Caso Amado, Microsoft limita i danni

Caso Amado, Microsoft limita i danni

A Redmond si compiacciono della decisione del giudice di riconsiderare i danni da pagare per l'infrazione di un brevetto. Il risarcimento sarà meno corposo del previsto
A Redmond si compiacciono della decisione del giudice di riconsiderare i danni da pagare per l'infrazione di un brevetto. Il risarcimento sarà meno corposo del previsto

Continua a far discutere tribunali, stampa e protagonisti il celebre caso di Carlos Armando Amado, programmatore statunitense di origini guatemalteche che ha trascinato Microsoft davanti al giudice per l’infrazione del suo brevetto su una tecnologia di comunicazione tra database e foglio di calcolo, impiegata nei software del pacchetto Office senza le dovute autorizzazioni da parte dell’autore. Dopo essere stata condannata a pagare per l’infrazione, Microsoft incassa ora la decisione di un giudice di appello di riconsiderare l’entità dei danni da corrispondere ad Amado .

La nuova sentenza conferma la colpevolezza del big di Redmond, ma come già successo con il precedente ricorso non è chiaro quanto debba pagare: il giudice ha stabilito che 12 centesimi di dollaro a copia da corrispondere ad Amado per compensare la violazione non sono proporzionati al danno subito .

Amado va insomma risarcito ma non tanto quanto aveva stabilito, senza apparente motivazione concreta, la corte di appello. La tecnologia incriminata non viene più impiegata nei software del pacchetto Office sin dalla sentenza originaria del 2005, cionondimeno Microsoft dovrà dar conto allo sviluppatore dei sei anni (1997-2003) in cui essa è stata impiegata in Excel prima che scattasse la denuncia.

La decisione della corte di riconsiderare la percentuale di danni giunge dopo una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti riguardante AT&T, in cui si stabiliva che i risarcimenti basati sul numero di copie vendute non possono includere anche le installazioni distribuite in altri paesi . Anche l’ingiunzione definitiva precedente circa il pagamento del dovuto è stata annullata.

Microsoft, naturalmente, si dice “gratificata che il tribunale abbia deciso di eliminare l’ingiunzione alla luce della sentenza emessa dalla Suprema Corte”, ha dichiarato il portavoce della società Jack Evans a BetaNews .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
28 feb 2008
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