Pensare Globalizzato, Agire Politico

Pensare Globalizzato, Agire Politico

di Marco Calamari - Parte la campagna elettorale e i media sono travolti dalle solite robette. Di diritti civili, censura, libera circolazione della conoscenza e controllo della rete non parla praticamente nessuno
di Marco Calamari - Parte la campagna elettorale e i media sono travolti dalle solite robette. Di diritti civili, censura, libera circolazione della conoscenza e controllo della rete non parla praticamente nessuno

Un vecchio detto aziendalista recita “Act locally, think globally” – Agisci localmente e ragiona globalizzato. Il termine “globalizzato” è passato, come altri termini della lingua italiana, da una connotazione neutra ad una negativa; qui è usato nella prima.

Localmente il panorama italiano, più ingessato del solito dal punto di vista legislativo da una maggioranza pencolante, sta brillando per l’inazione totale a causa della pre-campagna elettorale. Il focus delle discussioni pubbliche (quelle private sono sulle alleanze elettorali) sono sia argomenti legati all’importante quotidianità, come salari, stipendi ed altre bazzecole, sia argomenti “cosmici”, importanti ma normalmente (per fortuna) parecchio distanti da essa, quali testamento biologico, staminali, simboli religiosi nelle scuole.

Di diritti civili, censura, libera circolazione della conoscenza, controllo sociale, controllo della Rete nessun politico parla; qualche uscita poco convinta sul decreto Urbani è tutto quello che si è sentito da parte di tutti i partiti, inclusi quelli storicamente un po’ più più sensibili a tali argomenti.

Legge elettorale, elezioni, elezioni, legge elettorale… un mantra che va avanti su tutti i mezzi d’informazione ormai da un tempo che pare immemorabile, interrotto solo da “nera” e catastrofi in abbondanza. Pero’ al mondo succedono tante cose, basta sfogliare Punto Informatico o Slashdot per trovarne in abbondanza; ecco un campione, assolutamente incompleto, dell’ultima settimana.

Hanno colpito Wikileaks al cuore
Wikileaks
Il sito Wikileaks, famoso per pubblicare documenti “riservati” non più tali, è stato censurato da un’azione legale intentata da una banca delle isole Cayman che si è reputata “diffamata” (sic) dalla pubblicazione di alcuni documenti che la riguardavano

Supreme Court Won’t Hear ACLU Wiretap Case
La Corte Suprema degli Stati Uniti (equivalente alla Corte di Cassazione) respinge il ricorso della Electronic Frontier Foundation che voleva essere ascoltata su un “affaire” molto scottante; le intercettazioni illegali di massa compiute dalle maggiori compagnie telefoniche americane, sia con che senza una richiesta ufficiosa del governo, ma senza nessuna richiesta della magistratura. Il caso è così scottante negli Stati Uniti che Bush sta cercando di fa approvare una legge retroattiva che garantisca impunità per questi fatti, ormai confermati.

Scientology Given Direct Access To eBay Database
Scientology potrà cancellare direttamente ed a suo insindacabile giudizio le aste di oggetti che la riguardano. Questo potere gli è stato conferito non da una legge ma direttamente da una trattativa svolta tra loro ed Ebay. È una conferma del comportamento delle entità economiche come le società per azioni, che essendo sempre esseri alieni (non umani, con buona pace delle 95 tesi del Cluetrain Manifesto ), si trovano molto più a loro agio nel mettersi d’accordo tra loro piuttosto che a rispettare i propri ed altrui clienti.

Quando l’ISP si vende i suoi navigatori .
Negli Stati Uniti, dove peraltro è impopolare ma legale, ormai il commercio dei dati dei navigatori è normale pratica commerciale svolta alla piena luce del sole. Non resta nemmeno il pudore, e questo forse è un bene. C’è da temere un veloce allineamento dell’UE e degli stati europei, come già accaduto per la questione della schedatura obbligatoria dei dati dei viaggiatori delle linee aeree.

Nel frattempo in Italia il dibattito politico si concentra (e questo è almeno naturale e comprensibile) sulle ultime alleanze; comincia la campagna elettorale, e questo è molto importante. Perché? Perché è il momento in cui il cittadino conta, perchè è l’unico momento in cui il cittadino puo’ chiedere, puo’ dimostrare cosa vuole.

Certo, chi starà come al solito al gioco della propaganda, che decide quali sono i problemi “importanti” e poi discute sulla risposta “giusta”, potrà solo occuparsi di argomenti importanti ma “civetta”, usati solo per il loro valore mediatico; Kossovo, catastrofi ecologiche, lotta al terrorismo.
Coloro che invece hanno delle istanze reali possono, in questo momento, tentare di farsi sentire. Solo in periodo elettorale il cittadino puo’ svolgere quelle azioni che durante tutto l’anno sono invece monopolio delle lobby che si formano su qualunque argomento abbia valenza economica o di potere.

È il momento in cui si possono fare domande diverse dall’ottenere una raccomandazione.

“Caro aspirante onorevole, cosa ha intenzione di fare per abolire il decreto Pisanu e rendere la legislazione riguardante la data retention rispettosa dei cittadini innocenti e dei loro diritti?”

“Caro aspirante onorevole, cosa ha intenzione di fare per evitare che la normativa sul diritto d’autore continui ad essere usata come strumento per creare rendite di posizione assolutamente improduttive per la società, ma che garantiscono profitti solo agli azionisti di aziende specializzate ed a chi fa parte delle loro lobby?”

“Caro aspirante onorevole, cosa ha intenzione di fare per impedire che la libera circolazione della conoscenza, grazie ai DRM ed alla normativa che li accompagna, diventi un ricordo del passato e venga usata solo in funzione del potere e del profitto?”

“Caro aspirante onorevole, cosa ha intenzione di fare perché quello che è ottenuto spendendo i soldi delle tasse, come la cartografia del territorio, i beni artistici, la cultura sviluppata nelle università, non venga più sottratto alla libera fruizione dei cittadini e non diventi solo fonte di profitti per entità pseudo-pubbliche o semplicemente private?”

E così via, a piacer vostro, secondo le vostre idee.
Se invece vi concentrate sull’importante ma lontano argomento del giorno usato come gioco per la rissa politica preelettorale, rinunciate al vostro ruolo di cittadini, e non avrete più nemmeno il diritto morale di lamentarvi per quello che succede.
I politici, tutti, hanno indirizzi, numeri di telefono, indirizzi di mail, numeri di fax. Partecipano a dibattiti, devono rispondere alle domande del pubblico.
I furbi da sempre lo sanno e li usano, ma anche i normali cittadini dovrebbero farlo.

Non avrà grandi risultati. Non avrà risultati garantiti. Ma si chiama democrazia, talvolta funziona, ed è l’unica strada.

Marco Calamari

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Pubblicato il 22 feb 2008
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