Informatica decadente

Informatica decadente

di Marco Calamari - Sotto la superficie dei moderni sistemi informatici, nascoste da splendide interfacce grafiche ci sono tecnologie degli anni '70 ed '80, cioè di 30 o 40 anni fa. E non è una bel segnale, ecco perché
di Marco Calamari - Sotto la superficie dei moderni sistemi informatici, nascoste da splendide interfacce grafiche ci sono tecnologie degli anni '70 ed '80, cioè di 30 o 40 anni fa. E non è una bel segnale, ecco perché

Guardando indietro di una trentina d’anni resto sempre stupito di quanto certe tecnologie, in particolare quelle software, siano non vecchie ma addirittura antiche, pur restando ancora le più avanzate. Una situazione che si riscontra anche in altri campi ad alto valore aggiunto della tecnologia, come i sistemi d’arma ed i veicoli aerospaziali, ma che nel caso del software è particolarmente accentuata.

Ad esempio, nel campo dei sistemi d’arma le cosiddette bombe intelligenti sono spesso solo proiettili d’obice a cui viene fissata una struttura a gabbia che contiene sensori, attuatori ed un sistema di impennaggi per la guida; il mortale carico pagante è perfettamente adeguato e non subisce modifiche significative da 40 anni. Nel campo delle tecnologie aerospaziali gli Space Shuttle (quelli che non sono ancora finiti male) sono figli degli anni ’80, ed il loro sistema di guida è costituito da antiquati sistemi mainframe su scheda singola IBM 360 .
Le nuove tecnologie aerospaziali dei futuri razzi americani Ares sono niente di più che quelle dei razzi a combustibile solido della guerra fredda, già riutilizzate nei famigerati booster degli shuttle.

Nello stesso modo, appena sotto la superficie dei moderni sistemi informatici, nascoste da splendide interfacce grafiche di gestione se server o da interfacce utente sempre più sofisticate (anche se spesso poco usabili) ci sono tecnologie degli annì70 ed ’80, cioè di 30 o 40 anni fa.

Pensiamo a tutti i computer che girano GNU/Linux , quindicennale creatura parente strettissima di Unix, nato ancora quasi venti anni prima. Ce lo ritroviamo nella maggioranza dei server internet, negli access point che abbiamo sulla scrivania, nei telefonini più sofisticati e/o piu liberi, nei laptop sofisticatissimi dell’Apple.

“Ma la maggioranza dei computer al mondo girano Windows – dirà qualcuno – i computer Windows sono ben più moderni”.
Pochi sanno che il kernel di Windows fin dai tempi di NT 3.51 è (tanto per cambiare) una tecnologia acquistata da Microsoft, e precisamente la versione unix Prism, progetto abbandonato e ceduto dalla Digital, e che il filesystem NTFS è stato anche lui ottenuto da quello Digital (gli Alternate Data Stream vengono appunto da lì).
Si potrebbe continuare ricordando i protocolli di rete WAN come il TCP/IP o LAN come Ethernet, anche loro sulla trentina, fino all’instruction set delle CPU Intel e a tantissime altre tecnologie “minori” ma pur sempre fondamentali.

Un ottimista potrebbe dire che queste tecnologie hanno raggiunto praticamente la perfezione, e sono così diffuse e statiche proprio per questo. Io che ottimista non sono, ritengo invece che si tratti di tecnologie funzionanti ma appena soddisfacenti, che vengono continuamente stiracchiate per continuare a funzionare e semplificare la vita di chi continua a sfornare a getto continuo nuovi prodotti informatici che di nuovo hanno ben poco, perché sono costituiti da tecnologie ormai non vecchie ma quasi decrepite, rivestite di un sottile strato di novità per incantare i consumatori od i CIO.

Ma dove sono gli inventori del ventunesimo secolo? I successori di quelli degli anni ’70 ed ’80, ormai morti o in pensione a fare conferenze. Dove sono le loro invenzioni che dovrebbero diventare gli standard di domani, il cyberspazio prossimo venturo?

In effetti sono miope, ma non li vedo. Non certo nell’industria, ma poco anche nelle università, una volta tempio della ricerca. Tutto è oggi completamente guidato dal mercato in senso consumistico, e probabilmente quelli che in un’altra situazione sarebbero stati i geni di oggi sono impegnati a nazionalizzare Word 2007 in Urdu, a velocizzare la copia di una cartella di file in Windows Vista o a creare la prossima, ancora più vampiresca, comunità sociale.

Come concludere questo piccolo ragionamento molto terra terra?
Non potendo (purtroppo) trasformare me stesso o qualcuno dei miei lettori nei futuri rivoluzionari dell’informatica, mi viene solo da interpretarlo come un motivo in più per restare aldifuori da questo vortice nelle cattedrali marketing informatico e frequentare sempre di più il mondo, solo apparentemente più arretrato, dei bazar del software libero.

Un motivo validissimo per tenere i vostri computer fino a quando funzionano e poi comprarne di nuovi con solo quello che veramente vi serve e niente di più.

Tanto i prodotti più scintillanti sono per la maggior parte roba vecchia resa scintillante verniciandola con una patina di novità. E le novità il più delle volte non vi servono, anzi probabilmente servono solo a farvi perdere tempo e spendere inutilmente soldi. E così facendo potremmo anche rompere le uova nel paniere ai produttori di scintillanti inutilità.

Marco Calamari

Tutte le release di Cassandra Crossing sono disponibili a questo indirizzo

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Pubblicato il 16 gen 2009
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