di appoggiare l’idea di un articolo 21-bis che individui l’accesso a Internet come un diritto costituzionalmente riconosciuto.
Varie le personalità politiche che in seno al dibattito sulla disciplina di Internet hanno considerato la modifica dell’art. 21 della Costituzione una proposta concreta per assicurare al medium uno status tutelato: tra i principali promotori il professore ex-garante della privacy Stefano Rodotà, e tra i primi a schierarsi anche la Provincia di Roma, molto attiva sul lato del WiFi pubblico, che ha approvato una mozione promossa dal gruppo del PD e favorevole all’introduzione della modifica “per garantire a tutti i cittadini il diritto di accedere alla rete Internet”.
L’articolo 21 della Costituzione recita:
Di fatto comprenderebbe, soprattutto se letto nell’impianto generale della nostra Costituzione, anche i nuovi media come Internet: d’altronde non esclude esplicitamente nulla. Tuttavia nell’ottica di problemi come il digital divide e la possibile censura del nuovo mezzo, sembra utile una specificazione volta a trasformare Internet in un diritto sancito dalla Costituzione italiana, una sorta di “servizio universale” a cui, in quanto tale, “tutti hanno eguale diritto di accedere in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale”.
L’introduzione di un articolo 21-bis, secondo Casini, servirebbe a far riconoscere all’intero paese l’importanza di Internet come “indispensabile strumento di progresso e di civiltà”. Per questo ritiene opportuno appoggiare l’iniziativa di Agenda Digitale che vuole portare l’attenzione della classe dirigente su temi che non si potrebbero rinviare per il ruolo strategico in ambito di comunicazione, economia e sviluppo che possono svolgere il Web e l’innovazione tecnologica legata a Internet.
Dietro l’apertura ad Agenda Digitale per l’Italia e all’appoggio all’art. 21-bis, dice Casini, la necessità di “investire nell’agenda digitale, investire nella banda larga, cablare il paese con la fibra ottica”. Gli ostacoli che in questo modo devono essere superati sono quelli del digital divide, dell’alfabetizzazione/informatizzazione della popolazione, dello stimolare la competitività internazionale delle nostre imprese e del settore dell’ecommerce.
Per quanto riguarda i ritardi nel colmare il digital divide l’UDC propone di “effettuare un censimento della reale copertura del territorio attraverso tutte le soluzioni possibili (fibra, rame, hyperlan, ecc.) e di definire successivamente un piano di intervento per fornire connettività almeno a 2mbits alle zone d’ombra evidenziate”. Nell’ottica, poi, di fornire servizi di connessione gratuita wirelless a cittadini e turisti.
Per quanto riguarda l’educazione all’informatica parla di materiali in formato digitale nelle scuole (ampliando i computer e i testi in formato elettronico), di costruire una rete di supporto con corsi gratuiti a favore degli anziani e di incentivare gli investimenti aziendali in tecnologie digitali (magari sotto forma di sgravi fiscali). Sul versante dell’ecommerce propone l’ IVA al 4 per cento per i beni digitali e addirittura di eliminare l’ equo compenso (che chiama esplicitamente “tassa su tutte le memorie digitali che oggi va direttamente alla SIAE”. Infine si schiera a favore di una legge per la net neutrality.
Claudio Tamburrino