Character.AI ha lanciato quello che definisce il primo feed social nativo AI al mondo
. Una funzionalità che promette di spazzare via l’era dello scrolling passivo che caratterizza i social tradizionali. La piattaforma, già nota per permettere conversazioni con milioni di personaggi AI diversi, ha deciso di fare il grande salto.
Secondo Character.AI, ogni post è un invito a interagire, remixare e costruire su quello che altri hanno creato. Non più semplici spettatori di contenuti altrui, ma co-creatori di esperienze digitali.
Come funziona Feed di Character.AI
La nuova funzionalità è disponibile da oggi sull’app mobile di Character.AI e supporta diversi tipi di contenuto. Gli utenti possono condividere brevi frammenti di chat che rivelano la personalità di un personaggio, creare card promozionali per i propri personaggi AI, o organizzare streaming dove i personaggi interagiscono su argomenti specifici.
Feed integra anche AvatarFX, la nuova funzione di generazione video che utilizza un modello personalizzato per creare immagini basate sulle proprie conversazioni.
I rischi
Ma c’è un problema. Character.AI vuole che la gente condivida e remixi le conversazioni con i suoi chatbot. Queste chat però contengono spesso informazioni molto personali. O decisamente inappropriate. Meta AI ha già dimostrato come va a finire. Gli utenti condividevano le chat pensando di mostrarle solo agli amici, invece finivano in un feed pubblico dove le leggevano perfetti sconosciuti.
Inoltre, Character.AI ha affrontato una terribile causa legale lo scorso anno. La madre di un quattordicenne ha accusato un chatbot della piattaforma di aver incoraggiato il figlio a togliersi la vita. La causa legale sostiene che la piattaforma crea dipendenza e non ha le protezioni necessarie per gli utenti. In parole semplici: Character.AI è accusata di essere troppo brava a tenere le persone incollate, senza preoccuparsi dei rischi.
Character.AI assicura che gli utenti possono nascondere o segnalare contenuti inappropriati e che il team Trust & Safety monitorerà il feed. Ma sarà sufficiente in un ecosistema dove l’AI può generare contenuti imprevisti e gli utenti più giovani potrebbero non comprendere appieno le conseguenze della condivisione?