Channelsurfing, libertà per l'admin texano

Channelsurfing, libertà per l'admin texano

Scagionato il primo operatore di uno tra i più popolari siti di indexing sportivo. Avrebbe dimostrato la volontà di ricominciare dalla legalità. Dovrà però restituire un totale di 350mila dollari
Scagionato il primo operatore di uno tra i più popolari siti di indexing sportivo. Avrebbe dimostrato la volontà di ricominciare dalla legalità. Dovrà però restituire un totale di 350mila dollari

Libertà per il giovane cittadino texano Bryan McCarthy, arrestato nel marzo dello scorso anno per la gestione in prima persona di Channelsurfing.net , sito specializzato nella distribuzione di link allo streaming dei più svariati eventi sportivi statunitensi. A quasi un anno dalle manette per violazione massiva del copyright, McCarthy è stato scagionato su ordine dello stesso governo a stelle e strisce .

Scarsi i dettagli sull’ accordo raggiunto tra il procuratore distrettuale di New York Preet Bharara e l’admin di Channelsurfing, che negli ultimi mesi avrebbe adottato un comportamento esemplare, stando alla larga da qualsiasi attività di condivisione illecita . Il ragazzo texano avrebbe inoltre iniziato a cercare un lavoro, dimostrandosi attento alle misteriose condizioni impostegli dal governo di Washington.

Dagli incontri della National Football League (NFL) a quelli organizzati dalla World Wrestling Entertainment (WWE), i link pubblicati su Channelsurfing avevano permesso ai netizen di visualizzare in streaming i principali eventi sportivi. Il servizio – pressoché identico a quelli offerti dall’iberico Rojadirecta – era riuscito a guadagnarsi un ottimo seguito, fino a 1,3 milioni di utenti in un solo giorno .

Lo stesso procuratore Bharara aveva promesso la mano più pesante per McCarthy, che avrebbe rischiato fino a 5 anni di prigione per aver lucrato sulla violazione dei diritti detenuti dalle varie organizzazioni sportive. Il giovane texano sarà ora obbligato a versare il totale di circa 350mila dollari guadagnato negli ultimi anni con le attività pubblicitarie del portale . Ma niente carcere, solo l’inizio di una nuova vita lontana dai link.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
28 feb 2013
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