Joe Lametta, torna tra noi

Joe Lametta, torna tra noi

di Marco Calamari - Forse abbiamo davvero bisogno di eroi, di un Joe Lametta che riemerga dai bit nebbiosi di un passato recente e remoto allo stesso tempo
di Marco Calamari - Forse abbiamo davvero bisogno di eroi, di un Joe Lametta che riemerga dai bit nebbiosi di un passato recente e remoto allo stesso tempo

Ciao Joe, come stai? Non ci si sentiva da quando ci incontrammo in quel luogo verde scuro che tu ti ostinavi a chiamare “I bassifondi di Metropolis”. Mi fa piacere che qualcuno si ricordi di te. Chi come noi esiste solo grazie ai pensieri della gente, tende a scomparire se questi pensieri si orientano in altre direzioni.

Mi dispiace di averti visto ridotto al livello di un qualunque navigatore torchiato da chi vuole applicare la marronata di turno. Pero’ te l’avevo detto anche allora che scappare con tanti soldi ti avrebbe posto fuori della portata dei cattivi solo per breve tempo.

La tecnologia che avevi imparato a dominare funziona bene fino a quando non viene contrastata da altra tecnologia rafforzata da leggi costruite ad hoc. Io che sono rimasto quaggiù nella Rete, in mezzo agli altri, me ne sono accorto quasi subito. Pensavo pero’ che la rincorsa potesse continuare, perché hacker che scrivono codice ce ne son sempre e ne bastano pochi per ottenere grandi risultati.

Era pero’ indispensabile contrastare la deriva legale. Lo so, le persone devono rispettare le leggi, non sono mica come te che vivi di adrenalina ed immaginazione. Ma hanno un’arma anche per fare questo perché chi scrive le leggi, bene o male puo’ farlo solo perché la gente comune lo ha eletto, e quindi basta votare qualcun altro, facendo sapere il perché a tutti e due.

Ah, ma dici che chi scrive le leggi lo puo’ fare perchè pagato da potentati economici, da aziende piene di soldi?
Bene, tienti forte, perché anche loro sono vulnerabili; vogliono i soldi, e li possono avere solo da noi. Basta non comprare e se la faranno sotto. Getteranno via i loro DRM ed il loro decreti fischiettando con indifferenza e vestiranno i panni dei paladini delle libertà e del buoncommercio. Basta volerlo in tanti.

Appunto, basterebbe volerlo. Ma chi lo vuole?
I cattivi hanno aggiunto altre armi, la televisione, i marchi e le firme, diventati i valori di oggi, relegando libertà, pensiero indipendente, giustizia ed equità a manifestazioni di pensiero malsano e deviato, da stroncare non con i manganelli ma a colpi di spot.
Il tocco da maestro è stata l’invenzione delle comunità sociali, che trasformano le persone in marchi autopromossi, ed eleggono la visibilità e la popolarità a valore di vita, ingabbiando, deviando e dissipando quelle energie che potrebbero essere spese in modi ben più utili.

Mi sono sgolato, ma la gente non sente, non vede il re che è nudo, non vede il luogo tetro ed inospitale verso cui ci stanno conducendo tenendoci per mano, forti del loro sorriso, sorriso dipinto col cerone. Non sente il peso del tecnocontrollo sociale, primo passo verso regimi illiberali ed autoritari.

Joe, io non so più che fare. Tu hai qualche idea?

Marco Calamari

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Pubblicato il
12 dic 2008
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